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ACCETTURA – Chiede un esame diagnostico a domicilio, per verificare la funzione respiratoria del padre, malato di Sla dal 2016, ma dalle dimissioni dall’ospedale “Madonna delle Grazie” il 31 dicembre 2018, il paziente è stato letteralmente abbandonato a sé stesso, oggi per giunta senza alcuna possibilità di effettuare una Emo gas analisi a domicilio, o una radiografia toracica. Questo anche perché la Pneumologia territoriale di Matera non ha personale da poter mandare, tanto da aver dovuto sospendere il servizio dal 1 febbraio scorso.

E’ un urlo di dolore, quello di Giuliano Lo Priore, il figlio del paziente di Accettura, che con la madre Michela Raucci hanno scritto a “Cittadinanzattiva – Tribunale dei diritti del malato”, per non lasciar morire il padre nell’indifferenza.

«Mio padre è affetto da Sla diagnosticatogli nell’aprile 2016. -spiega Lo Priore – La prima volta che è stato ricoverato era novembre 2018. Lo portammo al Pronto soccorso di Matera, perché la malattia stava compromettendo la sua capacità respiratoria. Arrivati lì, infatti, gli diagnosticarono una polmonite. Di conseguenza, gli praticarono una tracheostomia ed effettuarono anche la Peg, perché la Sla avrebbe compromesso anche la sua capacità di deglutire, rischiando di farlo morire soffocato. Il 31 dicembre 2018, mio padre viene dimesso – prosegue Lo Priore nel suo racconto straziante – E’ stato mandato a casa senza nessuna indicazione: non mi è stata prescritta l’alimentazione, non mi sono stati dati i presìdi ed i raccordi per poterlo alimentare; non mi è stato fornito nessun supporto e nessuna indicazione riguardo a chi rivolgermi o su quale terapia e controlli effettuare. Ad oggi, mio padre non ha effettuato nessun controllo dal giorno in cui è stato dimesso. Sono mesi che chiedo aiuto, per avere assistenza e cercare di fare un emogas analisi e un Rx toracica domiciliare, ma nessuno mi ha ascoltato».

«Mi sono rivolto anche ai carabinieri, per cercare di ottenere qualcosa grazie alla loro mediazione – continua – ma anche in questo caso non abbiamo ottenuto nulla. Mio padre è stato abbandonato alla sorte – dice demoralizzato- nei giorni scorsi è stato male: era morto. Se non avessi avuto il pallone Ambu, comprato di mia iniziativa e non perché mi è stato prescritto da loro, mio padre non avrebbe ripreso a saturare. Ho utilizzato il pallone Ambu per circa 35 minuti, impiegati dall’ambulanza per arrivare. E’ stato portato al Pronto soccorso di Matera e gli è stata diagnosticata una polmonite bilaterale diffusa, con inizio di setticemia. Io ora voglio sapere con chi prendermela».

Comprensibile la rabbia: «Voglio denunciare tutta questa indifferenza. L’indifferenza uccide e come gli assassini io voglio che qualcuno paghi per l’indifferenza che ha ricevuto mio padre; indifferenza che ha portato a tutto ciò. Avere la Sla non vuol dire per forza lasciarlo al suo destino, ignorando le problematiche che la malattia comporta. Non possono essere loro a decidere quando mio padre deve morire».

La presidente regionale di Cittadinanzattiva-Tdm, Maria Antonietta Tarsia, rimarca l’assoluta gravità di questa falla nel servizio di assistenza domiciliare a questi malati gravi, per carenza di personale dovuta alla disorganizzazione ed alle mancate risposte dell’Azienda sanitaria materana, con promesse e garanzie tutte finora disattese. “La situazione é grave -rimarca Tarsia- si sta giocando con la salute dei cittadini deboli, dal direttore generale Ff Asm, Gaetano Annese e dall’assessore Rocco Leone, finora sono arrivate solo promesse, puntualmente disattese”. Tarsia annuncia che si muoverà con ogni mezzo per garantire il diritto alla salute al signor Lo Priore ed a tutti i pazienti allettati, che hanno bisogno imprescindibile di questo tipo di assistenza.

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