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POTENZA – Un ex funzionario della Polizia che ha prestato servizio nella questura di Matera e il gestore di fatto di una società che opera nel settore delle slot machine sono stati posti agli arresti domiciliari dalla squadra mobile della questura di Potenza nell’ambito di un’inchiesta sul tentativo dell’imprenditore – con la complicità del sostituto commissario – di imporsi nel mercato delle slot machine e del videopoker.

I due – il sostituto commissario Leonardo Raffaele Santoro e l’imprenditore Antonio Stasi, di 54 e 46 anni – sono accusati, a vario titolo, di corruzione, concussione, accesso abusivo a sistemi informatici, rilevazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, falso e truffa aggravata ai danni dello Stato. Le indagini sono cominciate quando il titolare di un’altra società che opera in provincia di Matera nel campo delle slot machine ha denunciato controlli assidui ai suoi danni mentre altre società venivano ignorate.

I primi accertamenti hanno portato alla luce una serie di accessi alle banche dati della Polizia non giustificati da indagini: ciò ha portato al trasferimento dell’inchiesta a Potenza. Gli agenti della squadra mobile hanno scoperto il rapporto fra Santoro e Stasi: il funzionario – che avrebbe ricevuto denaro per i favori fatti a Stasi – è stato allontanato dal servizio ed ha avviato una procedura di malattia e invalidità permanente, fino ad ottenere la collocazione in pensione. Si tratta di un filone di indagine tuttora aperto, con altri indagati. In pratica, la squadra mobile di Potenza ha scoperto che le attività di Stasi erano favorite da controlli «mirati» ai danni dei suoi concorrenti, che tendevano anche a indurre alcuni locali pubblici a preferire che fosse lui a fornire le slot machine e i videopoker. A conclusione delle indagini, la Procura della Repubblica di Potenza ha chiesto e ottenuto dal gip le ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per Santoro e Stasi.

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