X
<
>

L'ospedale San Carlo di Potenza

Condividi:
4 minuti per la lettura

POTENZA – Riprende l’esame dei tamponi e alle 18:30 di ieri il numero dei contagiati lucani schizza dai 97 calcolati martedì, 10 in più della cifra comunicata dalla Regione (con un unico caso in aggiunta rispetto al giorno precedente), a 118. Mentre la conta via Verrastro, ferma anche ieri ai soli dati di mezzogiorno, continua a indicarne 106.

Sono 21 i pazienti lucani appena aggiunti al novero di quanti sono risultati positivi ai test effettuati nei laboratori di microbiologia del San Carlo di Potenza e del Madonna delle Grazie di Matera. In attesa che anche i laboratori del Crob di Rionero e dell’Istituto zooprofilattico di Tito avviino gli esami aumentando le capacità di analisi a disposizione del sistema sanitario schierato per fronteggiare l’emergenza.

Quello di ieri è stato il nuovo picco dall’inizio della crisi, battendo le 19 positività sopravvenute che venerdì scorso avevano segnato il record provvisorio. Una doccia fredda prevista e prevedibile data la brusca frenata nell’attività di processamento dei tamponi provocata, lunedì, dall’esaurimento dei reagenti a disposizione dei laboratori di Potenza e Matera (LEGGI LA NOTIZIA). Ma anche per la priorità concessa, per ovvie ragioni, al personale sanitario, generalmente più avveduto rispetto ai rischi di contagio, che al San Carlo di Potenza come pure al Crob di Rionero e all’ospedale di Policoro, erano venuti a contatto con colleghi e pazienti infetti.

L’effetto è stato un lungo sospiro di sollievo a Rionero, con la direzione del Centro oncologico regionale che ieri ha voluto rendere noto al pubblico come i test «sul personale medico dell’area chirurgica» abbiano dato «esito negativo». Motivo per cui a brevissimo dovrebbero riprendere le attività chirurgiche che erano state interrotte la scorsa settimana. A Policoro, invece, occorrerà ancora del tempo per valutare l’estensione dei danni provocati dall’ingresso in pronto soccorso di una paziente che in seguito è risultata positiva, dopo la scoperta di un primario e un’infermiera contagiata. Mentre a Potenza è salito a 3 il numero degli infermieri del reparto di cardioanestesia contagiati, e altri 9 aspettano in isolamento domiciliare l’esito dei tamponi a cui si sono sottoposti lunedì. Inoltre c’è da fare i conti con la positività di un tecnico non lucano dell’eliambulanza, che ora si trova in quarantena nell’albergo dove alloggia di solito quando scende in Basilicata.

La giornata appena conclusa è stata segnata dall’ufficializzazione dei casi di Sant’Arcangelo, Pisticci e Ferrandina che erano emersi martedì anche grazie alle dichiarazioni dei sindaci dei vari centri interessati, e di quelli di Rotondella, Montescaglioso, dove i 5 nuovi casi sarebbero riconducibili all’infermiera risultata positiva nei giorni scorsi, e, soprattutto, di Avigliano.

Nella città insignita nel 1991 dal presidente della Repubblica Cossiga, infatti, a risultare positivo è stato Angelo Berardi, il titolare di un noto bar-pub, il Carpe diem. Di qui l’appello lanciato nel pomeriggio da sua figlia perché chiunque si sia intrattenuto nel locale «dall’inizio di marzo all’11» ad auto-denunciarsi alle autorità sanitarie.

Il timore, in pratica, è che il contagio possa essere avvenuto all’interno del bar, e che a breve possano emergere altri casi collegati tra loro come avvenuto nei giorni scorsi a Potenza, tra i gestori e i clienti che hanno affollato il ristorante – pub L’Opificio per una festa sabato 7 marzo (a oggi i casi nel capoluogo riconducibili a quell’episodio «zero» sono calcolati in una dozzina).

Ieri sono saliti da 13 a 15 anche i pazienti affetti da Covid 19 ricoverati in terapia intensiva, tra Potenza e Matera. Per questo al San Carlo e al Madonna delle Grazie procede il lavoro di allestimento di altri posti letto a disposizione degli anestesisti per le cure più invasive. Grazie anche alle macchine appena recuperate dal polo ospedaliero di Pescopagano e dal presidio di Lauria.

In attesa del picco di contagi e accessi in ospedale previsto al massimo tra una decina di giorni, ai vertici della task force regionale incaricata di gestire la crisi sanitaria, guidata dal direttore generale del Dipartimento salute della Regione, Ernesto Esposito, ci si interroga anche sul rapporto attuale, particolarmente alto rispetto al resto d’Italia, tra pazienti ricoverati e pazienti in terapia intensiva.
Ieri sul tema è intervenuto anche il consigliere comunale di Potenza Michele Napoli (FdI), per cui «non si riesce ad individuare precocemente le persone che presentano i sintomi tipici del Coronavirus».

L’appello, quindi, è ai medici sul territorio, che sono gli unici «in grado di mappare queste situazioni». «Sono i malati nelle nostre case che sfuggono alle statistiche ufficiali – ha aggiunto Napoli – e che spesso poi arrivano in ospedale già in gravi condizioni».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE