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La fondazione Don Gnocchi a Tricarico

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POTENZA – E’ una 82enne di Aliano la 26sima vittima del covid 19 in Basilicata: la terza proveniente dal focolaio scoperto a fine marzo all’interno del polo riabilitativo Don Gnocchi di Tricarico.

La notizia del decesso della donna (LEGGI QUI), ricoverata nel reparto di terapia intensiva del Madonna delle Grazie di Matera, è arrivata ieri mattina a 12 giorni di distanza dall’ultimo lutto registrato in regione, sempre per un ex paziente del Don Gnocchi. Per l’esattezza un 84enne di Tursi trasferito a sua volta nell’ospedale della città dei Sassi. Mentre il primo morto collegato al focolaio tricaricese era stato un 86enne di Pisticci agli inizi di aprile.

A tenere banco in questa fase di parziale ritorno alla normalità dopo quasi due mesi di quarantena, però, resta il giallo che ha avvolto alcuni dei casi più recenti di contagio segnalati dalle autorità. Soprattutto quelli dei 4 operatori addetti alle vaccinazioni nel distretto della salute dell’Asp di Marsicovetere, e di 8 tra residenti e operatori di tre diverse residenze assistite, due a Tolve e una ad Anzi, risultati positivi a un primo tampone effettuato la scorsa settimana.

E’ arrivata a fine giornata, infatti, la conferma della negatività di tutti e 12 anche al secondo tampone di conferma, il terzo in totale. Tanto che a Villa d’Agri sarebbero già riprese normalmente le attività di vaccinazione, sebbene si sia deciso comunque di sottoporre gli operatori anche a un quarto tampone, per non lasciare nulla di inesplorato.

Intanto il numero dei contagi complessivi registrati, inclusi quelli per cui l’esito dei tamponi di riscontro effettuati è risultato negativo, è salito a 407, 179 dei quali sarebbero tuttora positivi al covid 19. Tra questi i 3 segnalati nell’ultimo bollettino di mezzogiorno della Regione: un operatore sanitario di Sant’Arcangelo, che lavora a Policoro, e altri due pazienti asintomatici di Pisticci e Matera.

Da registrare, nella giornata di ieri, ci sono anche le precisazioni del prefetto di Potenza Annunziato Vardé su un gruppo di richiedenti asilo sudanesi appena arrivato in Basilicata dalla Sicilia e ospitato in strutture di accoglienza di Potenza (10) e Matera (5). Vardé ha voluto chiarire che ognuno di loro sarebbe stato già sottoposto a un periodo di quarantena e a un test sul contagio da covid 19 risultato negativo. Per questo ha evidenziato che resteranno sottoposti a un ulteriore periodo di quarantena di 14 giorni in via del tutto cautelativa, e per rispetto dell’ordinanza del governatore Vito Bardi per chi entra in regione.

Su quest’ultima e la sua concreta applicazione, invece, sono intervenuti il sindaco di Potenza, Mario Guarente, e la Protezione civile. Dopo i chiarimenti sul carattere facoltativo e non obbligatorio dei tamponi per i nuovi arrivi. Entrambi hanno smentito, in particolare, le notizie circolate via chat (e rilanciate da altre testate giornalistiche) di cittadini che avrebbero rifiutato di sottoporsi al tampone. Quindi hanno indicato in oltre 150 il numero dei tamponi già effettuati nelle postazioni mobili allestite all’esterno degli scali di autobus e treni, e in una trentina le auto-denunce ricevute dai fuori sede tornati con auto private nel capoluogo.

Oltre ai 3 ex pazienti della don Gnocchi di Tricarico, nella triste conta dei decessi per coronavirus in Basilicata restano: 9 pazienti di Potenza, 2 di Paterno, 1 di Spinoso, 1 di Moliterno, 1 di Villa d’Agri, 2 di Rapolla, 1 di Irsina, 1 di Montemurro, 2 di Matera, 1 di San Costantino Albanese e 2 di Avigliano.

Altri due lucani, poi, risultano morti fuori regione: un anziano di Rivello, che risiedeva in una casa di riposo di Sala Consilina, e un altro pisticcese andato incontro al suo destino a Mantova, dove si era trasferito da diversi anni. Non pare annoverabile tra questi, invece, la donna di Valsinni morta a metà aprile a Matera, dopo essere stata dichiarata guarita, a causa di «eventi clinici» che l’Asm ha giudicato «non specificamente ascrivibili a covid 19».

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