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Un veduta di Marsicovetere

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POTENZA – Mai autorizzato la “fuga” degli operatori e l’abbandono degli anziani ospiti della casa di riposo, dove nei giorni scorsi è stato scoperto il più importante focolaio di covid 19 dall’inizio della crisi sanitaria, e sono già 5 i morti tra i “residenti”.

E’ quanto ha dichiarato al Quotidiano del Sud il sindaco di Marsicovetere, Marco Zipparri.

Il primo cittadino è intervenuto così dopo lo sconcerto generale provocato dai fatti del comune valdagrino, epicentro della nuova ondata pandemica in Basilicata, che ieri ha visto crescere di altri 23 casi il numero dei positivi presenti in regione.

Dati migliori, a ben vedere, rispetto al record di sabato (47 contagi accertati), ma con un picco di 8 nuovi casi a Lauria (tra i contatti di altri due pazienti individuati in precedenza) e un “brivido” aggiuntivo tra Tolve e i palazzi di via Verrastro.

Su Facebook, infatti, è stato il sindaco – senatore leghista, Pasquale Pepe in persona, a sgombrare il campo dalle voci incontrollate confermando la positività della madre. Una notizia che ha messo in allarme non pochi nel mondo della politica lucana, dal momento che Pepe resta uno dei principali punti di riferimento della numerosa pattuglia del Carroccio in Consiglio regionale (in serata Pepe ha reso noto la negatività sua e del resto dalla sua famiglia).

Poco prima del colloquio con Zipparri, sempre al Quotidiano del Sud, era arrivata la replica di alcuni di quegli operatori della casa di riposo di Marsicovetere, che fa capo all’imprenditore Nicola Ramagnano.

«Abbiamo avuto il permesso di tornare a casa». Questa la tesi, nonostante l’ordinanza del primo cittadino che disponeva l’isolamento, della struttura, in entrata e uscita e il fatto che fossero loro stessi contagiati. Sicché tornando a casa non hanno fatto altro che esporre all’infezione anche familiari, tanto che nei confronti loro e degli altri contatti degli ultimi positivi scoperti è già stata disposta una prima batteria di tamponi che verrà replicata a breve (150 quelli effettuati ieri nella zona “drive in” della palestra di Villa d’Agri, ndr).

«La mia ordinanza – è la secca smentita di Zipparri – è tuttora valida e il titolare non poteva fare allontanare nessuno».

Il primo cittadino ha reso noto anche l’accordo raggiunto tra l’Asp e la società che gestisce il Don Uva di Potenza, dove oggi stesso dovrebbero essere trasferiti i restanti ospiti della casa di riposo. Quindi è tornato a denunciare la «confusione» generatasi sui numeri di quanti vivevano effettivamente all’interno della struttura di Ramagnano (pare una cinquantina in luogo della ventina prevista, ndr), che dovrebbe finalmente risolversi col confronto tra «tamponi effettuati, ricoveri e degenti trasferiti al Don Uva».

«Abbiamo vissuto un incubo che ora sembra che stia per finire». Ha concluso Zipparri. «Ma stiamo già pensando di costituirci parte civile, come Comune, per l’accaduto, se dalle indagini che sta conducendo la magistratura dovesse aprirsi un processo vero e proprio. C’è stato un danno d’immagine evidente per questa comunità che non merita di essere associata a fatti del genere».

Nel bollettino epidemiologico diffuso ieri dalla Regione è stato confermato anche il sensibile incremento nel numero dei ricoverati (32), per cui è stata già saturata la capacità del reparto di Malattie infettive del San Carlo di Potenza (18 posti letto). Anche se al momento restano solo due i pazienti in terapia intensiva («tra cui 1 guarito ancora ricoverato»), entrambi a Matera.

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