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La sede della Regione Basilicata

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BEN 227 nuovi casi, che sono comunque un dato in calo rispetto ai 328 comunicati mercoledì. Con un rapporto tamponi effettuati – positivi che scende dal 14,7% al 12,21%. Ma anche 299 guariti, che per la prima volta dall’inizio della seconda ondata epidemica farebbero diminuire il numero dei contagiati tuttora positivi.

Peccato solo che sia un bluff, legato alla mancata registrazione nel sistema informatico di gestione dei dati dell’emergenza di una serie di guarigioni risalenti persino a luglio.

Sono questi i dati comunicati, ieri, dal profilo Facebook della giunta regionale. Col numero dei pazienti in terapia intensive (22) che resta stabile, mentre sale da 176 a 178 quello dei ricoverati.

I quasi 300 guariti, che farebbero scendere il numero dei pazienti tuttora positivi in cura in regione (residenti e non) dai 5743 del giorno precedente a 5643, nel bollettino diffuso a mezzogiorno ancora non compaiono. Al loro posto viene indicato, infatti, che «è in corso la periodica verifica dei dati della piattaforma informatica covid». A meno di ulteriori sorprese, tuttavia, dovrebbero essere ufficializzati a breve.

Errori e imprecisioni nel computo dei dati sui contagi, sempre ieri, sono stati denunciati pubblicamente anche dall’amministrazione comunale di Lavello, che ha voluto precisare il numero dei pazienti in isolamento domiciliare sul suo territorio (238)

«La task force regionale, quando pubblica i positivi, non distingue tra nuovi positivi e conferme». Questa l’accusa rivolta dalla bacheca Facebook dell’amministrazione, a cui dall’unità di crisi regionale hanno replicato smentendo con decisione.

«Ci possono essere dei casi che i laboratori per errore duplicano in anagrafica ma sono casi sporadici che non rappresentano la regola». Ha spiegato al Quotidiano Vincenzo Barile, referente della piattaforma informatica covid della Regione. «Quando vengono segnalati si provvede a correggere». Ha aggiunto. «Poi possono mancare le procedure di guarigione quando non vengono registrate sulla piattaforma e questo può comportare una discrepanza sui dati reali».

Nel caso delle quasi 300 guarigioni “fantasma”, pertanto, si sarebbe trattato proprio dell’effetto dei nuovi criteri adottati per la certificazione delle guarigioni. Con la previsione di un solo tampone negativo seguito da 10 giorni senza sintomi del covid per la dichiarazione di guarigione, in luogo dei due tamponi negativi previsti inizialmente e iscritti nel codice del sistema informatico (appena aggiornato).

Rispetto, invece, al rischio di duplicazione dei contati, Barile ha dichiarato che «l’estrazione dei dati esclude automaticamente nel report le persone positive che avevano già un tampone positivo».

Ieri sono stati registrati ufficialmente anche altri tre morti per covid: 1 a Bella, 1 a Potenza e 1 a Paterno (un cittadino residente in Veneto).

Non è mancata una polemica, tuttavia, anche rispetto ai nuovi reparti covid in via di allestimento per pazienti asintomatici o paucisintomatici.

«Ho inviato una richiesta di chiarimenti alla Direzione sanitaria e all’assessore Leone, in merito ad alcune preoccupanti notizie che mi giungono dalle famiglie dei pazienti in dialisi, un tempo ricoverati a Venosa ed oggi trasferiti a Rionero». Così la sindaca della città di Orazio, Marianna Iovanni, dopo lo sgombero del locale nosocomio per far posto ai pazienti covid.

«Sembrerebbe – ha aggiunto Iovanni – che, per poter incrementare il numero dei pazienti covid (attualmente 18) a Venosa, si renda necessaria la rotazione di quel personale sanitario, che è stato trasferito a Rionero, lo scorso 9 novembre, con i 21 pazienti della dialisi del polo ospedaliero distrettuale venosino. Inoltre, se questa soluzione non sarà possibile, sembra che molti dializzati dovranno essere trasferiti sino al San Carlo di Potenza».

«Insomma, si continua a navigare a vista. Ma solo per Venosa, perché poi scopriamo che il polo ospedaliero di Chiaromonte, invece, viene ben tutelato e, nonostante la trasformazione ad ospedale covid, i servizi sanitari esistenti resteranno attivi».

Ci piacerebbe conoscere le ragioni di questo accanimento contro il polo ospedaliero distrettuale venosino». Conclude Iovanni. «O forse, considerata un’altra importante questione, ovvero la preoccupante assenza di vaccini antinfluenzali nella cittadina oraziana (mentre, ad esempio, nella vicina Lavello sono già stati distribuiti), un accanimento principalmente contro Venosa».

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