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Una delle palazzine del Consorzio di bonifica di Basilicata dove dal 2016 opera l’Alsia, in via Annunziatella a Matera

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MATERA – Io ti do in comodato d’uso gratuito due palazzine, tu in cambio mi affidi incarichi legali a cinque zeri.

Sembra un vero e proprio scambio di favori, legittimato da una legge regionale, quello che si è materializzato nel maggio del 2016 tra l’Alsia, nella persona del commissario straordinario Domenico Romaniello, e l’allora Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto, già guidato dall’attuale (e riconfermato) avvocato potentino Giuseppe Pio Musacchio. Una vecchia e consolidata amicizia, se si pensa che già nel 2012 Musacchio era stato incaricato, sempre dal commissario Romaniello, di difendere l’Alsia in alcuni procedimenti giudiziari, seppure con compensi decisamente più ridimensionati; come confermano le parcelle da 3.000 euro, ben lontane dai 145mila del 2016.

Tutto inizia il 4 maggio 2016 (le date precise sono molto importanti per comprendere le dinamiche), quando Musacchio in qualità di commissario straordinario del Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto, con delibera numero 208, concede all’Alsia il comodato d’uso gratuito di due palazzine, “per dare seguito – come si legge nella richiesta dell’Alsia protocollata il 27 ottobre 2015 – a una riorganizzazione, sia del personale che delle strutture in cui collocare gli uffici della sede centrale di Matera”, legittimata dalla delibera di Giunta regionale 122 del 15 febbraio 2016; quindi con la necessità “di rendere disponibile, ad uso ufficio, alcuni locali di proprietà consortile”.

Si tratta di due delle tre palazzine di proprietà del Consorzio in via Annunziatella a Matera. Il procedimento è giustificato, come si specifica nella delibera consortile, dalla legge regionale 9 del 2015, “nello spirito della massima e leale collaborazione fra enti, di concedere all’Alsia, per un periodo di 9 anni eventualmente rinnovabili, l’uso gratuito della terza palazzina, stabilendo di porre a carico del comodatario tutte le spese relative all’utilizzo dei locali occupati (luce, riscaldamento, acqua, telefonia, smaltimento rifiuti, pulizia, Imu, manutenzione ordinaria e tasse legate all’utilizzo del bene), nonché le spese di manutenzione straordinaria necessarie a rendere l’immobile idoneo all’uso, ivi comprese le spese per gli interventi di adeguamento dell’immobile alle disposizioni in materia di sicurezza e per l’abbattimento delle barriere architettoniche (e ci mancherebbe altro ndr)”.

Tutto regolare, quindi, peraltro con un risparmio di circa 200mila euro l’anno (tanto pagava l’ente di fitto nella sede precedente) da parte dell’Alsia, a fronte però di un mancato introito nelle casse cronicamente sofferenti del Consorzio. Quindi: il Consorzio è in deficit, non paga fornitori e prestatori d’opera, con il rischio concreto di non poter pagare neppure il personale, ma si “permette il lusso” di concedere ben due palazzine in comodato d’uso gratuito. Ciò che desta perplessità, è quanto accade solo 23 giorni dopo, ovvero il 27 maggio 2016, quando il commissario dell’Alsia, Domenico Romaniello, approva uno schema di convenzione con lo “Studio legale avvocato Giuseppe Pio Musacchio”, per rappresentare l’ente nel procedimento intentato contro il Comune di Scanzano Jonico, moroso dei contributi Ici, specificando che: “Non incorre alcuna incompatibilità con l’incarico conferito (sic)” e l’Alsia “si impegna a comunicare tempestivamente eventuali incompatibilità”. Un incarico conferito solo “per il presente grado di giudizio”, per il quale il professionista “si impegna a comunicare in forma scritta ogni adempimento processuale”. Valore della controversia “indeterminabile, tenuto conto dei diversi interesse sostanzialmente perseguiti dalle parti”, ma “su tale importo (ovvero indeterminabile ndr), saranno calcolati i diritti e gli onorari professionali”.

Si specifica, altresì, che l’avvocato “potrà chiedere acconti”, evidentemente per sostenere le spese di giudizio e che, siccome il procedimento si preannuncia lungo, l’avvocato dovrà rendicontare le spese annualmente. In forza di questa convenzione dal valore “indeterminabile”, sempre il 27 maggio Romaniello delibera un impegno di spesa di 49.559,37 euro sul bilancio Alsia 2016. Nello stesso giorno, lo Studio legale Giuseppe Pio Musacchio, presenta la sua parcella all’Alsia con una sfilza di procedimenti relativi al recupero di somme inevase da ben 40 Comuni, tra le due provincie lucane (Irsina, Scanzano, Bernalda, Lavello, Policoro, Melfi, Potenza, Ferrandina ecc.). La somma è di 125.242 euro, con uno “sconto amichevole” di 13.020 euro sui 130mila iniziali. Un’amicizia molto ben remunerata per Musacchio (ecco perché l’impegno di spesa da 49mila euro nello stesso giorno), che concede all’Alsia l’agio di pagare in tre comode rate annuali.

Venti giorni prima, sempre Musacchio aveva concesso il comodato gratuito dei locali consortili all’Alsia. La cordialità, con i conti sempre più in rosso per il Consorzio, prosegue anche due anni dopo, il 13 settembre del 2018, quando l’amministratore unico (promosso sul campo) del ribattezzato Consorzio di bonifica della Basilicata, Giuseppe Pio Musacchio, delibera addirittura il rimborso della metà delle spese di Portierato sostenute dall’Alsia, che (lo ricordiamo) occupa ancora due palazzine a titolo gratuito. Quindi il Consorzio della Basilicata, con tanti fornitori e prestatori d’opera ancora in attesa di percepire il dovuto (alcuni addirittura falliti per questo), paga all’Alsia 23.649,90 euro sui 47.299,80 di spese totali sostenute per il servizio di Portierato in via Annunziatella. Davvero una grande e bella amicizia, quella tra Musacchio e Romaniello; ci si augura solo che non ne continuino a pagare le spese lavoratori e fornitori del Consorzio di bonifica della Basilicata.

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