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Le aree idonee di Basilicata e Puglia nella mappa della Sogin

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POTENZA – I documenti alla base dell’individuazione dei 67 siti «potenzialmente idonei» ad essere deposito delle scorie nucleari dimostrano «l’impossibilità» che la scelta ricada sulla Basilicata: lo ha detto il sottosegretario alle Infrastrutture, Salvatore Margiotta.

In Basilicata sono 16 le aree selezionate da Sogin, alcune condivise con la Puglia: Altamura, Laterza e Matera sono in fascia A2 (aree classificate come “buone”, insieme con Gravina) mentre in fascia C (sismica) rientrano Acerenza, Genzano Oppido Lucano, Irsina, Bernalda, Montalbano e Montescaglioso.

«La carenza di taluni parametri tecnici ed infrastrutturali, già valutati, la struttura del procedimento e la ferma contrarietà della comunità lucana, renderà di fatto impraticabile l’individuazione del deposito in terra lucana», ha aggiunto Margiotta, definendo «risibile la levata di scudi dei nipotini del Governo del 2003, che oggi governano la Regione» (nel 2003 il Governo di centrodestra individuò «di propria iniziativa e senza alcuna consultazione pubblica o valutazione comparativa» Scanzano Jonico come sede del deposito nazionale delle scorie radioattive).

Proprio dalle associazioni ambientaliste come Scanziamo le scorie ieri è arrivato un “no” netto alla ipotesi di un deposito in Basilicata, ma anche da Legambiente, Coldiretti e Confagricoltura, dalle Proloco e dai sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl Basilicata) che si dicono pronti alla mobilitazione.

E se da Roma anche il ministro Roberto Speranza ha rassicurato («appare del tutto evidente che le aree della Basilicata siano a più bassa idoneità e quindi da escludersi in vista della valutazione definitiva»), il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato che «il governo è incapace e fa male alla Basilicata»; gli fanno eco il senatore leghista Pasquale Pepe («Ci opponiamo al deposito unico in Basilicata. Qui fabbriche di vita e non di morte») e il deputato Salvatore Caiata: «Ci opponemmo al Governo Berlusconi, che comprese l’errore e l’orrore di scegliere la nostra piccola Regione come sito nazionale per le scorie nucleari, lo ribadiamo con maggiore forza oggi. Non faremo le barricate. Li faremo barricare in casa». Michele Casino, deputato di Forza Italia e membro della commissione Ambiente, annuncia che presenterà una interrogazione urgente al ministro Costa.

Ma anche dalla maggioranza di governo è arrivata qualche voce preoccupata, dal senatore dem Gianni Pittella («La Basilicata ha già dato, ospita il Centro Enea di Rotondella e contribuisce al fabbisogno energetico nazionale in modo rilevante con le estrazioni petrolifere. Si cerchi altrove») ai parlamentari del M5S Cillis, Liuzzi e Lomuti che, in una nota firmata anche dai consiglieri regionali del Movimento Carlucci, Leggieri e Perrino, ribadiscono una «forte, decisa e rigorosa contrarietà a questa sciagurata ipotesi». Anche per il senatore Saverio De Bonis «la nostra regione ha già dato» mentre per il deputato Gianluca Rospi, presidente di Popolo Protagonista, «la Basilicata non può diventare la discarica nucleare d’Italia».

Italia Viva Basilicata si dice pronta «a generare una nuova Scanzano», mentre dal Consiglio regionale arriva il no del gruppo consiliare della Lega – con il segretario regionale Marti – e del Pd con Cifarelli e Pittella, oltre che da Giovanni Vizziello (Fratelli d‘Italia) e Carlo Trerotola (Prospettive Lucane) il quale chiede che «si convochi subito un’apposita seduta straordinaria del Consiglio e si attivino anche i parlamentari lucani». Non fanno mancare la loro voce contraria i presidenti di Provincia – Guarino e Marrese –, da Potenza l’assessore all’Ambiente Alessandro Galella e i consiglieri della Lega e del centrosinistra, da Matera il Pd e i consiglieri comunali di FdI Toto e Morelli. Unanime anche la critica di Nicola Benedetto (Cambiamo con Toti), Matera Civica, Basilicata in Azione, Gioventù Nazionale Basilicata che «condanna il Pd, Italia Viva e il M5S lucani, ambientalisti a governi alterni, che finora hanno taciuto sulla questione».

La giunta regionale, in una nota firmata dal presidente Bardi e dall’assessore Rosa, denunciare che «non eravamo stati informati e ribadiamo la nostra contrarietà a questa scelta», annunciando per domattina una «riunione via web con tutti gli organismi regionali coinvolti, Arpab, sindaci interessati e presidenti delle Province per discutere e approfondire ogni aspetto della vicenda». In un’altra nota la giunta regionale pungola i 5S: «Aspettiamo fiduciosi anche la voce contraria del Movimento 5 Stelle, a partire dal sindaco, Domenico Bennardi, considerato che questa volta la città, già capitale europea della cultura per il 2019, sarebbe fortemente penalizzata». Ma i 5 Stelle fanno sapere che stanno «predisponendo un ordine del giorno da discutere urgentemente in Consiglio comunale».

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