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di PIERO QUARTO
MATERA trova un suo equilibrio politico-amministrativo con l’elezione di Brunella Massenzio alla presidenza e le novità in giunta annunciate dal sindaco Adduce. Enzo Santochirico, consigliere regionale del Pd e tra i principali esponenti del partito sul territorio torna a parlare senza reticenze della situazione comunale e regionale: «prima era inopportuno farlo in una situazione non facile in cui le parole potevano scatenare delle reazioni e complicare la definizione di un accordo come quello raggiunto venerdì».
Come si è arrivati, sia pur in extremis, all’accordo amministrativo a Matera?
«L’accordo c’è stato perchè Adduce ha cambiato schema rispetto all’impostazione di partenza, ha adottato un’impostazione che riflette il pluralismo chiamando a contribuire tutte quante le risorse della coalizione e del Pd, anche se forse ad alcuni si è dato più di quanto si doveva e ad altri meno. Ora il sindaco ritorna a rispondere alla missione che gli era stata affidata».
Di quale missione stiamo parlando?
«La nostra è una città che oggettivamente è alla ricerca da 10 anni di un governo politico in grado di rispondere alla crisi che vive. Si è fatto prima affidamento su un esponente della società civile nel 2002 (Porcari, ndr) poi la città ha eletto una personalità alquanto autorevole e di indubbio prestigio come Buccico ma i risultati non sono stati eccezionali. Con questi presupposti si è arrivati a scegliere Adduce che aveva il compito di creare un governo politico e di garantire l’unità del partito, della coalizione e una funzione di mediazione, cose che finora non ha garantito».
Cosa pensa di questi primi tre mesi di legislatura e di questa nuova giunta comunale?
«C’è stata una partenza sbagliata in questi primi mesi, ora c’è la necessità di resettare tutto e di ripartire con questa nuova giunta che esprime tutte le sensibilità del Pd e della coalizione».
E’ una giunta a termine?
«Non credo, non ci sono termini ma è chiaro che bisognerà verificare l’impostazione e la pratica del Governo da parte del sindaco, dovrà tener fede alla missione affidategli. Fino a quando? Fino a fine anno? Può essere, tutti dovranno lavorare perchè la situazione funzioni e si risponda alle esigenze che ci sono».
Se questo tentativo fallisse? A quel punto cosa succede?
«Dovremo interrogarci sulla sufficienza delle nostre forze e sulla necessità di un eventuale allargamento».
Guarda a Tosto?
«Io credo che Tosto sia un imprenditore e una personalità con indubbia genialità che ha un ruolo importante nella società materana, ha raccolto un consenso nel civismo e lo ha confermato in due diverse e successive tornate elettorali sostenendo anche il centrosinistra nel 2009.
Oggi avvia un esperimento politico con personalità che dialogano o che sono già nel centrosinistra, è in grado di suscitare entusiasmo e passioni e credo che in quella, non auspicata, eventualità di un fallimento potrebbe essere un utile interlocutore».
Quali sono le priorità su cui puntare nei prossimi sei mesi per avviarsi sulla strada giusta?
«Il vero tema di cui ci occupiamo è proprio quello cioè qual’è il nostro futuro e quali sono le linee per la crescita, io credo che bisogna rilanciare con forza un progetto di città che ha puntato su ambiente, cultura, turismo e ricerca per ridisegnare la propria fisionomia e la propria prospettiva. Penso per esempio alla scuola di restauro come alla film commission, come ancora all’osservazione della terra, materie su cui la Regione ha fatto la sua parte ed ora tocca al Comune intervenire.
Devo aggiungere però che anche la società civile di Matera deve orientarsi per trovare idee e progetti per il futuro».
Torniamo alle questioni del Comune e del Pd, ieri in Consiglio c’è stato bisogno che i singoli consiglieri mostrassero il proprio voto ai colleghi di partito. Una scelta che non inficia il voto ma che certo dimostra i rapporti di scarsa fiducia nel Pd?
«Non c’è dubbio che a Matera, ma più in generale in Italia, il Pd non sia riuscito a vincere la sfida lanciata di un partito aperto, moderno che promuove la partecipazione e l’impegno nella politica.
Ora bisogna creare quel livello di unità e di condivisione che finora è mancato. I congressi di circolo e provinciali di settembre saranno il primo test significativo in questo senso».
Allarghiamo un attimo il discorso sul livello regionale, come sono stati i primi 100 giorni di De Filippo?
«Il presidente De Filippo ha compreso che per le regioni e per il Mezzogiorno si è aperta una nuova era e sta affrontando questo nuovo tempo con la determinazione e la lungimiranza necessaria. Ora certo si è aperto un tema che bisogna affrontare meglio e cioè quello di coniugare il rigore con l’apertura di un nuovo ciclo economico per la Basilicata».
Ma Matera perché continua a sentirsi poco considerata a livello regionale e i casi dei Piot e dell’avvio Matera e Valbasento lo testimoniano. E’ davvero dimenticata dalla Regione?
«La presenza dei consiglieri del Pd di Matera in Consiglio regionale garantisce una rappresentanza degli interessi del territorio come testimoniano le mozioni su Piot e sulla scuola di restauro. Noi abbiamo chiesto di aggiungere fondi all’avviso Matera e Valbasento ma non c’è dubbio che l’assenza del Pd materano dalla giunta sia un’anomalia che in qualche caso può favorire qualche disattenzione che poi viene recuperata tramite gli strumenti consiliari. Come tutte le anomalie però anche questa prima cessa e meglio è».

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