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POTENZA – «È l’esperienza più forte della mia vita, sono convinto che questa sfida la vinceremo». Non nasconde il senso dell’impresa a cui è chiamato Roberto Speranza, il lucano che il destino ha voluto nell’epicentro della crisi sanitaria provocata dall’epidemia del Coronavirus: la più importante esplosa in Italia dal colera che afflisse Napoli nel 1973. Il quarantenne potentino, ma rivellese di origini, è arrivato alla guida del Ministero della Salute a sorpresa, la notte prima dell’annuncio della nuova squadra del premier Giuseppe Conte, quando il Movimento 5 stelle ha deciso di blindare Sergio Costa all’Ambiente, a cui pareva destinata un’altra deputata del gruppo Liberi e uguali, Rossella Muroni.

A quel punto, infatti, si sarebbe liberata la casella della Sanità ed è stato avanzato il nome del lucano, già capogruppo del Pd alla Camera, tra il 2013 e il 2015, ed eletto appena 4 mesi prima come segretario nazionale di Articolo uno, il partito nato nel 2017 dall’uscita degli antirenziani dal Nazareno. «Il Paese è forte, questo il messaggio che voglio dare in queste ore», è stato il messaggio di Speranza ribadito ieri in collegamento con la trasmissione “Mezz’ora in più”, in onda su Rai 3. «Non c’è una persona da sola, e lo Stato nel suo complesso sta facendo la sua parte», ha aggiunto, spiegando di essere al lavoro con una squadra molto ampia «24 ore su 24», e di avere «in corso un confronto con i presidenti di regione, con il presidente Conte e Borrelli per provare a rafforzare le misure per il contenimento del virus».

Il ministro si è rivolto anche ai cittadini chiedendo loro «una grande risposta», facendo il possibile per seguire le regole di prevenzione. Sui social network, però, non manca chi critica anche il suo operato, oltre a quello del premier Giuseppe Conte, di cui il leader della Lega, Matteo Salvini, ha chiesto le dimissioni dopo i casi di contagio nel Nord Italia. Oltre alla salute degli italiani, quindi, dal contenimento del Coronavirus potrebbe dipendere anche il futuro del governo e quello personale di Speranza, che nelle scorse settimane, quando la situazione sembrava ampiamente sotto controllo, aveva fatto bella mostra di sé elogiando le ricercatrici dello Spallanzani capaci di isolare il virus e ad avviare il suo studio.

Speranza ha alle spalle già una lunga carriera politica, cominciata a metà anni Novanta tra i banchi del liceo scientifico «Galileo Galilei» del capoluogo lucano con la Sinistra giovanile (di cui in seguito è stato anche presidente nazionale). Partito per la capitale per gli studi universitari si è laureato alla Luiss in Scienze Politiche prima di dedicarsi a un dottorato di ricerca in Storia dell’Europa Mediterranea all’Università della Basilicata, tornando a Potenza nel quartiere dove è cresciuto, quello di Santa Croce. Nel 2004 , a 25 anni, è stato eletto nel consiglio comunale di Potenza e cinque anni più tardi è stato per sei mesi assessore comunale all’Urbanistica nella giunta guidata dal sindaco Vito Santarsiero (Pd). Proprio in quei mesi, infatti, è iniziata la sua scalata al Partito democratico lucano di cui il 16 novembre 2009 fu eletto, a sorpresa, segretario regionale, e ha ricevuto la consacrazione mediatica negli studi della trasmissione di Michele Santoro, in cui il disegnatore Vauro lo apostrofò come «un giovane vecchio».

Nell’inverno del 2012, Speranza divenne un volto della politica nazionale come organizzatore della vittoriosa campagna delle primarie che condusse Pierluigi Bersani alla segreteria del Pd, superando Matteo Renzi, poi il primo ingresso alla Camera dei deputati. Nel 2018 Speranza è stato rieletto in Parlamento nelle liste di Liberi e Uguali, grazie al “paracadute” offertogli in Toscana, dove era capolista in 3 collegi su 4, dopo l’insuccesso in quello di Potenza dove è arrivato terzo all’uninominale.

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