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L’accusa di omicidio colposo per la morte della 32enne Antonella Favale, sepolta dal crollo della palazzina di vico Piave, a Matera, a gennaio del 2014, sarebbe già prescritta. Ma di qui a dicembre andrà in prescrizione anche l’imputazione per altra vittima del crollo: l’ingegnere comunale Nicola Oreste, morto 3 mesi dopo in ospedale per le ferite riportate. Consegnando a 4 dei 7 condannati in primo grado un comodo proscioglimento per estinzione del reato.


E’ quanto evidenziato ieri a Potenza dalla vice procuratrice generale Emilia Tierno, in apertura del processo d’Appello per la tragedia avvenuta 7 anni orsono a ridosso del centro storico della città dei Sassi.
La procuratrice ha chiesto alla Corte presieduta da Pasquale Materi di confermare nel resto la sentenza di primo grado, per cui a provocare il crollo sarebbero stati i lavori in corso a pian terreno dello stabile per l’allestimento di un ristorante-pizzeria.


Pertanto a uscire dal processo con una sentenza di non luogo a procedere dovrebbero essere soltanto il proprietario dei locali interessati dai lavori “incriminati”, Nicola Andrisani, che in primo grado era stato condannato per duplice omicidio colposo a 2 anni di reclusione. Più l’ingegner Emanuele Pio Lamacchia Acito, strutturista addetto all’ufficio opere pubbliche del Comune di Matera, e la dirigente del settore opere pubbliche del Comune di Matera, Delia Maria Tommaselli, che in primo grado erano stati condannati, sempre per duplice omicidio colposo, a un anno e 6 mesi di reclusione.

Confermare le condanne ma con pene da rivedere, invece, è stata la richiesta per gli altri 3 imputati del processo, a cui oltre al reato di omicidio colposo, prescrivibile in 7 anni e mezzo, è stato contestato anche il crollo colposo, per cui i termini di prescrizione sono di 15 anni. Vale a dire Paolo Francesco Andrisani, titolare della ditta esecutrice dei lavori al pianterreno, e l’architetto Rossella Bisceglie, progettista di opere architettoniche e direttrice dei lavori, condannati in primo grado a 4 anni di reclusione. Più l’ingegner Francesco Paolo Luceri, progettista delle opere strutturali e direttore dei lavori di realizzazione, su cui pende una condanna a 3 anni.


Al termine della discussione della procuratrice la Corte ha già fissato il calendario per le arringhe difensive.
Il 15 ottobre, quindi, spetterà ai legali delle vittime, e il 19 novembre a quelli degli imputati. Mentre la sentenza è attesa per il 17 dicembre.
Secondo le testimonianze raccolte poco dopo la tragedia, la palazzina crollata aveva già dato segnali di cedimento, con scricchiolii sinistri, che venivano avvertiti soprattutto durante le ore notturne, quando c’era silenzio. Tutto era stato segnalato anche Vigili del fuoco, che prima di Natale 2013 avevano effettuato dei sopralluoghi, indicando ai residenti la necessità di effettuare una perizia statica. Solo che il cedimento strutturale avrebbe anticipato qualsiasi previsione sul degrado della struttura.

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