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Il primo maxi-esodo dalla stazione di Milano verso il Sud

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POTENZA – Ventuno guariti e nessun nuovo contagio lucano. Col numero dei primi, 188, che supera quello dei pazienti tuttora positivi: 181 su 394 casi positivi registrati dall’inizio della pandemia.
Si è chiuso così il giorno 1 della nuova “fase” dell’emergenza covid in Basilicata. Con la ripartenza di una serie di attività, la riapertura di parchi e cimiteri, e il via libera agli spostamenti per incontrare familiari e congiunti.

La Basilicata è l’ottava regione in Italia a registrare il sorpasso dei guariti sui casi attuali, dopo Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Valle d’Aosta. Anche per questo per tutta la giornata di ieri l’attenzione è stata rivolta in particolar modo sul rientro di tanti fuori sede che il 9 marzo, con lo scattare della quarantena, si sono trovati bloccati lontano da casa.

Vigili urbani e forze dell’ordine, coadiuvati da volontari e personale sanitario, hanno intensificato i controlli sulle strade di accesso alla regione, nelle stazioni e nei terminal bus di Potenza e di Matera, per censire chi torna, annotando nomi e indirizzi di dove dovrebbero trascorrere un ulteriore periodo di quarantena obbligatoria di 14 giorni, ed eventualmente sottoporli a tampone sul posto. Come avvenuto all’uscita della stazione centrale e nella città dei Sassi, all’esterno dello scalo Fal di Villa Longo, dove erano presenti delle postazioni mobili delle due aziende sanitarie.

Su quest’ultima operazione, tuttavia, in serata è dovuta intervenire la Regione precisando il senso e i limiti dell’ordinanza con cui il governatore Vito Bardi, mercoledì scorso, ha prescritto le regole di “accoglienza” per i nuovi arrivi, e il «carattere esclusivamente volontario» dei tamponi in questione.

«L’autorità sanitaria competente – ha chiarito il capo di gabinetto di Bardi, Fabrizio Grauso – potrà disporre il trattamento solo previa accettazione e partecipazione del soggetto interessato, rappresentando al medesimo che si tratta, ai fini della tutela dell’igiene e della sanità pubblica. In caso di diniego del consenso l’interessato non potrà essere sottoposto al tampone».

«In applicazione a quanto disposto dall’articolo 32 della Costituzione, infatti – hanno aggiunto da via Verrastro -, è riservato esclusivamente alle norme di legge prevedere eventuali accertamenti e trattamenti sanitari di carattere obbligatorio. L’ordinanza numero 20 non è in alcun modo orientata o legittimata, né potrebbe esserlo, a prevedere una procedura di trattamento sanitario di carattere obbligatorio, che assumerebbe rilievi di palese contrasto con il disposto costituzionale».

Da registrare, ieri, anche il bilancio della Prefettura di Potenza sui controlli durante tutta la fase 1 di gestione dell’emergenza covid nel capoluogo e provincia, con «79.355 persone» fermate, «di cui 3.450 sanzionate», e «60.906 esercizi commerciali di cui 56 titolari sanzionati» dall’11 marzo (solo domenica le persone fermate sono state 606, con 18 sanzioni, e 782 gli esercizi controllati).

Mentre annuncia una nuova protesta per giovedì, sotto la sede della Rai di Potenza, il radicale Maurizio Bolognetti, che venerdì ha interrotto lo sciopero della fame per il diritto alla conoscenza sulla gestione della crisi sanitaria in corso. Un atto di «disubbidienza sociale», lo definisce, tornando a mettere nel mirino soprattutto i rapporti tra l’Italia e il regime cinese.

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