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LAGONEGRO – Ha un nome il neonato ritrovato martedì mattina in una toilette del centro commerciale “City-Iper” di Lauria: Antonio. Così, per adempiere gli obblighi burocratici, lo hanno provvisoriamente battezzato i dirigenti dell’ospedale di Lagonegro che lo hanno in cura, in attesa che il Tribunale dei minori di Potenza, che ha la titolarità del caso, si pronunci su un possibile affidamento ad una struttura specializzata e adeguatamente attrezzata o, addirittura, su una eventuale adozione. Intanto all’indirizzo dell’Urp del nosocomio lucano e sulla casella di posta elettronica del direttore sanitario, il Antonio Gagliardi, stanno arrivando inopportunamente decine di richieste in tal senso, oltre a tantissimi messaggi di affetto da parte di sconosciuti mittenti che, in una gara di solidarietà spontanea, affermano di voler mettere a disposizione del piccolo beni di ogni genere, dai giocattoli al latte in polvere; qualora venisse affidato direttamente ad una famiglia però, si ricorrerebbe comunque alla soluzione più idonea individuata tra quelle ufficialmente in lista d’attesa.
L’unica cosa sicura – ribadita nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri mattina presso la sala convegni dell’Asp – è che il bambino per ora resterà in affidamento ai medici del reparto di pediatria, sotto la tutela giuridica dello stesso direttore sanitario e circondato dall’affetto di tutto il personale del nido d’infanzia che «si sta comportando nella maniera più professionale possibile per assicurargli le attenzioni necessarie e tutelarne la privacy secondo le disposizioni della Carta di Treviso» ha affermato il responsabile dell’unità operativa di neonatologia, il dottor Nicola Di Lascio. «Dal punto di vista clinico – ha continuato – Antonio gode di ottima salute e ha superato brillantemente tutti gli esami a cui è stato sottoposto, tra cui le indagini sierologiche che hanno dato esito negativo: possiamo ritenere perciò che sia stato partorito da una donna sana, dopo una gravidanza normale, probabilmente aiutata da una persona esperta come dimostrerebbe il taglio del cordone ombelicale, effettuato abbastanza correttamente a 20 cm dal piano cutaneo e medicato a dovere.
Escluderei che il parto sia avvenuto nei bagni del centro commerciale poiché il neonato aveva almeno cinque ore di vita quando è arrivato in pronto soccorso intorno alle 11,15; pesa 3,5 kg ed è lungo circa 50 cm, ha una circonferenza cranica adeguata, è di razza bianca e di etnia caucasica. Il decorso neonatale sta procedendo perfettamente, per noi potrebbe essere dimesso già domattina» – oggi per chi legge. Intanto, i carabinieri della Compagnia di Lagonegro stanno continuando a visionare i filmati registrati dal circuito di videosorveglianza interno, «ma si tratta di sbobinare le immagini di più di venti telecamere – come ha spiegato il luogotenente, maresciallo Antonio Catonio – per cui si tratta di un lavoro lungo e complicato, che tuttavia sta procedendo speditamente». Gli inquirenti stanno investigando tutte le piste possibili per tentare di scoprire chi sia la madre del bambino e se proprio lei lo abbia abbandonato all’interno del centro commerciale, magari con il coinvolgimento di terze persone: potrebbe infatti trattarsi di una donna della zona o dei paesi limitrofi, ma anche di qualcuno in viaggio sull’autostrada Salerno-Reggio che potrebbe aver in questo modo fatto perdere le sue tracce.

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