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Ventiquattro ore di silenzio e poi nel Popolo della libertà di Basilicata ricomincia il dibattito. E ripartono le polemiche. Ovviamente. Si potrà dire tutto e anche l’esatto contrario. Ma che all’interno del Pdl di Basilicata, dopo il risultato elettorale siano usciti a galla, tutti i mal di pancia e i dissapori celati per mesi ma alimentati dalla fusione ancora non metabolizzata tra An e FI è un dato di fatto.
L’ultimo episodio, in termini di tempo, che apre alle polemiche è la “risposta” di Gianni Rosa all’intervista che il consigliere regionale e coordinatore provinciale di Potenza, del Pdl, Antonio Tisci ha rilasciato sabato al Quotidiano della Basilicata. Pronta la risposate e i distinguo di Gianni Rosa (in foto), vicecoordinatore regionale del Pdl che già un paio di mesi fa aveva apertamente polemizzato con l’altra intervista che lo stesso Tisci aveva concesso al nostro giornale. La vicenda però, al di là delle visioni politiche diverse tra due ex dirigenti di An, è immaginabile non sia slegata dalle polemiche che seguirono alla recente nomina di Tisci quale coordinatore provinciale del Pdl. Addirittura Maurizio Gasparri intervenne a difesa di Gianni Rosa (che da ex coordinatore provinciale di An non fu “confermato” nello stesso ruolo all’interno del nascente Pdl). A stemperare il clima il partito ha poi nominato Rosa quale vice coordinatore regionale. Ma, forse, non è bastato a stemperare i “rancori” tanto che Rosa chiede ufficialmente le dimissioni delle stesso Tisci. A seguire il testo integrale della lettera di Gianni Rosa: «Le ultime dichiarazioni rilasciate agli organi di informazione (l’intervista rilasciata al Quotidiano ndr) da parte del consigliere regionale Tisci, mi permettono di integrare il mio pensiero già evidenziato nei giorni scorsi sulle
ultime elezioni e sulle scelte da farsi nell’immediato. Condivido pienamente l’affermazione che il Pdl le elezioni le ha perse e che oggi necessita di impegno prioritariamente nella formulazione di un programma e nell’organizzazione del Partito. Personalmente aggiungo che bisogna attribuire ruoli e responsabilità ben precisi, tenendo in debito conto la capacità dei dirigenti, senza prescindere dall’assetto che si era determinato democraticamente nell’ultimo congresso provinciale. Non condivido affatto, invece, quanto detto rispetto alla fase in cui sono state fatte le scelte strategiche e la conseguente preparazione delle liste, in quanto per la posizione partitica ricoperta non è sufficiente dire “forse io l’avevo detto” ma sarebbe il caso di esplicitare con chiarezza cosa è realmente accaduto e cosa si è fatto. In primis, sarebbe il caso di far conoscere, rispetto alla strategia adottata, qual’è stata la proposta alternativa avanzata e da portare eventualmente avanti. Mentre, rispetto alle scelte delle candidature, troppo spesso centralistiche o non condivise a pieno dal territorio, quali azioni concrete sono state poste in essere.
Certamente vi è stato un momento in cui ci si è trovati tutti insieme seduti attorno al “tavolo delle decisioni”, ebbene in quel momento cosa si è fatto, sono state portate avanti le istanze di tutto il territorio o solo di alcuni singoli più vicini per affinità di corrente?
Quindi è il caso di appurare se qualcuno realmente ha detto e ha fatto, o al
contrario, se dall’altra parte c’erano dei sordi, o infine, più semplicemente se ci si è accontentati di tutelare pochi per poi, ad esito elettorale, ritrovarsi a voler ricoprire la facile fase dell’acuto politico. Una cosa personalmente mi è ben chiara e mi permetto di suggerire, nel vivere quotidiano e soprattutto quando si hanno responsabilità politiche non bisogna mai assumere atteggiamenti tesi a prendere in giro la gente.
Infine, per parafrasare l’intervistato “ora serve una soluzione”, forse sarebbe più opportuno, per il bene del Partito, che chi per il ruolo ricoperto all’interno del movimento e ora con le sue dichiarazioni si pone sul “piedistallo dei ben pensanti” rifletta seriamente sulle dimissioni, visto che la sua “occasione” l’ha avuta ed è stato in grado di sciuparla alla grande».

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