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MATERA – Mandato di custodia cautelare in carcere a tutti gli otto indagati, per lo stupro delle ragazzine inglesi di 15 e 16 anni, avvenuto la notte del 7 settembre scorso, in una villa alla periferia di Marconia. A chiederlo, con una nuova memoria difensiva, sarà l’avvocato Giuseppe Rago, difensore delle giovani, secondo il quale i presupposti della carcerazione preventiva, già applicati a quattro membri del branco, in carcere ormai da venti giorni, sussisterebbero anche per Michele Leone, Michele Falotico, Egidio Andriulli e Rocco Lionetti, rimasti a piede libero.

«Alla luce delle forti evidenze, emerse dalla testimonianza delle mie assistite durante l’incidente probatorio – spiega Rago – chiedo al magistrato di valutare la custodia cautelare in carcere anche per loro, che sono responsabili al pari degli altri, rispetto ai capi d’accusa (violenza sessuale di gruppo, lesioni aggravate e continuate e cessione di stupefacente ndr). Non vedo perché, dopo quanto emerso in udienza, loro debbano essere ancora liberi di circolare, magari di fuggire, inquinare le prove, o peggio ancora», ha proseguito Rago, che dal 21 settembre scorso ha segnalato agli inquirenti ed al magistrato un nono nome, la cui posizione è da verificare.

«Il nome di questa persona emerge in modo insistente dai dialoghi degli arrestati, durante un’intercettazione ambientale, effettuata di nascosto dagli inquirenti. Per questa ragione, a mio avviso lui era quantomeno presente durante lo stupro, quindi ugualmente responsabile». La posizione di questo eventuale nono indagato è, dunque, al vaglio del magistrato, che deciderà se indagarlo formalmente. Intanto, ieri le due ragazzine sono tornate in Inghilterra dopo 23 giorni di agonia psicologica in quella che ormai per loro era diventata una gabbia. La loro presenza ormai non è più necessaria, perché il quadro investigativo è stato ampiamente chiarito ed assodato, da un punto di vista testimoniale.

«Nonostante quello che si è cercato di insinuare e di far passare come messaggio – ha concluso Rago – le mie assistite sono delle bravissime ragazze, che avevano bisogno di tornare a casa per lasciarsi alle spalle questo incubo, ma anche perché devono riprendere i loro studi». Una di loro, la più giovane che ha solo 15 anni, è di origini marconesi, pur essendo nata in Inghilterra dove il padre si è trasferito tanti anni fa e gestisce una catena di alberghi. Era tornata nel suo paesino d’origine a fine agosto, con l’amica di circa un anno più grande e la sorella 31enne con il marito. Dovevano trascorrere 15 giorni di vacanze spensierate, perché avevano già programmato la partenza per il 9 settembre, ma l’incubo di quella notte ha fermato tutto.

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