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di Francesco Altavista

«La foto insieme a una giovanissima e ancora non famosa Arisa è stata fatta nel 2000 , quando incontrai per la prima volta Rosalba che aveva intrapreso con me l’avventura nell’orchestra “Tami Pinto Show”.
Facevamo piazze e matrimoni e quella era la nostra foto pubblicitaria».
A raccontare gli esordi musicali di Arisa è Antonino Santorufo, membro del gruppo cabarettistico i Tremendi, con cui attualmente fa anche un programma radiofonico su Radio Eva. La foto è quella di un gruppo di amici tra cui Rosalba, in arte Arisa .
«Io avevo 23 anni, lei intorno ai 18 anni perché ricordo che festeggiamo con tutta la band, quell’estate, la sua maggiore età- spiega Santorufo che continua – L’avventura è durata poco più di un anno e organizzammo con Pinto un festival “ il Cantavallo”, una competizione canora a tappe nel Vallo di Diano e dintorni.
Una tappa di questo festival c’è stata anche a Brienza e qui Rosalba ha cantato un pezzo di Mietta, vincendo la tappa .
Era la favorita per la vittoria finale ma arrivò seconda, vinse un ragazzo di Teggiano». C’era un rapporto di amicizia ci spiega Antonio Santorufo.
«C’era un bel rapporto. Nonostante i pochi anni di differenza mi chiamava “fratellone mio” , mi considerava come un fratello maggiore. Con noi veniva anche il padre come tecnico audio ed era un simpaticone, lo ricordo con simpatia».
«Io nel gruppo – racconta ancora Santorufo – suonavo il basso e cantavo. Solo una volta ci è capitato di fare un duetto sul pezzo “Acqua e sale” di Mina e Celentano, proprio al suo compleanno di 18 anni. Di solito nelle serate facevamo quattro pezzi a testa, ma ricordo che io cantavo “Senza giacca e cravatta” di Nino D’angelo e lei faceva per me la voce di supporto femminile».
Ricordi qualche serata in particolare?
«Ricordo una serata in una piazza sperduta a Sorianello in Calabria, una piazza piccolissima, talmente piccola che non riuscimmo nemmeno a farci fare i panini per mangiare la sera.
Lì rimanemmo scioccati, perché alla fine della serata ci hanno chiesto per la prima volta gli autografi. Prima volta per lei, per me anche l’ultima.
Abbiamo fatto questi autografi sulle cartoline del gruppo, quindi lì a Sorianello hanno i primi autografi di Arisa».
Quale è oggi la differenza che vedi tra Arisa e la Rosalba che hai conosciuto?
«Naturalmente non era così come è oggi. Ricordo che era molto decisa anche all’epoca, mi diceva che mandava le cassette a Castrocaro.
La voce bella, favolosa, aveva la stessa impostazione che ha oggi, faceva con noi pezzi molto impegnativi, di musica italiana ma anche straniera, di Whitney Houston per esempio. Prima era una ragazza con tutt’altro stile. Si vede nella foto. Si truccava moltissimo.
Taglio di capelli molto particolare. Senza occhiali. Voleva sembrare più grande della sua età. Era più magra, come d’altra parte anche io. Ci siamo allargati. Ma era molto simpatica anche dieci anni fa e reagiva ai miei numerosi scherzi con il sorriso».
Hai parlato con Rosalba dopo il successo?
«Ho parlato al telefono con la madre l’anno scorso, la sera della finale delle nuove proposte. Purtroppo non ho potuto parlare con lei perché impegnata per le prove.
Mi ha mandato però i saluti, dopo una serata a Roma, “Una voce per Padre Pio” se non sbaglio, tramite un mio amico che suonava nell’orchestra.
Evidentemente si ricorda ancora di me.
L’amicizia con Rosalba, infatti, durò anche oltre l’esperienza con Pinto, infatti lei ha suonato anche in qualche matrimonio con Agostino Gerardi, in cui ho suonato anche io. Rosalba, prima che diventasse Arisa, mi chiamava sempre quando capitava a Brienza e qualche volta l’ho accompagnata anche a casa. Un bel rapporto, la sentivo come una bella amicizia. E’ una ragazza sincera che dà molto valore all’amicizia».

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