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La Procura di Cosenza, nelle persone del procuratore capo Dario Granieri e del
pubblico ministero Francesco Minisci, ha chiuso le indagini relative alle presunte truffe commesse all’interno del comando della polizia municipale di Cosenza.
Cinque gli indagati cui sono stati inviati i relativi avvisi. Sono tutti agenti della polizia municipale. Si tratta di Fausto Dodaro, 62 anni, responsabile dell’Ufficio Ruoli della Polizia municipale di Cosenza, per questa vicenda costretto agli arresti domiciliari; di Viola Elia, 48, addetta dello stesso ufficio, e degli agenti Giacomo Fuoco, 49, Massimo Filice, 37, e Pietro Tavernise, 43.
Nulla è cambiato dall’originaria ipotesi accusatoria: i nomi degli indagati sono
rimasti gli stessi, così come le accuse a loro carico. Si ipotizza, cioè una truffa ai danni del Comune e dell’ex Etr, con gli indagati che si sarebbero attivati per concedere ai cittadini multati falsi provvedimenti di sgravio,
intascandosi alla fine i soldi. Lo scandalo, come si ricorderà, scoppiò a metà settembre, con le ordinanze restrittive disposte dal gip Loredana De Franco.
A Dodaro fu applicata la misura degli arresti domiciliari, Elia e Filice furono sospesi dal servizio. Per Fuoco e Tavernise non fu invece disposta alcuna misura. Il gip, cioè, rilevò che gli episodi loro contestati ricadevano nel periodo coperto dall’indulto.
SGRAVI FASULLI
Al cittadino che si recava in via Bendicenti veniva dunque data, e sempre secondo l’ipotesi accusatoria, la possibilità di ottenere uno sgravio sulle multe. I relativi importi sarebbero finiti soprattutto nelle mani di Dodaro, vera mente della truffa secondo gli investigatori della polizia tributaria della Guardia di Finanza. Una cinquantina, infatti, gli episodi contestatigli, per un ammontare di circa 24.000 euro e per un danno per il Comune di Cosenza pari a oltre 52.000 euro (i soldi che di fatto non ha incassato a seguito del raggiro).
Contro di lui c’è anche una informativa depositata lo scorso 13 giugno dal vice
comandante della polizia municipale, Roberta Iazzolino, che stigmatizzava il
comportamento dell’attuale indagato, “il quale – si legge nell’originaria ordinanza – nonostante in quel periodo risultasse fuori servizio, si era recato comunque presso il suo ufficio cercando di occultare e alterare atti e documenti
esistenti all’interno di fascicoli intestati a soggetti che avevano eseguito pagamenti di cartelle esattoriali, ricevendo il relativo sgravio”.
Gli altri agenti avrebbero avuto un ruolo minore. La Elia in particolare avrebbe
preso parte insieme a Dodaro a quattro truffe, per un ammontare di 1270 euro,
con un danno per il Comune di Cosenza pari a 3.300 euro. Filice ad una sola, e per soli 49,50 euro. Fuoco è stato chiamato in causa per uno sgravio che gli avrebbe permesso di intascare insieme a Dodaro 700 euro, con un danno per il Comune pari a 1179 euro; Tavernise per un altro sgravio commesso sempre insieme a Dodaro, che avrebbe causato al Comune un danno di 91.70 euro.
LE QUIETANZE
Ai cittadini truffati venivano poi consegnate le relativa quietanze emesse dall’Etr di Catanzaro, risultate poi false (da qui l’ulteriore accusa di falso in atto pubblico). Danni per questa vicenda avrebbe subito l’Equitalia spa (ex
Etr) che, dopo aver ricevuto dal comando di via Bendicenti la comunicazione
dell’avvenuto pagamento, annullava la cartella, rinunciando così alla sua provvigione.
INDAGINI PARALLELE
Un “deprecabile mercimonio” per la di Guardia di Finanza, che su questa vicenda
pare abbia aperto un altro filone investigativo. Lo scopo è di individuare eventuali nuove truffe, commesse sempre all’interno dell’Ufficio ruoli del comando della polizia municipale di Cosenza. Nella stessa ordinanza firmata lo scorso mese di settembre dal gip De Franco si leggeva, infatti, che “i reati finora accertati, pur numerosi e relativi ad un consistente numero di soggetti destinatari di cartelle esattoriali, rappresentano, com’è evidente, solo una piccola parte di quelli perpetrati all’interno dell’ufficio in questione (Ufficio
ruoli del comando della polizia municipale di Cosenza, ndr) e danno comunque il senso dell’ampiezza e della gravità del fenomeno”. Di queste ultime ore la chiusura delle indagini preliminari.

Roberto Grandinetti

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