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Nunzio Santorsola

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La scoperta nel tratto cosentino della costa jonica. Il pescatore 38enne di Bernalda era scomparso ai primi di ottobre scorso

ROCCA IMPERIALE (CS) – I resti di una persona sono stati rinvenuti ieri nel corso di una battuta di pesca al largo di Rocca Imperiale. Nelle reti da pesca è stato ritrovato il cranio di una persona: la scoperta è stata fatta dai pescatori che si trovavano a bordo del peschereccio “Nicola Andrea”.

 Immediata l’allerta lanciata alla Capitaneria di porto e ai carabinieri che hanno atteso nel porto di Corigliano Calabro. Le indagini mirano a ricostruire i possibili collegamenti con eventuali denunce di persone disperse negli ultimi mesi: tra queste ipotesi, appare possibile il collegamento con un uomo scomparso ad ottobre scorso nel tratto materano della costa jonica, proprio durante una battuta di pesca: si tratterebbe di Nunzio Santorsola, 38enne di Bernalda, del quale si sono perse le tracce lunedì 10 ottobre.

 Il peschereccio con a bordo i resti umani, intanto, ieri è stato fatto approdare nel porto di Corigliano. Sull’imbarcazione il capitano Andrea Guttieri con l’equipaggio Nicola Guttieri e Raul Bentivenga, quindi il personale di Capitaneria di porto, carabinieri, il medico legale Trotta che hanno avviato l’esame dei resti finiti nella rete.

 Il giallo del cranio ritrovato ieri riapre un caso che per giorni ha tenuto Bernalda e la Basilicata col fiato sospeso, tra paura e speranze: ancora a fine ottobre Salvatore, fratello di Nunzio, e gli amici impegnati ogni giorno nel pattugliamento della costa jonica, chiedevano con forza l’impiego di mezzi aerei per la ricerca. Operazioni che non si sono mai fermate e durante le quali – tragedia nella tragedia – un amico di Nunzio, il 54enne Walter Iannucci, è morto per un malore.

 La possibilità di avere a disposizione un mezzo aereo che avrebbe gestito al meglio la ricerca non solo in termini di tempo ma soprattutto per allargare un’area visibile dall’alto aveva fatto sperare amici e familiari di Santorsola in un esito positivo. Dopo qualche giorno, però, le ricerche ufficiali (le motovedette di Corigliano Calabro e di Taranto hanno cercato senza piani mirati bensì all’interno delle uscite di pattugliamento di routine) non hanno potuto far altro che fermarsi mentre proseguivano solo quelle di amici e parenti, impegnati a battere la costa in lungo e in largo.

 «Noi – aveva detto Francesco Gallitelli, uno dei tanti amici di Salvatore – continueremo a cercare Nunzio». Di lì il racconto di pattugliamenti da Policoro a Sibari sino a pochi chilometri da Corigliano, con tanto di chiamate alla Capitaneria di porto, mentre un altro gruppo di amici cercava sul versante opposto, sino a Taranto. «Per quando riguarda lo spazio aereo – commentavano desolati i tanti bernaldesi e non che fino all’ultimo sono scesi in campo per trovare Santorsola – questo è vuoto e non ci aiuta».

 «Io – aveva ribadito anche Salvatore Santorsola – insieme agli amici e alla mia famiglia continueremo nelle ricerche di Nunzio. Non possiamo fermarci e questo lo chiediamo ad alta voce anche alle autorità competenti». Giorni di grande ansia, sentimento scoloritosi sempre più in dolore, giorni nei quali si parlò anche di un incontro con il ministro Angelino Alfano.

 Ora, da quello stesso tratto di costa più volte battuto da Salvatore, Francesco e tutti gli altri arriva una novità sulla quale è lecito solo fare qualche supposizione, una notizia che dal pomeriggio di ieri sta facendo interrogare Bernalda e quanti hanno conosciuto e voluto bene a Nunzio. Un ragazzo per bene di cui si sente la mancanza da cinque mesi.

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