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MATERA – «In questo periodo di forte difficoltà scatenata dal Covid 19 vi è il rischio che le organizzazioni criminali si approfittino della situazione e gli imprenditori potrebbero divenire preda degli usurai e il crimine potrebbe mettere le mani su parti rilevanti del patrimonio di imprese della nostra Regione e in particolar modo del Metapontino»: così Angelo Festa, presidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura APS Famiglia e Sussidiarietà, nella relazione che fornisce un quadro allarmante sul fenomeno e sulle ricadute della pandemia.

L’IMPATTO DELLA CRISI

«La crisi determinata dall’impatto dell’emergenza sanitaria – si legge nel documento – ha investito fortemente la nostra economia, causando perdite di posti di lavoro, il blocco delle attività e un aumento della povertà assoluta a quasi due milioni di famiglie comprensivi di quasi sei milioni di individui. Mentre la povertà relativa, secondo i dati Istat, evidenzia a livello nazionale (2019) un’incidenza intorno all’11%, con il Nord e Centro intorno al 7%, il Mezzogiorno poco sopra il 20% e la Basilicata intorno al 17,9%».

Per la ripresa e il riscatto del Sud, compresa la Basilicata, si spera nei progetti previsti dal Recovery Plan che rappresentano, tra l’altro, l’occasione per mobilitare sinergie e professionalità, per rafforzare la coesione sociale, per risorgere dal Covid e per la riunificazione infrastrutturale dal Nord al Sud.

Da un sondaggio pubblicato dall’Oxfam, Confederazione Internazionale di Organizzazioni no profit, emerge che il Coronavirus ha allargato le distanze sociali: dall’inizio della pandemia il patrimonio dei primi 10 miliardari del mondo è aumentato di 540 miliardi di dollari complessivi, che sarebbero più che sufficienti a pagare il vaccino per gli abitanti del pianeta e ad assicurare che nessuno cada in povertà a causa del virus.

L’Italia non fa eccezione a questo trend. Dallo scoppio della pandemia 36 miliardari italiani si sono arricchiti di oltre 45,7 miliardi di euro, che equivale a 7.570 euro per ognuno dei 6 milioni di italiani che rientrano nel 10% più povero della popolazione nazionale.

LE IMPRESE A RISCHIO

A fronte di tali aumenti di ricchezza circa 250mila imprese in Italia hanno una cosiddetta situazione bancaria incagliata e sono iscritte presso la Centrale Rischi come insolventi. In Basilicata alla data del 31 marzo 2020 risultavano iscritte 2.171 imprese impossibilitate a restituire i prestiti contratti di cui 1393 a Potenza, 725 a Matera. Per queste imprese è pregiudicata la possibilità di accedere a prestiti bancari e, ovviamente, alle agevolazioni previste dai Decreti Ristori per l’emergenza sanitaria.

L’Associazione “Famiglia e Sussidiarietà” – che l’altro ieri ha approvato il conto consuntivo 2020 e il bilancio di previsione 2021 – «è sempre vicina a decine e decine di famiglie che hanno problemi nel pagare la rata del mutuo o le bollette e stanno dando fondo ai risparmi. L’attività non si ferma solo all’aiuto economico con i contributi a fondo perduto fornitici dalla Regione Basilicata, ma anche attraverso consulenze legali e commerciali dei volontari».

L’Associazione ha implementato le azioni e l’attività a supporto dei sovraindebitati per analizzare ogni singola posizione: predisponendo a secondo dei casi il piano del consumatore, l’accordo con i creditori o la liquidazione dei beni finalizzata alla riduzione del debito, in applicazione della Legge 3/2012, la cosiddetta legge “salva suicidi”.

INDEBITAMENTO DA PANDEMIA

A seguito della pandemia in Basilicata risultano sospese ben 16.273 unità produttive con circa 49mila addetti che si trovano a fare i conti con una situazione di indebitamento spropositata rispetto al patrimonio familiare o di impresa che vincolano e limitano le scelte, anche di natura sociale e familiare, dei debitori.

Nella crisi non solo sanitaria ma anche economica e sociale l’associazione ricorda le parole di Papa Francesco: “Non permettete che il mondo vi faccia credere che è meglio camminare da soli. Da soli non si arriva mai. Sì, potrai arrivare ad avere un successo nella vita, ma senza amore, senza compagni, senza appartenenza a un popolo, senza quell’esperienza tanto bella che è rischiare insieme”.

«Tutti – commenta Festa – dobbiamo essere più vigili: è certo, la criminalità nell’emergenza fa affari d’oro. In vista dei finanziamenti europei la criminalità è interessata ad appropriarsi di più fondi possibili e ad acquisire attività con un ventaglio di affari illeciti che spazia dal turismo alla ristorazione ai servizi, dal settore sanitario a quello dei rifiuti, dai giochi e dalle scommesse alla gestione di impianti sportivi e palestre, alla distribuzione e commercio di generi alimentari, all’autotrasporto, all’industria manifatturiera, a quella dell’energia, immobiliare e al commercio e noleggio di autoveicoli».

Nel primo semestre del 2020 l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia della Banca d’Italia (Uif) ha ricevuto 53.027 segnalazioni di operazioni sospette. Le cosiddette “Sos”, sono spesso l’anticamera a contestazioni più gravi in sede penale, in aumento del 3,6 per cento rispetto a quelle pervenute nel periodo corrispondente dell’anno precedente.

In Basilicata, in proposito, si registrano 376 casi, mentre, nello stesso periodo del 2019, erano state 361 con un incremento del 4,1 per cento.

LA PERMEABILITÀ ALLE MAFIE CONFINANTI

Non dobbiamo dimenticare che la Basilicata rappresenta, anche, per la contiguità territoriale con Calabria, Puglia e Campania, un importante punto d’incontro delle organizzazioni criminali extraregionali, nazionali ed estere.

Secondo la relazione della Direzione Investigativa Antimafia, nel Potentino operano gruppi storicamente insediati nel capoluogo e nei limitrofi Comuni che sono impegnati nel traffico di droga, nelle attività estorsive e di recupero crediti.

Nell’Agro del Vulture Melfese vi sono sodalizi impegnati, fino a pochi anni addietro, in sanguinose guerre di mafia e oggi dediti a estorsioni e ad acquisire il monopolio di attività produttive specie in agricoltura.

Nel Lagonegrese operano gruppi legati alla camorra campana, alla ‘ndrangheta calabrese, specialmente cosentina, alle mafie pugliesi e svolgono per lo più attività di riciclaggio e reinvestimento.

Nel Materano, in particolare nella fascia ionica, è radicata una criminalità organizzata che compiono attentati e intimidazioni, sviluppano un controllo sulle attività imprenditoriali, come ad esempio nel settore della produzione e commercio di ortofrutta, nel turismo e nelle attività edilizie.

Tali attività, si legge nella relazione della Dia, condizionano le Amministrazioni locali, svolgono imponenti attività di riciclaggio, specie nel settore agricolo e del commercio di ortofrutta anche in collegamento con le mafie presenti nei distretti viciniori.

USURA E GIOCO D’AZZARDO

Per quanto riguarda l’usura, secondo gli ultimi dati dell’Eurispes, almeno un italiano su dieci (11,9%) è caduto nelle maglie degli usurai, non potendo accedere al credito bancario attestato sul 7,8% nel 2018 e sul 10,1% nel 2019.

Le denunce per usura sono sempre scarse per molteplici motivi, primo fra tutti perché l’usuraio viene considerato un amico che ti sorregge nel momento di difficoltà, e poi perché si ha la paura di subire minacce e ritorsioni.

A quanto si apprende da SOS Impresa, a fine 2017, il mercato del credito illegale ha raggiunto in Italia un giro d’affari di circa 24 miliardi di euro, coinvolgendo circa 200 mila imprenditori e professionisti.

Il dossier evidenzia che, nonostante vi sia una legge che tuteli le vittime dell’usura, le denunce trasmesse alle autorità competenti hanno subito una sistematica contrazione: si è passati dalle 1.436 denunce presentate nel 1996, alle 408 del 2016, non certamente a causa della decrescita del fenomeno.

Le istanze presentate da imprenditori della Basilicata negli anni dal 2018¬ al 2020 al Fondo di solidarietà, ex art. 14 della Legge n. 108/1996 all’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura sono le seguenti: per quanto riguarda le estorsioni 1 nel 2018, 2 nel 2019 e 4 nel 2020; usura 6 istanze nel 2018, 4 nel 2019 e 1 nel 2020.

Fra gli assistiti non mancano giocatori d’azzardo che hanno sperperato soldi in cerca di fortuna sperando di migliorare le loro condizioni economiche e per recuperare i soldi perduti: il giocatore di solito racimola denaro in famiglia o presso amici e parenti, ma esauriti questi canali, strappa alle varie società finanziarie prestiti estremamente svantaggiosi, esponendo sé e la famiglia alla povertà a al rischio di usura.

LE SETTE CITTÀ A RISCHIO

L’Associazione Famiglia e Sussidiarietà opera attraverso quattro punti di ascolto: Matera, Policoro, Montalbano Jonico e Potenza, con la partecipazione di volontari che mettono a disposizione competenze giuridiche ed economiche.

Ha attribuito direttamente, senza corrispettivo e rimborso del capitale, somme di denaro provenienti da fondi regionali e sotto forma di contributi, il tutto nella percentuale stabilita dal consiglio direttivo.

L’importo destinato a tali contributi nell’anno 2020 è stato di circa 11mila euro. Le richieste sono pervenute da Maratea, Policoro, Miglionico, Salandra, Potenza, Montalbano e Matera.

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