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Liquidità e aspettative delle imprese (sondaggio Cribis-Workinvoice): 7 su 10 senza liquidità entro 3 mesi

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MATERA – Sempre molto complicato l’accesso al credito per le imprese lucane. Problemi con le banche, con la disponibilità del credito rispetto all’ok che deve arrivare dal Mediocredito centrale e dubbi sempre più forti sulla reale convenienza di richiedere un prestito in una situazione dall’evoluzione sempre più imprevedibile. Sono questi ad oggi i problemi che la maggior parte degli imprenditori lucani stanno vivendo. «Non abbiamo ad oggi un numero importante di richieste e quelle che ci sono nella maggior parte dei casi attendono ancora di avere una risposta positiva» spiega Leo Montemurro della Cna che segue una parte consistente di quelle piccole imprese artigiane che accusano maggiormente le difficoltà in questo momento. Le attese delle banche che seguono le richieste si aggiungono all’ok che deve arrivare a livello centrale per autorizzare il credito e questo finisce per aumentare di molto i tempi previsti che già sono medio-lunghi. «Di certo l’idea di poter avere nel giro di poche ore, al massimo un paio di giorni un credito da poter far valere è sostanzialmente e bellamente naufragata in questi mesi dove non ci sono stati benefici concreti. La cassa integrazione sta arrivando in alcuni casi ma non in tutti».

E’ un provvedimento necessario per dare sollievo ai lavoratori e non gravare ulteriormente sulle imprese che in questo momento non sono in grado di procedere ad una serie di anticipazioni che diventerebbero molto pesanti. Ma la strada anche in questo caso non è compiuta ma è in movimento. Non immobile come nel caso del credito ma lontana da una definizione ultima.

«Ma l’altro dato che emerge con una certa forza è che va facendosi spazio a questo punto il dubbio sempre più concreto tra gli imprenditori sull’opportunità di accedere a questo credito. Solo una minima parte degli imprenditori si è mossa in questa direzione perchè non c’è la consapevolezza di poter sostenere un ulteriore prestito quale quello che comunque si va a richiedere sia pur a condizioni considerate favorevoli» spiega Leo Montemurro. In sostanza molte imprese alla luce ad esempio di una nuova realtà e nuova regole che dovranno andare ad affrontare nei diversi settori appaiono esitanti nel fare investimenti la cui sostenibilità futura anche nel medio tempo non è chiara ed è difficile da poter preventivare.

Preoccupazioni che si aggiungono alle difficoltà di un accesso al credito rapido e che dunque rallentano ulteriormente un percorso. E in più le stesse condizioni definite favorevoli possono diventarlo meno in un medio periodo e nel caso di un’esposizione debitoria da parte delle imprese.

Per cui a due mesi dal lockdown, a circa 50 giorni dal Cura Italia sono pochissime le imprese lucane che hanno ottenuto i famosi 25.000 euro.

E negli ultimi giorni c’è un ulteriore elemento che sembra frenare circa la ricerca di questo prestito che diventa sempre meno interessante per le imprese stesse.

«La speranza di molte aziende» continua Leo Montemurro, «è quella di aspettare il contenuto del prossimo decreto del governo e verificare se ci potranno essere situazioni favorevoli e magari un sostegno a fondo perduto per alcune categorie almeno».

Un provvedimento quest’ultimo che sulla falsariga di quanto avvenuto in altre nazioni come la Germania costituisce di certo la principale e migliore opzione che le piccole aziende auspicano ma che bisognerà capire in che misura eventualmente potrà realmente incidere.

Il quadro si completa con un mondo produttivo soprattutto della piccola impresa che teme da un lato di non sopportare uno stop come questo e dall’altro di non riuscire a sostenere le condizioni che comunque vengono poste per andare avanti.

Dubbi, timori e preoccupazioni che a più livelli le piccole e medie imprese lucane in maniera particolare evidenziano anche perchè di concreto continua a non muoversi nulla.

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