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Il Comune di Scanzano Jonico

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SCANZANO JONICO (MATERA) – Si riapre la vicenda dello scioglimento del consiglio comunale di Scanzano Jonico, deciso a dicembre 2019 su proposta del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e decreto del presidente della Repubblica, per sospette infiltrazioni mafiose nella gestione amministrativa dell’ente.

Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha, infatti, accolto il ricorso presentato dall’avvocato policorese, Gianni Di Pierri, su mandato dell’ex sindaco Raffaello Ripoli e di altri consiglieri comunali di maggioranza, avverso il provvedimento. Il Tar ha accolto la richiesta dei ricorrenti, ordinando al ministro dell’Interno ed alla prefettura di Matera, di depositare entro 90 giorni agli atti di causa, le relazioni su cui è stato fondato il decreto di scioglimento, nella loro forma integrale, cioè senza gli innumerevoli “omissis” che le caratterizzano. Questo, sia perchè la produzione in forma integrale è propedeutica alla decisione, sia per garantire ai ricorrenti il pieno esercizio del diritto di difesa, altrimenti chiaramente compromesso.

«È il provvedimento che speravamo di ottenere in questa fase del giudizio. -ha commentato Ripoli, che ha espresso piena fiducia nell’operato della magistratura alla quale- Bisogna offrire il quadro completo, reale e documentato dei fatti, che sono stati riportati nelle relazioni prefettizie; solo così l’autorità giudiziaria potrà rendersi conto della inesistenza dei grotteschi addebiti contestati e della piena, totale e assoluta lontananza ed estraneità dell’amministrazione da me rappresentata, rispetto ad ogni possibile ambito delinquenziale che, come già provato al Tar, abbiamo sempre combattuto coraggiosamente con tutte le forze. Mi dispiace soltanto che occorre attendere i tempi tecnici della giustizia, per ridare alla città di Scanzano la dignità che merita».

Il ricorso sarà, infatti, discusso e definito a Roma soltanto nel mese di dicembre, a un anno dallo scioglimento. Un tempo molto lungo, considerata la delicatezza della materia, ed i precedenti di annullamento di decreti di scioglimento per mafia, considerati insussistenti nelle motivazioni. Quindi Ripoli, anch’egli avvocato, sa bene quali siano le probabili falle nell’impianto accusatorio, fondato sugli accertamenti di una Commissione d’accesso di nomina prefettizia, che in poco più di sette mesi, da marzo a settembre 2019, ritiene di aver raccolto una serie di prove e fatti circostanziati di presunte infiltrazioni del clan Schettino nell’azione amministrativa, tanto da orientarne le scelte per un lungo periodo.

Il ricorso di ben 58 pagine, reca la firma solo di alcuni ex amministratori, con la prevedibile presa di distanza del gruppo di opposizione. Infatti, è firmano l’ex sindaco Ripoli, gli ex assessori Santolo Sabato, Donatella Puce, Sante Pantano, Rosanna Sisto e l’ex presidente dell’assemblea, Silvio De Marco, tutti del “Movimento civico scanzanese”. Non ha firmato l’avvocato Louise Loscalzo, consigliere di maggioranza e tutta la minoranza in blocco. Il ricorso è anche contro il Comune jonico e, «ove occorra», come si specifica nella parte introduttiva, contro i consiglieri non firmatari e il cittadino Giancarlo Camossi. Il Comune di Scanzano resterà, dunque, ancora in apnea per i prossimi otto mesi.

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