X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

I problemi ambientali del territorio crotonese, deflagrati dopo il sequestro disposto dalla magistratura di 18 siti inquinati da scorie pericolose, non si risolvono con «risposte di tipo emergenziale», piuttosto occorre acquisire tutti «i dati scientifici che consentano un livello di conoscenza congruo alla soluzione del problema». E’ quanto ha spiegato il vice presidente della Giunta regionale calabrese, Domenico Cersosimo (nella foto), nel corso di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella sede del dipartimento dell’Arpacal di Crotone, presenti anche gli assessori all’Ambiente, Silvio Greco, e alle Attività produttive, Francesco Sulla, i professori Silvano Focardi, rettore dell’Università di Siena, e Vincenzo Saggiono, direttore di ricerca della Stazione zoologica di Napoli. Secondo l’assessore all’Ambiente della Regione, Silvio Greco, l’interesse della Giunta è quello di pervenire ad «un’azione concordata ed efficiente per dare risposte ai cittadini e per fare in modo che in questa terra non ci siano più fenomeni di ambiente negate». Per questo – ha aggiunto Greco – la task force, sta valutando «i dati scientifici esistenti al fine di recuperare tutte le informazioni». Sostanzialmente – ha spiegato l’assessore all’Ambiente – «lo studio sarà realizzato con rigore scientifico non solo per stabilire quali siano i contaminanti, ma anche come essi si siano distribuiti nel tempo. Per questo ci siamo rivolti al mondo accademico. Faremo analisi di tutte le matrici, aria acqua, sedimenti, suolo, ecosistema marino, sugli alimenti, a destra e a sinistra, a sud e a nord del sito, per capire la migrazione degli inquinanti. Vogliamo insomma dare risposte certe per evitare allarmismi». L’assessore alle Attività produttive Francesco Sulla ha ricordato che la Regione si sta interessando della bonifica delle aree industriali di Crotone già prima che scoppiasse il caso delle scorie dell’ex Pertusola. E a proposito di bonifica del sito crotonese, per Sulla «bisogna stare al tavolo con Eni e non intraprendere altre strade». Silvano Ficardi, rettore dell’università di Siena, ha parlato dello «screening sulle matrici alimentari», secondo una tecnica «che non terrà conto solo dell’analisi dei sedimenti, ma anche degli organismi che vivono in questi ambienti, per capire se gli inquinanti si sono mossi nella catena alimentare». Sulla stessa scia anche Vincenzo Saggiono, della Stazione zoologica di Napoli, a giudizio del quale sarà necessario accertare se vi sia stato «rifornimento di inquinanti nella catena alimentare, tant’è che le analisi verranno estese anche al plancton».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE