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Il governatore in visita in un punto vaccinale

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POTENZA – I nuovi casi aumentano, sì. Ma in maggioranza tra la popolazione più giovane, e sana, che non sviluppa i sintomi del covid 19, perciò, di norma, non viene considerata nel calcolo dell’indice di contagiosità (Rt) a livello regionale.
E’ questa la formula “magica” che anche oggi dovrebbe permettere alla Basilicata di scampare, nonostante tutta una serie di problemi e lo sdegno per la ressa di lunedì davanti al centro vaccinale di Potenza, a una nuova stretta delle regole anti contagio. Con la conferma della fascia “arancione” di rischio/restrizioni.

Entro il pomeriggio, infatti, dovrebbero essere noti i dati del monitoraggio epidemiologico settimanale condotto dall’Istituto superiore di sanità. Ma stando ad alcune indiscrezioni, raccolte ieri in serata dal Quotidiano, l’indice di contagiosità sul territorio lucano dovrebbe confermarsi sui valori della scorsa settimana, quando ha raggiunto quota 1,16. Se non scendere addirittura di qualche centesimale. Cifre che attestano il persistere di una fase espansiva del pandemia, eppure tendono ad allontanarsi dalla temuta soglia dell’1,25, oltre la quale scatterebbe una nuova “zona rossa” su tutta la regione. Col blocco degli spostamenti non necessari anche all’interno del proprio comune di residenza e la chiusura di tutte le attività non essenziali.

Tra i tecnici di Regione e ministero circolerebbe già un’analisi dei dati, che spiegherebbe il “miracolo” lucano col primato italiano di vaccinazioni tra la popolazione con più di 80 anni, che per ragioni biologiche tende a manifestare con maggiore probabilità i sintomi del covid 19 su cui si basa il calcolo dell’indice Rt.

In questo senso, inoltre, deporrebbe anche il basso livello di occupazione dei posti letto ospedalieri disponibili nelle terapie intensive degli ospedali di Potenza e Matera, e il ritorno al di sotto della soglia d’allerta anche della situazione negli altri reparti covid. Uno scenario virtuoso, quello con contagi alti tra giovani asintomatici e vaccinazioni a tappeto tra la popolazione più a rischio, che per qualcuno lascerebbe intravedere persino la possibilità di raggiungere nel giro di un paio di mesi, la tanto agognata immunità di gregge. Molto prima di quanto ci si aspettasse e con un auspicabile risparmio di risorse e vite umane.

Anche ieri, del resto, il virus ha mietuto altre due vittime, residenti una a Laurenzana e l’altra a Palazzo San Gervasio. E i 215 nuovi positivi scoperti, su 1.568 tamponi processati, non lasciano tranquillo nessuno. Specie per i picchi raggiunti in centri come Matera (33 nuovi casi) e Rionero (22). Oppure a Lavello, dove il contagio è entrato a scuola e in una classe sarebbero stati individuati 15 alunni positivi su 18. Se si considerano le 76 guarigioni di giornata, poi, salgono a 5.286 i lucani tuttora positivi al virus. Vale a dire poco meno di 1 su 100.

L’unico dato rassicurante, quindi, rimane quello sui 180 ricoverati (contro il record di 195 dell’inizio del mese) e dei solo 13 per cui si è reso necessario il ricorso alle cure più intensive.

Sull’«orgoglio lucano» per un «modello» allo studio in tutta Italia, ieri si soffermato ancora una volta il governatore Vito Bardi, annunciando che nel primo giorno di somministrazioni ai pazienti con fragilità, che si sono prenotati a partire dalla scorsa settimana, è stato raggiunto un nuovo «record assoluto di vaccinazioni in Basilicata, ben sopra la media nazionale».
Intervistato a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, il governatore ha parlato anche del confronto tra regioni e governo sulle riaperture, indicando nel «20 aprile» la data in cui se ne dovrebbe sapere qualcosa in più. A partire da una possibile reintroduzione dalla settimana successiva di una fascia di rischio – restrizioni inferiore all’arancione, la cosiddetta “zona gialla”, per permettere la riapertura dei ristoranti nelle zone dove il contagio è meno presente.

Il brusco ritorno alla realtà, pertanto, rischia di verificarsi questa mattina, con la prevista riunione dell’unità di crisi anti virus della Regione in cui verranno valutate possibili nuove micro-zone rosse comunali, in aggiunta a quelle già esistenti. Micro-zone rosse da cui, per il momento, dovrebbe restare esclusa la città di Matera, pur restando un’“osservata speciale”.

Da registrare, sempre ieri, anche la preoccupazione della Fials di Matera per i lotti di mascherine non conformi alla normativa e con certificazione dubbia che sarebbero stati distribuiti al personale sanitario.

Per questo il segretario generale Fials Matera, Giovanni Sciannarella e il segretario aziendale, Marco Bigherati, hanno indirizzato una nota ai vertici dell’Asm, con la quale si chiede «il ritiro immediato dei lotti (…) come già disposto dalla Procura di Gorizia».
l.a.

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