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POTENZA – Un test di massa sul modello cinese nei due capoluoghi di provincia, Potenza e Matera, dove si concentra più di un contagiato lucano su quattro.
E’ questa l’ipotesi allo studio del governatore Vito Bardi e dell’unità di crisi anti covid della Regione, mentre il numero di pazienti lucani contagiati (residenti e non) si avvicina a quota 5.500 e il numero delle vittime balza da 114 a 130 per effetto di una serie di decessi registrati in ritardo.

A spiegare i contorni dell’operazione, che dovrebbe partire in tempi brevi e chiudersi prima delle festività natalizie, è stato lo stesso Bardi, ieri sera in Consiglio regionale, relazionando sulla situazione in seguito alle richieste di chiarimenti sulla decisione di estendere il blocco delle didattica in presenza, fino al 3 dicembre, anche a scuole medie ed elementari. Poche ore dopo la pubblicazione dell’ultimo bollettino epidemiologico di via Verrastro che ha segnalato un ricoverato in meno rispetto al giorno precedente (179 contro 180) e quattro malati in meno nelle terapie intensive (19 contro 23).

Il governatore ha richiamato tutti i presenti, e in particolare l’opposizione, a un senso comune di responsabilità per il momento drammatico che sta attraversando la regione col mondo intero. D’altro canto ha minimizzato sul record di contagiosità assegnato per la seconda settimana consecutiva alla Basilicata dall’Istituto superiore di sanità, parlando di un indice, il famoso “Rt”, condizionato dal numero dei tamponi effettuati. Uno specchio deformante, insomma. Sicché regioni come la Basilicata dove in rapporto alla popolazione viene effettuato un numero maggiore di tamponi verrebbero ritratte in maniera peggiore di quello che sono realmente.

«La Regione Basilicata pure a fronte dell’importante incremento di positivi – ha dichiarato Bardi – ha effettuato un numero di tamponi per positivo tra i più alti di Italia (…) Tutto ciò conduce evidentemente ad intercettare un numero di asintomatici o paucisintomatici percentualmente più elevato rispetto a molte altre Regioni con conseguente aumento del indicatore “Rt”, ma anche ad interrompere prima la diffusione del contagio».

Il governatore ha aggiunto che in media, in Basilicata, verrebbero individuati 10 contatti stretti per ogni contagio accertato mentre nel Lazio soltanto 2. Quindi ha citato lo screening di massa appena compiuto in Alto Adige, con quasi 300mila test rapidi che hanno portato all’emersione di 3mila contagiati.

«E’ chiaro che trovando 3 mila positivi l’“Rt” cresce – ha proseguito il generale -, ma nello stesso tempo si sono individuate 3mila persone che stanno in quarantena, non circolano e quindi non possono trasmettere questo virus». Di qui l’idea di replicare l’esperienza altoatesina, mutuata a sua volta dalla Cina: dirottare su Potenza e Matera un’anticipazione consistente, misurabile in diverse decina di migliaia, dei 1.500 test rapidi messi a disposizione ogni giorno dalla Protezione civile nazionale per il personale della sanità.

«Ne ho parlato pure con il sindaco già di Potenza e ora chiamerò quello di Matera per vedere». Ha concluso il governatore. «Credo che possa essere una cosa positiva».

Un’ultima considerazione Bardi l’ha riservata al contenzioso amministrativo che ha visto la sua ordinanza di estensione dello stop della didattica a distanza a scuole medie ed elementari resistere alla richiesta di sospensiva avanzata da un gruppo di genitori materani. Anche se il presidente del Tar, con una pronuncia in cui ha sostanzialmente ributtato la palla nel campo della Regione, ne ha ordinato il riesame entro il 2 dicembre, vale a dire un giorno prima della sua scadenza naturale.
«Posso dire che il Tar in fondo ha riconosciuto le nostre ragioni», ha dichiaarato Bardi. «Lo dico in maniera semplice (…) Mi dispiace, però domani devo dire che le scuole ancora rimarranno aperte a distanza».

«Noi risponderemo, verificheremo gli atti e valuteremo (…) anche localmente». Ha proseguito il governatore. «Dobbiamo fare una valutazione approfondita perché il mio problema non è quello di arrivare al 2 ma di vedere se al giorno 2, momento in cui ci sarà il provvedimento, sussistono un po’ le condizioni per sospenderlo o per poter continuare alla chiusura».

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