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Diamo a Cesare quello che è di Cesare. Diamo ad Antonello Grignetti e al Potenza quello che spetta loro. Ossia il giusto e sacrosanto tributo per aver allestito un’ottima squadra, a cominciare dall’intelaiatura societaria, passando attraverso quella tecnica, completandosi con l’organico dei calciatori. Un errore un po’ tutti stiamo commettendo ed è quello di ritenere incompleta la squadra, quasi come se fosse insufficiente quello fatto fino ad oggi. Quasi come se fosse fondamentale aspettare l’arrivo di Berretti o del portiere. Correremo seriamente il rischio, nel caso le trattative non andassero a buon fine, di pensare a una mezza delusione. Non arriverà quella ciliegina, si farà altro: nessun problema. Non fossilizziamoci sui nomi e sugli amarcord, non speriamo di avere molto più di quello che già si ha e che ora si sta sottovalutando. Finiremo per farci sfuggire da dove si è partiti.

Diamo a Grignetti e ai suoi il giusto merito di aver impostato un programma chiaro di “ripartenza”, di “rifondazione” del calcio a Potenza. Oltretutto, avevamo sempre sottolineato come l’esigenza della piazza fosse non quella di buttarsi all’arrembaggio, ma di costruire qualcosa di credibile e, soprattutto, duraturo.

Questo presidente e le persone che gli si sono strette affianco non avevano in buona sostanza nessun obbligo di fare uno “squadrone”, eppure si sono messi all’opera per crearlo.

Il nervosismo che serpeggia tra le tifoserie di Monopoli e Brindisi (due serie candidate alla vittoria finale) la dice lunga: ad ambire a qualcosa – non sbilanciamoci ora a cosa – non sono più sole. Se qualcuno che di pallone ne capisce annovera adesso il sia pur incompleto (per le ragioni di cui si diceva prima) Potenza tra le mine vaganti del campionato, qualcosa vorrà pur significare. Non lasciamo che siano gli altri a fare i complimenti da fuori. Smettiamola di fare il solito vittimismo (“Madonna, non riusciamo a prendere Berretti”) e valutiamo con cognizione di causa quello che è stato fatto fino ad oggi: Melis, Bartolini, Palumbo, Cianni, Marini, Lolaico eccetera, eccetera.

A questa società e a questa squadra si può dare fiducia, e ci vuole poco per riuscirci: basta farsi un abbonamento.

 

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