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Il luogo del delitto

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MARCONIA DI PISTICCI – A poco meno di una settimana, da quello che ricorderanno come il giorno più brutto della propria vita, stamane le due ragazzine inglesi stuprate da un branco di otto persone, durante una festa di compleanno in una villa di Marconia, dovranno rivivere quei minuti terribili.

Lo faranno in tribunale, davanti al pm Ventricelli, al giudice per le indagini preliminari, Angelo Onorati, ma soprattutto al pool dei difensori degli indagati, formalmente sette (con quattro agli arresti), ma di fatto potrebbero presto divenire otto.

Fin dalle prime ore dopo lo stupro, le ragazzine sono riuscite a trovare forza e lucidità per raccontare quanto vissuto, pare senza alcun tentennamento o contraddizione. Racconti incrociati e coerenti con le successive evidenze investigative. Si dovrà capire, se questa lucidità rimarrà tale di fronte alle domande dei difensori del branco, che cercheranno di verificare tutto quanto dichiarato, soprattutto in relazione alla dinamica ed alle responsabilità, reali o presunte, degli indagati.

Tra i più compromessi, almeno a sentire i primi racconti delle vittime, ci sarebbe il 23enne Michele Masiello, il più grande del gruppo, che avrebbe adescato e poi trascinato nel luogo dello stupro la ragazza più giovane, ovvero la 15enne di origini marconesi.

Con lui ci sarebbero stati anche Giuseppe Gargano e Alessandro Zuccaro, di 19 e 21 anni, tutti attualmente agli arresti nel carcere di Matera, perché immediatamente riconosciuti dalle vittime, grazie alla visione dei profili Instagram. Del resto, gli stessi indagati, al momento del primo approccio con le ragazze, non avrebbero fatto mistero della loro identità, pur avendo già evidentemente in mente, come sottolinea il Gip, la loro intenzione.

Alberto Lopatriello, amico di Masiello, è accusato di aver trascinato la ragazza più grande, che ieri ha compiuto 16 anni, nei pressi di una recinzione metallica dove avrebbe tentato di abusare di lei, prima da solo e poi con Masiello, Gargano e Zuccaro. Poi ci sono altri tre indagati, i due trapper pisticcesi Michele Leone ed Egidio Andriulli, oltre a Rocco Lionetti e un quarto uomo, già riconosciuto dalle ragazze sul suo profilo Instagram e denunciato ieri, con l’ulteriore accusa di cessione di sostanza stupefacente.

Le testimonianze delle ragazzine rappresentano solo il primo atto di un incidente probatorio che si preannuncia lungo ed articolato, con analisi dettagliate sugli indumenti sequestrati a tutti e soprattutto sui cellulari, perché una delle ragazze ha parlato di un giovane intento a filmare mentre la violentava. Oggi ci si potrà attendere anche un rinvio dell’incidente probatorio, vista l’ingente mole di nuovi atti, confluiti nel faldone delle indagini.

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