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POTENZA – A una settimana di distanza dalla sua nomina, lo scorso luglio, il capo ufficio stampa della Regione Basilicata Massimo Calenda aveva rinunciato all’aumento del 45% del suo stipendio. Lo aveva fatto – sulla scorta di un articolo pubblicato dal Quotidiano del Sud in cui emergeva una serie di dubbi di legittimità – «al fine di eliminare qualsiasi contestazione strumentale che possa riflettersi negativamente sull’azione di governo della Regione», aveva spiegato, rinunciando «a quella quota di trattamento economico aggiuntivo riconosciuto in ragione della specifica qualificazione professionale posseduta», pari a circa 40mila euro in più rispetto allo stipendio percepito dal suo predecessore, Nino Grasso.

Ora un decreto del governatore Bardi stabilisce un nuovo aumento del 15% della sua retribuzione, con effetto retroattivo. «Non sappiamo – scrive in una nota Giuseppe Verrastro, segretario regionale aggiunto Uil Fpl – se anche questa volta rinuncerà al considerevole aumento del suo stipendio che con decreto del Presidente della Giunta Regionale n.24 del 14.02.2020 viene formalizzato e le cui disposizioni, incredibilmente “trovano applicazione dalla data dell’effettiva presa di servizio” ma la mole di delibere e decreti a cui stiamo assistendo, non può che richiamare ad un rigore di etica pubblica e di rispetto incondizionato alla legge».

«Dopo aver raddoppiato il compenso al capo di gabinetto, per funzioni istituzionali persino ridotte a quelle precedentemente assegnate – prosegue Verrastro – ed equiparato il compenso del responsabile del settore legislativo e giuridico a quello dei dirigenti generali, ecco che si aggiunge il terzo decreto presidenziale di spesa pubblica a vantaggio del capo ufficio stampa».

«Dal Presidente Bardi – conclude il sindacalista – anche in virtù della sua collaudata esperienza professionale da generale della Guardia di Finanza, ci saremmo aspettati molto di più, attesa la reiterazione delle proroghe dei dirigenti regionali, sulle procedure di conferimento, e rotazione degli incarichi su cui solo l’altro giorno abbiamo richiesto alla Regione Basilicata l’accesso agli atti e su cui siamo intenzionati a formalizzare esposto agli organi competenti».

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