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Casino Padula

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DOVEVA essere un presidio sociale a supporto del rione “Agna le Piane”, dove allestire una sorta di laboratorio di quartiere. Poi è arrivata l’onda buona di Matera 2019 ed è stato affidato alla Fondazione Matera Basilicata 2019 per sei mesi. Così è diventato sede dell’Open design school, dove hanno operato per tutto il 2019 una sessantina di giovani creativi. Ma da circa un anno è tornato nell’abbandono totale, pur essendo ancora formalmente in affido alla Fondazione.

Parliamo del bellissimo “Casino Padula”, recentemente al centro delle cronache, proprio per il degrado che lo circonda e coinvolge in pieno. Il ricordo va al reportage effettuato dall’allora consigliere comunale di minoranza, il pentastellato Antonio Materdomini, oggi presidente del consiglio comunale, il quale rilevava giustamente la presenza di un container con materiale non ben identificato, oltre all’evidente abbandono di tavoli e masserizie, verosimilmente utilizzate dall’Ods, i cui creativi oggi rimasti in pochi, operano nel complesso del Casale ai Sassi.

Lo stesso sindaco, Domenico Bennardi, in qualità di candidato organizzò una conferenza stampa di presentazione della sua lista, in quel luogo definto simbolico per la rinascita della città. Un motivo in più, quest’ultimo, per riprendere subito in mano Casino Padula, strappando la struttura al degrado galoppante per restituirla ai giovani del rione periferico, che ne avrebbero tanto bisogno. Una scelta di coerenza, che dovrebbe partire innanzitutto dalla revoca dell’affidamento in comodato d’uso gratuito alla Fondazione, che ormai non la utilizza più, nè la utilizzerà in prospettiva.

La storia di Casino Padula e la Fondazione nasce nell’ottobre 2017, con l’affidamento d’urgenza dell’immobile, originariamente destinato a Centro polifunzionale di quartiere. Sei anni prima, Nel luglio 2011 era stato costituito apposito Comitato denominato “Comitato Matera 2019” con compiti di attuazione delle linee di intervento delineate nel Dossier di candidatura di Matera al titolo di Capitale europea della cultura 2019.

Due anni dopo, a luglio 2013 l’Amministrazione comunale ha disposto di destinare parte del complesso del Casale nel rione Sassi, per una superficie di circa 500 mq (corrispondente al Comparto “A” del compendio immobiliare citato) alle attività del Comitato Matera 2019, “comunque atte alla promozione, valorizzazione e recupero dei beni culturali e ambientali, alla rivitalizzazione dei rioni Sassi, alla promozione e realizzazione di iniziative finalizzate a scambi culturali e di residenze, anche internazionali, ecc”.

Il 5 febbraio 2014, il settore Pianificazione dell’Amministrazione comunale ha disposto di assegnare ed affidare in custodia, con effetto immediato, al Comitato Matera 2019, in persona del direttore Paolo Verri, i locali del compendio immobiliare, così come individuati nella planimetria del progetto di recupero del Casale, finalizzando agli obiettivi della candidatura l’uso di tale location, per il tempo necessario all’attuazione delle attività e dei programmi che il Comitato porrà in essere.

Due anni dopo, nel febbraio 2016 nasce la Fondazione, con i compiti di attuare le linee di intervento delineate nel Dossier di candidatura di Matera al titolo di Capitale europea della Cultura 2019, per fare della Basilicata la piattaforma culturale per il Mezzogiorno d’Europa.

Intanto, la consegna del complesso del Casale tardava e l’Open design school mordeva il freno, quindi il 25 ottobre 2017 l’Amministrazione comunale decide di affidare alla Fondazione il Casino Padula per sei mesi fino a luglio 2018. Un affidamento provvisorio che, di fatto, divenne molto più definitivo arrivando fino alla fine del 2019, viste le “attività aventi funzioni di particolare rilevanza pubblica e di interesse della comunità amministrata”, come si legge nell’atto di affidamento.

Le spese necessarie per l’uso dell’immobile (tra cui le utenze e gli arredi e comunque degli oneri di funzionamento della struttura) “graveranno esclusivamente sulla Fondazione. -si legge ancora- Nel contratto viene inserita una clausola che consente all’assessorato delle Politiche sociali di organizzare, d’intesa con la Fondazione, attività di animazione sociale e di laboratorio del quartiere”.

Quest’ultima “prescrizione” di fatto non è mai stata onorata. Quindi, ad oggi, da circa un anno Casino Padula è chiuso e (almeno esternamente) degradato. È necessario che il Comune lo riprenda in carico, restituendolo alla sua funzione originaria di Centro polifunzionale di quartiere. Il rione Agna ne ha bisogno.

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