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POTENZA – Nell’ennesima giornata a contagio basso, tre notizie, due positive un’altra un po’ meno. La prima è che in Basilicata non sembrano esserci focolai, almeno stando ai numeri aggiornati a ieri; la seconda è che il conto dei decessi resta fermo a 27; la terza – quella negativa – è che il contagio arriva un’altra volta da fuori regione.

In Basilicata, venerdì scorso, sono stati effettuati 466 test per l’infezione da Covid-19 e, di questi, 3 sono risultati positivi: si tratta di persone che hanno fatto rientro in Basilicata. Due casi riguardano il comune di Lavello e uno quello i Venosa.

E’ stato, inoltre, accertato un ulteriore caso di positività “di rientro” ma relativo a una persona residente in un Comune della Lombardia e in isolamento domiciliare in Basilicata. Altra notizia confortante è che nella stessa giornata sono guarite 12 persone.

Con questo aggiornamento i casi di contagio confermati in tutta la regione sono 46, mentre il totale dei guariti è di 328. Al totale vanno aggiunte 27 persone decedute (9 di Potenza, 2 di Paterno, 1 di Spinoso, 1 di Moliterno, 1 di Villa d’Agri, 2 di Rapolla, 1 di Irsina, 1 di Montemurro, 1 di Pisticci, 2 di Matera, 1 di San Costantino Albanese, 2 di Avigliano, 1 di Tursi, 1 di Aliano, 1 di Bernalda), oltre al paziente di Gravina di Puglia riscontrato dall’Asm, 2 pazienti diagnosticati in altre regioni, residenti in Basilicata dove si trovano in isolamento domiciliare e altri 2 pazienti, uno residente a Torino e l’altro in un Comune della Lombardia, entrambi in isolamento domiciliare in Basilicata Dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono stati analizzati 25.511 tamponi, di cui 25.095 risultati negativi.

Fin qui i numeri, che anche ieri hanno permesso di annoverare la Basilicata tra le regioni meno colpite dal virus, benché non a “contagio zero” come pure è accaduto sempre più spesso – anche per più giorni consecutivi – nelle ultime settimane: solo quattro regioni e Bolzano fanno registrare zero contagi (si tratta di Calabria, Valle d’Aosta, Sardegna e Sicilia) ma la Basilicata può vantare il numero assoluto di casi positivi tra i più bassi d’Italia. Nel dettaglio, infatti, i cittadini che attualmente risultano infettati dal Covid-19 sono 25.630 in Lombardia, 8.025 in Piemonte, 4.570 in Emilia-Romagna, 2.841 in Veneto, 1.766 in Toscana, 1.734 in Liguria, 3.581 nel Lazio, 1.713 nelle Marche, 1.273 in Campania, 1.805 in Puglia, 565 nella Provincia autonoma di Trento, 1.512 in Sicilia, 459 in Friuli Venezia Giulia, 1.168 in Abruzzo, 214 nella Provincia autonoma di Bolzano, 56 in Umbria, 287 in Sardegna, 288 in Calabria e 189 in Molise: i 46 della Basilicata permettono di collocare la regione al penultimo posto – va meglio solamente in Valle d’Aosta (35 contagiati).

Ma numeri a parte, come detto, è un altro il fenomeno che si sta delineando negli ultimi giorni e che deve far riflettere, spingendo a un ultimo sforzo nella prevenzione, se possibile a un surplus di attenzione: il pericolo per la Basilicata sono i contagi di ritorno. Anche ieri l’ennesima conferma con gli altri tre casi del Potentino.

Ma sono i dati nel breve periodo che confermano questa indicazione e che spiegano l’esito dei tamponi in corso per chi rientra nella regione.

Negli ultimi dieci giorni su otto casi complessivi uno solo, di un bambino di Matera contagiato all’interno del nucleo familiare, non è ascrivibile al rientro di persone da altre regioni in Basilicata.
Se si pensa che in questo periodo che va dai dati che fanno riferimento al 13 maggio a ieri in ben quattro volte la Basilicata ha fatto segnare contagi zero ed allora i numeri acquistano ancora un peso specifico più forte e mostrano come il grande pericolo in questo momento per la regione rimane la provenienza del virus “dall’esterno”.

Bisogna infatti anche aggiungere a questa statistica che in altri tre casi, tra l’altro che hanno prodotto non poche discussioni, alcuni residenti in Basilicata hanno fatto il tampone in un’altra regione risultando a loro volta positivi.

Insomma il dato che diventa una certezza a livello numerico è la provenienza del virus che oggi non è nella Basilicata ma è dai rientri all’interno della stessa regione.

E in questo caso malgrado non manchino i controlli e anche la richiesta di fare tamponi, sia pur su base volontaria, a chiunque rientri il dato che si conferma è quello dei contagi di rientro. L’ultima occasione è quella di ieri con tre persone della provincia di Potenza (due di Lavello e una di Venosa) che costituiscono in tutti e tre i casi delle positività di rientro in Basilicata.

Così come sempre ieri è stato accertato un ulteriore caso di positività di una persona residente in Lombardia ma che è in isolamento domiciliare oggi in Basilicata.

Come dire che le misure drastiche su ingressi e quarantena perseguite dal governatore Bardi fin dall’inizio dell’emergenza hanno prodotto gli effetti sperati: e in questo un plauso indiretto va fatto anche ai lucani stessi.

L’ultima ordinanza del presidente della Giunta – pur criticata da qualcuno per lo slittamento al 3 giugno per le aperture di palestre e centri sportivi – segue quella linea della responsabilità e della riduzione del rischio: soltanto chi lavora fuori regione e vi si ferma per la settimana corta, a differenza dei pendolari che vanno e vengono in giornata, dovrà osservare una mini-quarantena di 48 ore rientrando a casa. La prudenza non è mai troppa.

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