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POTENZA – Dopo giorni di proteste e appelli, qualcosa finalmente si muove. Sono state messe in pagamento dall’altro ieri le mobilità del 2014 (quattro mesi per circa 1500 lavoratori e sei mesi per i restanti): per i circa tremila ex lavoratori attualmente in mobilità in deroga, dopo tanto penare, dopo tanti impegni puntualmente disattesi e dopo mille difficoltà per i ritardi nei pagamenti, arriva finalmente una buona notizia. È la conclusione di un percorso assurdo che ha visto il governo nazionale affamare, volutamente, migliaia e migliaia di famiglie.
A darne notizia sono le segreterie regionali di Cgil-Cisl-Uil di Basilicata: “Lo abbiamo condannato e denunciato a più riprese – dichiarano i dirigenti sindacali – che il ritardo dei pagamenti da parte del governo nazionale aveva come unico obiettivo la volontà di aumentare il disagio ed accentuare la marginalità sociale di questi sfortunati lavoratori. La scelta del governo di ridurre drasticamente sia i finanziamenti che la durata degli ammortizzatori in deroga sta producendo effetti devastanti che si scaricano irrimediabilmente sui lavoratori che, come dicevamo, solo in questi giorni riceveranno i sussidi dovuti da oltre un anno”.
Secondo le tre organizzazioni sindacali “gli ammortizzatori sociali in deroga sono stati, nei fatti, l’unica risposta ad un vuoto legislativo che avrebbe lasciato senza alcuna copertura interi settori produttivi ma avrebbe dovuto farlo in maniera più omogenea ed opportuna. In questi anni di crisi, nel nostro Paese, il sistema di ammortizzatori sociali ha tutelato, ogni anno, 4 milioni di lavoratori. Con la sola cassa integrazione si sono protetti oltre 1 milione di persone e migliaia di aziende”.
Nel ribadire “la necessità, da parte della Regione Basilicata, di dare immediata esecutività agli accordi sottoscritti, partendo dalla emanazione del Bando per l’avvio del Reddito minimo di inserimento”, Cgil, Cisl e Uil fanno sapere di non avere altresì smesso di spingere “a livello nazionale sul governo Renzi a rivedere la posizione assunta ed abbiamo formulato una proposta, a nostro modo di vedere, ineludibile per un Paese civile che voglia realmente agganciarsi ad una reale e vera ripresa produttiva e cioè rifinanziare con la massima urgenza gli ammortizzatori in deroga fino all’entrata a regime del nuovo sistema affinché nessun settore, nessuna impresa – a prescindere dalle sue dimensioni – e nessun lavoratore rimanga scoperto da forme di sostegno in caso di sospensione o riduzione dell’attività”.

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