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Un posto di blocco e la merce e i soldi sequestrati

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MELFI – Aveva con sé una cifra non indifferente: 6.650 euro in banconote di diverso taglio, tutte avvolte in un calzino. Ma non era solo il denaro che una donna di 48 anni – di origini marocchine ma residente a Trebisacce, in provincia di Cosenza – portava con sé in auto. A fermarla, lungo la Statale 655 nell’area di San Nicola di Melfi, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Melfi, che poi hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato della donna, responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il normale posto di blocco era stato istituito nell’area di confine con la regione Puglia. Intorno alle 19 di domenica scorsa, i carabinieri si sono insospettiti osservando l’andatura di una Audi A4, proveniente dal foggiano, il cui conducente, alla vista della pattuglia, si è accostato eccessivamente al veicolo che la precedeva, con il chiaro intento di non essere fermato.

Dopo aver intimato l’alt e fermato l’auto, si sono imbattuti in quello che, sin da subito, si è mostrato come un atteggiamento nervoso ed evasivo della donna a bordo, tra l’altro risultata essere gravata da precedenti per traffico di stupefacenti. Ragioni per le quali i militari hanno deciso di effettuare un’approfondita perquisizione nell’automezzo.

Trovati e sequestrati due panetti di hashish, del peso complessivo di 155 grammi circa, abilmente occultati all’interno del vano porta batteria del cofano motore. Nel corso delle operazioni, la 48enne, pensando di non essere notata, si è disfatta di un telefono cellulare di vecchia generazione, verosimilmente utilizzato per mantenere i contatti con i propri clienti, e di un calzino in spugna, gettandoli nel terreno al margine della carreggiata.

I carabinieri hanno recuperato il tutto e verificato che, all’interno del calzino, erano custoditi ben 6.650 euro in contanti, provento dell’attività di spaccio della droga. La donna è stata anche sanzionata per il mancato rispetto della normativa in materia di prevenzione della pandemia da Covid-19, avendo fatto ingresso ingiustificato in Basilicata.

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