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Una dose di vaccino

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POTENZA – A Matera, dal 1 al 6 marzo, sono state iniettate 876 dosi del lotto di vaccini Astrazeneca bloccato ieri in via precauzionale dall’Agenzia del farmaco. Dopo la segnalazione di tre decessi, in Sicilia, tra il personale delle forze dell’ordine a cui era stato somministrato nei giorni scorsi. Ma alla Regione Basilicata non è arrivata «al momento» alcuna «segnalazione di gravi eventi avversi».
E’ quanto affermato ieri in serata dal governatore Vito Bardi, dopo alcune ore di apprensione per il giallo dei vaccini “a rischio”.

In una breve nota il governatore ha spiegato che in Basilicata, a fine febbraio, sono state consegnate 2.376 dosi complessive del lotto “incriminato”. Ma 1.500 di queste erano rimaste conservate nella farmacia dell’ospedale di Venosa, dove ieri sono state sequestrate dai carabinieri del Nas. Mentre le 876 dosi consegnate all’Azienda sanitaria di Matera, sono state già iniettate, senza alcuna significativa reazione avversa o ricaduta sanitaria, «a personale della scuola, vigili del fuoco e forze dell’ordine».

Chiarimenti sulle dosi del lotto bloccato dall’Agenzia del farmaco arrivate in Basilicata erano stati chiesti, ieri pomeriggio, dal consigliere regionale renziano Luca Braia.
In un’interrogazione al governatore Bardi, il consigliere aveva chiesto anche di sapere «se sarà attivato un monitoraggio sulle condizioni di salute ed eventuali reazioni su coloro a cui è stato somministrato il vaccino appartenente a tale lotto».

La grande paura per le fiale di Astrazeneca consegnate alle aziende sanitarie lucane è arrivata poco dopo l’annuncio del calendario per le seconde dosi agli ultraottantenni di Potenza (a cui si continuerà a somministrare il preparato della Pfizer) e dell’intenzione della Regione Basilicata «di realizzare» nell’ospedale di Chiaromonte «un centro di coordinamento della campagna di vaccinazione in corso in tutta la regione».

Il calendario per la somministrazione della seconda dose a Potenza

A dirlo, in una nota congiunta, erano stati gli assessori Rocco Leone e Francesco Cupparo e il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Francesco Piro, per cui quello di Chiaromonte va considerato l’ospedale di «riferimento per le cure covid-19 per gli utenti dell’area sud della provincia di Potenza». Una scelta, che Cupparo, Piro e Leone hanno definito «particolarmente efficace in questa nuova fase di recrudescenza del contagio», sottolineando anche il ruolo pensato per gli ospedali di Lagonegro, Villa d’Agri e Melfi, «nell’ottica di migliorare ed ampliare l’offerta ospedaliera rivolta ai cittadini delle comunità locali ed extraregionali», in collegamento con l’ospedale «San Carlo» di Potenza, «titolare indiscutibile dell’alta complessità in regione».

Sulla questione vaccini ieri è intervenuto anche l’altro consigliere regionale renziano, Mario Polese, per esprimere soddisfazione per la priorità riconosciuta «ai disabili e ai “caregiver” conviventi nel nuovo piano vaccini nazionale».

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