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Radioamatori in Irpinia dopo il terremoto

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LE ribattezzarono “radio terremoto”, alcune registrarono in diretta il boato spaventoso delle scosse del 23 novembre 1980 ma tutte furono preziose per i soccorsi. I radioamatori diedero un contributo decisivo in quei giorni di angoscia e smarrimento. Nei tempi lontani da cellulari, social network e dirette skype e tanto altro si riuscì a realizzare una straordinaria opera di comunicazione. Dopo i novanta interminabili secondi di quella maledetta domenica centinaia di radio libere smisero di diffondere musica, di parlare di politica e sport e misero a disposizione le loro onde di frequenza.

In primo luogo i radioamatori furono infatti indispensabili per indirizzare i soccorsi. In Campania e in Basilicata il sisma non risparmiò ovviamente i commissariati, le caserme e le prefetture. Sin dai minuti successivi alle scosse si creò quindi un vuoto di comunicazioni istituzionali. Una circostanza che spiega la mancata percezione del disastro nelle ore e addirittura nei giorni successivi al terremoto nel resto d’Italia.

La macchina dei soccorsi spesso si muoveva alla cieca in uno scenario apocalittico e senza informazioni adeguate. Furono gli operatori delle radio libere che avvertirono e condussero le squadre dei soccorritori nelle zone più colpite dal sisma. In quel caos di sangue e macerie l’esercito e i vigili del fuoco riuscirono ad avere un quadro della situazione. L’impegno dei radioamatori proseguì anche nei giorni successivi e fu altrettanto fondamentale. I numerosi emigrati campani e lucani chiamavano le radio libere che trasmettevano in diretta le loro voci, i loro appelli strazianti.

Cercavano notizie dei familiari che non avevano più un telefono. E molti furono rintracciati. Le istituzioni non erano in grado di soddisfare le richieste e così dall’estero in molti si misero in contatto con i radioamatori per reperire informazioni sui loro cari. La radio divenne uno dei pochi punti di riferimento per tanti disperati e consentì di ripristinare almeno i principali canali comunicativi.

Le radio libere furono essenziali anche per la raccolta di capi d’abbigliamento e generi di prima necessità da destinare alle popolazioni colpite dal terremoto.

«Il principale problema – scrive Alessio Capasso dell’Associazione radioamatori italiani (Ari) di Avellino – era stabilire collegamenti con i comuni del cratere per avere notizie ed indirizzare i soccorsi; le linee telefoniche erano interrotte, unico mezzo era la radio. I primi radioamatori che, a quanto si apprende dai registri ufficiali, giunsero a Teora alle ore 1.00 del 24 novembre, provenivano da Battipaglia; dopo aver preso contatti con i carabinieri del luogo, comunicarono via ponte radio alla prefettura di Avellino la distruzione del paese all’80 per cento, mentre da Conza comunicavano la distruzione totale; solo all’alba iniziarono ad arrivare i primi soccorsi, ma purtroppo erano pochi e disorganizzati».

Da tutta la penisola giunsero radioamatori per dare un supporto ai soccorsi dando vita a un’imponente catena di solidarietà. «Un gruppo di tre radioamatori con una campagnola e una roulotte, giunsero da Pescara insieme ad una colonna del Corpo forestale, e si stabilirono a San Mango sul Calore; qui la situazione era altrettanto drammatica; principale compito di questi operatori fu indirizzare, sempre via ponte radio, le colonne di soccorso provenienti dalle altre regioni, nonché raccogliere messaggi nelle varie località dell’epicentro ed inviarle a Torino (tramite apparati Hf in onde corte della Telettra-Fiat) dove tramite linea telefonica venivano inviati ai destinatari, o anche direttamente via radio nel caso di paesi esteri, esattamente come un ufficio postale», aggiunge Capasso.

In memoria del sisma la sezione dell’Associazione radioamatori italiani di Potenza ha organizzato ieri un’attivazione speciale del nominativo di sezioni Iq8Pz. «Nei ricordi e nei documenti di sezione è ancora vivo il triste evento che colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale, ma soprattutto l’importante ruolo avuto dai radioamatori e della comunicazione radio in emergenza», spiega la sezione Ari di Potenza. È stata realizzata una speciale cartolina commemorativa, spedita a tutti coloro che si sono collegati al nominativo di sezione. In quei giorni drammatici i volenterosi radioamatori tennero sulle loro spalle l’unico ponte di comunicazioni con il resto del mondo rappresentando per migliaia di persone un barlume di speranza.

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