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PARIDE LEPORACE

Brucia e fa male leggere su Repubblica l’autorevole Curzio Maltese giudicare poco significativa la probabile e quasi scontata vittoria del centrosinistra in Basilicata. Un riflesso condizionato, quello del commentatore. Nato nell’editoriale di ieri dedicato al travolgente successo di Vendola in Puglia, che a suo scrivere è “l’unica carta vincente del centrosinistra nel Mezzogiorno, a parte la meno significativa Basilicata”.
Non è polemica da strapaese la nostra. E’invito alla riflessione a cittadini e classe dirigente della nostra regione. Più volte abbiamo ragionato contestando i presunti complotti di Repubblica nei confronti della Lucania. Nell’inciso di Maltese troviamo la prova della nostra tesi. Repubblica e grande stampa non hanno nulla da complottare perché in loro vive latente il concetto dell’inutilità della Basilicata. Possibile che i maitre à penser di questa sinistra da caviale non riescano a leggere e considerare l’unico lungo corso meridionale nato dall’unione tra comunisti e dorotei? E che ha creato l’unica Regione biancorossa che si affianca alla grande marca postcomunista dell’Italia centrale dal Po al Tevere. E non mi opponga che questa popolazione è grande quanto un quartiere di Napoli, perché vi sono zone partenopee che per i loro drammi (vedi Scampia) sono uno scandalo nazionale. In Basilicata esiste il più grande giacimento di petrolio di Europa, grandi risorse d’acqua e di gas, uno degli stabilimenti della Fiat che ha mutato le concezioni dell’industria italiana. La sinistra che ignora questo e anche i risultati e i problemi che si vivono nelle aree interne italiane ci dà il metro di un’Italia gossippara e metropolitana lontana anni luce dai suoi abitanti. Forse Maltese è poco informato, capita anche questo, ma una sua analisi più corretta e meno gaffeur doveva tener conto di un processo politico come quello lucano che può unirsi al nuovo che avanza dalla vicina Puglia. La responsabilità è anche del centrosinistra locale, in quell’essere sempre supinamente lucani, nel mettersi sempre sotto l’ala protettrice di qualcuno. Pittella, Bubbico, Margiotta, De Filippo siano più fermi ad indicare i loro successi ai leader di un partito in frantumi. Altrimenti, parafrasando il principe di Metternich, la Basilicata sarà solo un’espressione geografica. La battuta fa il paio con la meteora di Magdi Allam, il candidato a quanto pare rimasto in pista poche ore. Un’apparizione in voce alla terza camera di “Porta a porta” e titoli di giornali hanno scatenato un dibattito senza precendenti tra i cittadini lucani. Militanti di destra delusi, uomini e donne che mordono il freno hanno visto nell’uomo venuto da lontano il deus ex machina di ogni problema. Addirittura movimenti che si richiamano alla Grande Lucania ne rivendicano primigenia di investitura mortificando la loro stessa ragione sociale di esistenza. Colpa di una destra pigra e poco coraggiosa. Ma i destini del nostro presente sono nelle nostre mani. Non si tratta di sventolare vessilli piagnoni del piccolo e maledetto. Ci vuole molto orgoglio. Lo stesso dei giorni di Scanzano quando il mondo applaudì una comunità che difendeva la sua autodeterminazione. Ci vogliono donne, giovani e uomini capaci di difendere identità territoriale e risorse che non mancano.
Per stretto ambito professionale permetteteci di scrivere che iniziamo ad essere stanchi di quella che un tempo era la grande stampa italiana. Mandano gli inviati a bubboni esplosi per quasi sempre pontificare con qualche logoro luogo comune. Filtrano le gerarchia delle notize attraverso i loro usi e ricchi consumi. Perdono copie perché non hanno più contatto con il loro paese.
Abbiamo ancora l’ardire di contrastare questa arroganza culturale. Siamo convinti che fortificando robuste e autorevoli esperienze di stampa locale la nostra opinione pubblica potrebbe diventare adulta senza essere zittita da caste antiche e nuove. Proprio per questo ad un maestro del giornalismo come Curzio Maltese a nome dei nostri lettori ci sentiamo di dire: “Poco significativo sarà Lei e il suo sermoncino a Bersani. Non si preoccupi dei lucani che alla Basilicata ci pensiamo da soli”

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