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Una bimba disabile a scuola

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NOVA SIRI (MATERA) – Limitata nel suo diritto allo studio, quindi anche nell’espletamento della sua attività scolastica. Sembra una storia di “ordinaria” ed elefantiaca burocrazia, quella in cui è incappata Valentina (nome di fantasia), una bimba diversamente abile con problemi molto seri sensoriali e di mobilità, che con la sua famiglia si è trasferita dall’Istituto comprensivo “Giovanni Paolo II” di Policoro, dove aveva avuto tutta l’assistenza che la legge le garantisce, a quello “Luigi Settembrini” della vicina Nova Siri, dove a oltre un mese dall’inizio nella sua nuova classe, non può ancora svolgere in pieno la sua attività scolastica.

Il caso è stato denunciato al Tribunale dei diritti del malato, che ha preso a cuore la vicenda e sta cercando di interloquire con le autorità scolastiche a tutti i livelli. La storia di Valentina inizia a maggio scorso, quando la madre la iscrive regolarmente al Comprensivo di Policoro, dove aveva frequentato l’anno precedente.

Poi, durante l’estate, la famiglia di Valentina è costretta a trasferirsi a Nova Siri, quindi si pone il problema di come consentire alla bambina la regolare frequenza scolastica. All’inizio si ipotizza addirittura un trasporto quotidiano da Nova Siri a Policoro, circa 20 chilometri al giorno andata e ritorno.

La famiglia inizialmente si sobbarca il sacrificio, ma va subito in affanno; quindi prova a chiedere a un’associazione che effettua questi trasporti, cercando di capire se potesse essere rimborsata con fondi ad hoc, ma si scopre subito che ciò non era possibile. Non resta da fare altro che trasferire Valentina a Nova Siri.

Si riempiono un po’ di scartoffie e il trasferimento avviene dal 12 ottobre, ma solo per la bambina, perché da subito si evidenziano problemi con le tre assistenti, a cui per legge ha diritto Valentina. Le lezioni per lei sono riprese, seppure con molti limiti, solo poco più di un mese fa, quando il Comune di Policoro, dove Valentina risiede ancora, è riuscito a garantirle l’assistente specialistica di sua competenza, che si occupa sostanzialmente solo di effettuare l’attività ludica.

Le mancanze sono in capo all’ufficio scolastico regionale (attraverso il provinciale), che dovrebbe garantire l’insegnante di sostegno e l’assistente di base, quest’ultima per cambiare e garantire l’igiene personale della bambina, oggi curata dalla mamma anche durante l’orario scolastico.

Due settimane fa, l’Ufficio scolastico regionale, su istanza del Tdm, ha risposto che il trasferimento degli alunni diversabili comporta una redistribuzione del personale di assistenza, cosa che sarebbe stata in atto con lo scorrimento delle graduatorie specialistiche e che, quindi, il conferimento delle supplenze sarebbe stato in atto. Alle parole, però, non sono seguiti i fatti perché Valentina è ancora senza insegnante di sostegno e senza assistenza di base, con l’istituzione scolastica che continua a “fare spallucce”.

Una situazione molto grave, considerando che si è a un mese dalle vacanze natalizie e quasi a metà anno scolastico. Un ritardo, dovuto a quanto pare ai tempi tecnici della burocrazia, fortemente stigmatizzato dal Tdm, che torna a sensibilizzare chi di competenza sulle difficoltà che Valentina e la sua famiglia devono affrontare.

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