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POTENZA – Fa tappa a Potenza per la prima volta da quando è stato nominato segretario nazionale della Uil ed è un fiume in piena di sferzante ironia nell’attacco, quasi spietato, a quell’«uomo sempre più solo al Governo» che è Matteo Renzi.

Dalla riforma della scuola, al Jobs Act, passando attraverso le tanto declamate riforme, il giudizio di Carmello Barbagallo è secco: è una svolta improntata all’«autoritarismo» e alla «scarsa democrazia» quella impressa al Paese.

E continua con il sarcasmo: «Confesso che mi piacerebbe iscrivermi al Partito democratico, per assistere da parente stretto al funerale che si terrà presto». Perché non è vero che che il Governo può permettersi di andare avanti senza concertazione con le parti sociali, senza conseguenze, in termini di consenso: «Se Renzi ha dimezzato il suo indice di gradimento in pochi mesi, un motivo ci sarà».

Barbagallo annuncia che non se si aprirà il confronto sui rinnovi contrattuali, a settembre sarà di nuovo sciopero generale, così com’è accaduto per la scuola.
«Obama annuncia che aumenterà i salari a milioni di cittadini, la Germania annuncia che farà aumentare i contratti del cinque per cento, e ai pensionati del 2,5% da luglio. La ripresa economica può partire solo da questo. Senza investimenti pubblici e privati non si va da nessuna parte».

Nel mirino di Barbagallo anche una Ue che sotto l’egida dell’austerità sta alimentando un preoccupante sentimento antieupeista. Sul sindacato ha un’idea chiara: «Quello moderno non può prescindere da un ritorno al passato». Nel senso che «dovrà recuperare il suo ruolo più autentico di rappresentanza degli interessi dei lavoratori». Perché «per troppo tempo è stato percepito come più vicino alla politica e agli interessi istituzionali».

Lo stesso sindacato a cui, qualche intervento prima – dal palco dell’auditorium dell’ospedale San Carlo, che ieri mattina ha ospitato l’iniziativa della Uil di Basilicata “cambiare il pubblico ci riguarda” – il presidente Pittella aveva invitato a fare i conti anche con i propri errori e non solo con quelli della politica. E a cui ha rivolto anche un appello: scrollarsi di dosso la “sindrome della tristezza”, con un approccio teso non solo alla critica fine a se stessa, ma anche al riconoscimento dei risultati raggiunti.

«Perché in Basilicata – ribadisce dal pulpito – sono stati compiuti importanti passi in avanti nell’ambito della riforma del sistema pubblico, grazie anche alla collaborazione con quella parte di sindacato dall’approccio costruttivo».

Sollecitato dalla relazione della componente del Centro studi Uil, Raffaela Pucciariello, che individua molte criticità, anche in regione, rivendica il riordino dei consorzi di bonifica, l’annunciato passaggio in Acquedotto lucano da un cda ad un amministratore unico, l’abbassamento degli emolumenti apicali.

Ma anche quello che si sta facendo sul fabbisogno del personale, o rispetto ai precari dell’Alsia. Ma il convegno organizzato dalla Uil e dalla Funzione pubblica di Basilicata – rappresentata non solo dai segretari di Potenza e Matera, Antonio Guglielmi e Franco Coppola, ma anche dal nazionale, Giovanni Torluccio – è anche l’occasione per lanciare la collaborazione tra sindacato e Censis, confermata ieri dal direttore generale del Centro studi nazionale, Giorgio De Rita. Il progetto è quello caro al segretario regionale Carmine Vaccaro che ruota intorno a una strategia di valorizzazione delle risorse naturali della Basilicata: acqua, petrolio e boschi.

«Il presidente Pittella – è il commento del leader della Uil lucana – dimentica di dire che 3.000 giovani ogni anno scelgono di andare via della regione. Occorre dare loro risposte, invertire la rotta. le potenzialità ci sono. Ma è necessario metterle a frutto. Dalla rivoluzione democratica è necessario passare a quella culturale».

A dipingere il quadro della Sanità lucana, alle prese con la sfida della riorganizzazione e l’efficientamento del sistema, il direttore dell’azienda ospedaliera San Carlo, Rocco Maglietta.

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