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IL 27 settembre a Matera, con inizio alle ore 18 a Palazzo Lanfranchi, Cecilia Strada, presidente di Emergency, inaugurerà con un dibattito pubblico la mostra “Venti matite di guerra”.

Con lei, Christian Elia, giornalista che ha girato e raccontato il mondo.

Venti matite di guerra è una mostra ideata e curata da Giulio Laurenzi – autore di satira oramai riconosciuto nel panorama nazionale – che mette insieme vignette in grande formato realizzate per l’occasione da alcune fra le più importanti firme del settore.

Ci sono Stefano Disegni, Mauro Biani, il leggendario Bruno Bozzetto, Riccardo Mannelli, Danilo Maramotti e tanti altri, anche dall’estero.

Gli autori hanno concentrato i propri talenti su uno scopo ben preciso: dimostrare l’assurdità della guerra, il suo orrore, la sua disumanità. In ogni singola vignetta c’è un grido, netto e preciso, contro l’uso delle armi nella risoluzione di ogni momento di crisi.
E questa è la posizione di Emergency.

L’associazione, fondata da Gino Strada e oggi condotta da Cecilia, è nota nel mondo per aver perseguito e raggiunto un obiettivo che all’inizio sembrava pura utopia: portare ospedali e cure di alto livello alle vittime della guerra e della povertà, gratuitamente.

Emergency ha curato, in 21 anni di attività, oltre sei milioni di persone, di cui due milioni di bambini. L’associazione persegue contemporaneamente un altro obiettivo, non meno ambizioso: diffondere una cultura di pace. Innanzitutto nei Paesi in cui opera, cercando di mostrare -con l’esempio quotidiano dei suoi operatori– cosa si possa fare senza mettere mano alle armi. E poi nel mondo intero, là dove esistono delle responsabilità oggettive anche nei Paesi che ammantano le operazioni di guerra della volontà di “esportare la democrazia” e accrescono il proprio Pil con la vendita di armi, munizioni ed esplosivi bellici.

A Matera Cecilia Strada, in un colloquio con il reporter Christian Elia, moderato dal giornalista Rocco Pezzano, spiegherà in che modo Emergency punti a un orizzonte che appare adesso più che utopico ma in cui l’associazione e tutti i suoi aderenti credono fermamente: porre le basi per la abolizione della guerra.

Una dichiarazione d’intenti che getta le sue basi non in astratti e in fumosi ragionamenti, ma nella pratica di chi, a ogni ora di ogni giorno, dona la propria professionalità e la propria umanità a favore di chi non ha accesso a cure gratuite ed efficaci.

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