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MATERA – Fare impresa trasformando i Sassi in luogo di idee  e progetti, allontanandolo dalla massificazione  turistica.

E’ uno dei risultati del progetto portato avanti da  Sviluppo Basilicata che ieri ha firmato con quattro imprese materane l’avvio dell’attività.

Un passo avanti che segna una trasformazione dei processi di accesso all’imprenditorialità e di inizio dell’attività.

Lo spiega, nel dettaglio Vittorio Simoncelli, responsabile degli incubatori e dello sviluppo locale di Sviluppo Basilicata.

«Il progetto si svilupperà in locali che ormai si trovavano in una zona in abbandono, nella Civita.

La nostra società ha voluto avviare un recupero del sito, trasformandolo in incubatore, spazio che di solito viene realizzato nelle aree industriali. La scommessa vera è stata quella di recuperare una parte del patrimonio».

Obiettivo è sviluppare un circuito che si muova, a maggior ragione a Matera, nel comparto delle industrie culturali.

Il Comune ci ha creduto – prosegue Simoncelli – e ci ha dato in concessione quei locali che abbiamo ristrutturato con fondi del ministero dell’Industria».

Nonostante siano Patrimonio Unesco, però, i Sassi poco si addicono ad aziende che hanno bisogno di contatti  e di una semplice reperibilità. Ma questo non ha fermato nessuno.

«Bisogna essere consapevoli – prosegue Simoncelli – che nonostante si parli di incubatori culturali, si tratta sempre di realtà che appartengono al nostro tempo , un organismo vivente in cui bisogna assicurate   logistica adeguata, le reti in connessione.

Credo sia fondamentale il fatto che quattro imprese del territorio facciano un investimento per lavorare qui».

Sette euro al metro quadrato per ogni realtà, per poter installare la loro impresa in uno dei locali a disposizione (si va da 20  a 60 metri quadrati, ndr.) e ottenere i servizi di Sviluppo Italia che vanno dal tutoraggio e accompagnamento alla progettazione. Imprese di contenuti culturali devono puntare proprio su questo aspetto. La vera sfida è fare in modo che il network che nasce, si connetta con altre progettualità».

Sviluppo Basilicata (che fa parte del gruppo Ibn che riunisce gli incubatori di tutto il mondo, ndr.)  si occupa tra l’altro di altri incubatori in Val  d’Agri (che si occupa di green economy  e riguarda 9 imprese)  e a Metapontum Agrobios con  due coworker.

«In questi contesti dobbiamo adeguare i servizi al progetto, cercando di sviluppare un circuito che possa anche fare a meno di noi, che li renda autonomi ma al tempo stesso parte di una rete

«L’avvio del nostro progetto avviene in un momento magico per Mater, con la sua candidatura a capitale europea della cultura».

Non una lobby nel senso negativo del termine, ma un circuito virtuoso.

«Il bando è aperto – prosegue Simoncelli – l’avviso è strutturato e ci consente di accettare ancora domande perchè quello spazio ha ancora luoghi disponibili. Se dovessimo completare l’assegnazione degli spazi,  potremmo eventualmente individuare altre risorse per trovarne altre. Il nostro molto probabilmente a livello europeo e mondiale, è localizzato all’interno di un sito Patrimonio Unesco. E’ una peculiarità che all’estero ci è stata riconosciuta in più occasioni».

Spiega ancora Gianna Lecce che si occupa degli aspetti legati alle opportunità di finanziamento e ai servizi offerti alle imprese.

«Ci sono quelli di base ovvero quelli nati dalla condivisione del progetto, dall’ubicazione, all’uso della sala formazione all’interno della struttura di Sviluppo Basilicata in via Fiorentini, la nostra presenza per accoglienza all’interno dell’incubatore.

I servizi reali – prosegue – riguardano competenze e know how rispetto ad esempio a informazioni sui finanziamenti nazionali e comunitari».

Lo strumento di sostegno, dunque, passa attraverso meccanismi che fanno sì che le imprese mettano a frutto conoscenze e caratteristiche adatte ad attrarre finanziamenti. Sviluppo Basilicata, in questo senso (almeno fino a quando la  Regione non individuerà assi dai quali trarre fondi) rischia insieme alle imprese.

«Stiamo lavorando con la Regione per verificare una fonte di finanziamento, che al momento ancora non c’è – conferma Gianna  Lecce.

«Una componente del nostro team si dedicherà come tutor all’incubatore. Si tratta di una esperta, che ha lavorato su territori molto difficili come Scampia e per noi è molto importante per il suo  ruolo di tutor. Le altre competenze di Sviluppo Basilicata sia nel marketing che nella comunicazione, saremo a disposizione delle imprese con un audit da cui potranno emergere tutte le esigenze».

Lunedì, dunque, la consegna delle chiavi dei locali e l’avvio ufficiale delle attività.

«Il vero investimento è quello di questi imprenditori – aggiunge Vittorio Simoncelli – che hanno comunque pari opportunità rispetto ad altre realtà.

La scommessa sta tutta nel comparto in cui queste quattro realtà si muoveranno ovvero quello dell’industria culturale.

«Vogliamo vedere se in questo settore – aggiunge Simoncelli – per il mondo e per Matera che è una punta del panorama mondiale, si riesce a creare un network di progettualità in uno spazio dedicato, l’incubatore nei Sassi, all’interno di un sito Unesco».

Il primo punto d’arrivo, dice qualcuno, potrebbe già essere fissato tra un anno quando le quattro realtà imprenditoriali saranno state avviate e avranno cominciato il loro percorso, magari con fondi individuati dalla Regione.

Nel frattempo, la filosofia d’impresa potrebbe già aver attecchito così come quella legata al settore culturale.

Sarà il momento di non parlare più di scommessa,  ma di sfida vinta.

a.ciervo@luedil.it

 

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