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Una manifestazione sindacale

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POTENZA – Cgil, Cisl e Uil di Basilicata lanciano una mobilitazione generale per il mese di aprile «che si svolgerà, compatibilmente con la situazione sanitaria, in modalità sia diretta che virtuale per consentire la massima partecipazione possibile delle persone, in tutti i comuni e i luoghi di lavoro della regione». È la decisione presa dagli esecutivi unitari che si sono riuniti in videoconferenza ieri con i segretari generali Angelo Summa, Enrico Gambardella e Vincenzo Tortorelli.

Oltre 78 tra dirigenti e segretari di categoria collegati in streaming che nei tanti interventi hanno messo in luce le difficoltà della Basilicata, caduta improvvisamente in zona rossa, ma soprattutto senza una prospettiva di come si affronta l’emergenza pandemica sociale ed economica. Già lo scorso 20 novembre i sindacati avevano annunciato una mobilitazione generale in polemica con la gestione dell’emergenza sanitaria di Bardi. La mobilitazione venne poi revocato dopo che vennero accolte, da parte della Regione, alcune istanze dei sindacati.

«L’obiettivo della mobilitazione è lanciare un messaggio chiaro al presidente Bardi e alla sua giunta: è indispensabile una revisione del metodo e della sostanza nella programmazione e nelle politiche economiche e finanziarie, a partire dal programma generale di sviluppo dentro il quale occorre contestualizzare le nuove risorse del quadro finanziario pluriennale, del programma Next Generation Eu, dei fondi nazionali e regionali».

«Il tempo è scaduto: “la Basilicata non può più aspettare”, ora è il tempo della responsabilità, prima di tutto istituzionale, nei confronti di lavoratori e cittadini lucani, rilanciando il metodo del dialogo sociale, fino ad ora praticato solo attraverso gli spot. Il presidente Bardi continua a sottovalutare il rischio di una deflagrazione sociale; si vive in una realtà virtuale, priva di qualsiasi contatto con la realtà del Paese e della nostra regione, attraversata da una drammatica situazione occupazionale, sanitaria e sociale.

A distanza di due anni dall’insediamento, ancora non esiste un piano strategico di sviluppo nel quale si possa intravedere una visione programmatica per la nostra regione», spiegano i dirigenti sindacali. «Un governo responsabile e consapevole della realtà si spenderebbe con ostinazione per cancellare l’onta di essere l’unica regione d’Italia (insieme al Molise) a ripiombare in zona rossa, che non riesce a garantire la sicurezza nelle scuole (una delle cause dell’aumento dell’indice Rt), incapace di consegnare, dopo mesi di rinvii, un piano dei trasporti che garantisca la mobilità in sicurezza di lavoratori e studenti pendolari, e di adoperarsi per accelerare l’assunzione di nuovo personale sanitario in linea con il fabbisogno già definito.

Lo sviluppo si costruisce insieme, programmando le nuove politiche industriali e le nuove politiche attive del lavoro, strumenti con i quali è possibile intervenire per rispondere alla grande crisi utilizzando le risorse in arrivo dall’Europa», chiosano le organizzazioni sindacali.

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