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L’assessore regionale al Turismo Damiano Guagliardi ha partecipato all’inaugurazione del poli-laboratorio per l’arte, la conservazione e il restauro “Mattia Preti” di Taverna (Cz). «Il progetto – ha affermato l’assessore Guagliardi – è stato finanziato dalla Regione e rientra nell’ambito delle politiche di valorizzazione delle risorse culturali del territorio, sostenute con convinzione dalla Giunta Loiero».
Per Guagliardi «la ricchezza della Calabria è la Calabria stessa. L’intero territorio calabrese è pregno di saperi, culture, storia, arte, troppo spesso trascurati. Ed è in questa trama preziosa che si inserisce il nuovo poli-laboratorio che, oltre a consentire il recupero e la tutela del patrimonio delle opere locali, può divenire rapidamente punto di riferimento a livello nazionale». Secondo l’assessore al Turismo «una struttura di tale pregio può costituire fucina per la formazione di professionalità di alto profilo, con qualificata ricaduta economica. Ma è importante che, terminata la fase inaugurale, non si spengano i riflettori sulla nuova istituzione.
La Regione dovrà mantenere alta l’attenzione sul poli-laboratorio di Taverna e continuare a sostenerne costantemente le attività».
Erano presenti alla manifestazione il sindaco di Taverna Sebastiano Angotti, l’arcivescovo emerito di Catanzaro mons. Antonio Cantisani e la direttrice della struttura Caterina Bagnato la quale ha illustrato le caratteristiche del Poli-laboratorio. «Si tratta di una struttura multifunzionale – ha spiegato Bagnato – dotata di impianti e strumenti tecnologici atti a garantire la massima accuratezza nello svolgimento delle indagini sull’opera d’arte e la migliore salvaguardia dell’opera stessa. Si articolata su tre livelli, ha il suo cuore propulsivo nelle due ampie sale-laboratorio intitolate al celebre artista catanzarese Mimmo Rotella e allo scultore tavernese Sebastiano Mustari, e dispone anche di spazi per la didattica e la formazione. Una sala direzionale ospita la rappresentanza dell’Istituto per l’arte e il restauro ‘Palazzo Spinellì di Firenze».
«In particolare, è stata evidenziata – riferisce ancora la nota – l’elevatissima qualità delle attrezzature di ricerca in dotazione, alcune delle quali non risultano disponibili in nessuna altra parte d’Italia. Perciò, il compimento di speciali attività di ricerca potrà d’ora in avanti essere svolto nel nostro paese unicamente nel centro tavernese».

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