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POTENZA – I lucani hanno confermato nel 2016 «la loro diffidenza» nei confronti del sistema sanitario «in maniera più rilevante rispetto agli altri, scegliendo di ricoverarsi e curarsi in strutture sanitarie fuori dai confini regionali». E’ quanto emerge dall’Ips, l’Indice di performance sanitaria realizzato per il secondo anno consecutivo dall’istituto Demoskopica.

Le scelte dei lucani hanno fatto raggiungere alla Basilicata un «indice di fuga pari al 24,1 per cento che misura, in una determinata regione, la percentuale dei residenti ricoverati presso strutture sanitarie di altre regioni sul totale dei ricoveri sia intra che extra regionali».

La Basilicata ha totalizzato «solo 16,6 punti nella graduatoria parziale di Demoskopica». Rispetto ai lucani, i «più fedeli» al loro sistema sanitario sono stati i lombardi, con un indice di fuga pari ad «appena il quattro per cento», consentendo alla Lombardia di raggiungere il massimo del punteggio (100) nella graduatoria.

CASTELLUCCIO (FI): NON TUTELATO DIRITTO ALLA SALUTE  “Il primato della Basilicata per la ‘fuga’ da ospedali e strutture sanitarie regionali e il secondo posto per ‘inefficienza sanitaria’, secondo i dati dell’indagine Demoskopika, mettono a dura prova la fase di attuazione della legge di Riordino del Sistema sanitario approvato a risicata maggioranza in Consiglio, in quanto sono dati che comprovano una mancata tutela del diritto alla salute dei cittadini”. E’ quanto sostiene il vicepresidente del Consiglio regionale ed esponente di Forza Italia, Paolo Castelluccio, che aggiunge: “A quanti si rivolgono ad altre strutture extraregionali bisogna aggiungere l’alto numero di lucani che si impoveriscono a causa delle spese sanitarie non coperte, come acquisto di farmaci, pagamento di rette nelle case di cura, visite specialistiche e cure odontoiatriche e quanti rinunciano a curarsi per le lunghe liste di attesa oppure perché non possono permetterselo”. “In particolare – puntualizza Castelluccio – quel 24,1 per cento che misura, in una determinata regione, la percentuale dei residenti ricoverati presso strutture sanitarie di altre regioni sul totale dei ricoveri, sia intra che extra regionali, dato che ci appartiene, deve far riflettere e convincere a puntare sul rafforzamento dei servizi della sanità nel territorio. Nello specifico – aggiunge – è atteso alla prova l’impegno di ‘non declassare’ l’ospedale di Policoro dopo l’accentramento di competenze in quello di Matera. Non si sottovaluti che, nei soli primi sei mesi del 2015, la migrazione sanitaria può essere quantificabile in circa 10 mila ricoveri. In questa ottica è ancora più incomprensibile l’atteggiamento assunto dalla Regione sulla questione dei tetti di spesa e del ‘respingimento’ di utenti extraregionali da parte delle strutture sanitarie private accreditate. Accade infatti che a Matera, ad esempio, strutture private accreditate di eccellenza non sono state pagate per le prestazioni effettuate a favore di utenti pugliesi e di altre regioni e, quindi, si scoraggiano anche nel nuovo anno ad intercettare utenza extraregionale perché rischiano di farlo a proprie spese”. 

“Nessuno – continua Castelluccio – mette in discussione l’affermazione del presidente Pittella sulla necessità che la politica faccia un passo indietro nella gestione, anzi per me è il caso di fare due passi indietro, ma è pur vero che in quegli indirizzi programmatici a cui si appella il Presidente ci sono scelte delicate ed importanti, tutte politiche, per soddisfare le esigenze ed i bisogni dei cittadini del Materano, le imprese private, l’occupazione di settore ed ogni altra esigenza che riguarda le nostre comunità.  Non abbiamo alcuna intenzione di assistere inerti al rischio, anche nel 2017, di perdita del lavoro per una settantina di persone tra operatori sanitari, dipendenti amministrativi, medici specialisti in provincia di Matera ed al respingimento di oltre 5mila pazienti al mese di altre regioni che non potrebbero ricevere dai centri materani le prestazioni richieste.  E poi – sottolinea il Vice presidente del Consiglio – una volta per tutte, si metta fine al balletto ‘penoso’ su chi deve fare cosa. Un altro dato di Demoskopika su cui rivedere l’atteggiamento di scontro con le strutture della specialistica ambulatoriale: il contenzioso costa alla Basilicata per cause legali e sentenze sfavorevoli ben 4 milioni di euro a riprova che i dirigenti non valutano con attenzione i ricorsi presentati. Mentre – conclude Castelluccio – mantenere il management delle aziende ospedaliere, Asl e delle strutture sanitarie in generale ha costi sempre più alti”.

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