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Erminio Restaino

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POLICORO (MATERA) – «La mancata presentazione  della lista a Policoro non può rimanere senza conseguenze».  

E’ arrivata da Erminio Restaino, ieri, l’ultima dura presa di posizione tra i democratici lucani dopo il flop dell’ex partito regione nel comune più importante tra i 22 che andranno al voto il 12 giugno, in Basilicata, per il rinnovo di sindaci e consigli comunali.

Il potentino Restaino, più volte assessore regionale e capogruppo del Pd nel parlamentino di via Verrastro, ma anche segretario regionale del Partito popolare ai tempi della nascita del centrosinistra lucano, ha affidato la sua petizione a un messaggio su Twitter, notificato anche al segretario nazionale Enrico Letta, oltre che ai maggiorenti lucani del Pd.

Immediata, quindi, è arrivata la risposta del senatore Salvatore Margiotta, anche lui potentino, che ha ricordato le precedenti sconfitte di «Potenza, Matera, Melfi», a cui ora aggiunge quella della cittadina ionica, «senza neppure competere». «Ora però – ha aggiunto Margiotta – concentriamoci sui comuni, non tanti, in cui possiamo eleggere sindaci Pd».

A ben vedere, infatti, sarebbero solo 4 i centri in cui sono in corsa per la fascia tricolore degli iscritti al partito: Grassano con Filippo Luberto, Bella con Leonardo Sabato, Castelsaraceno con Rocco Rosano, e Ruoti con Leonardo Pizzuti.

Sabato, tra i primi ad accendere la discussione tra i democratici su quanto accaduto a Policoro,  sempre sui social,  era stato l’ex presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, chiamando in causa, in particolare, il capogruppo in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli, «massimo esponente del Pd nelle istituzioni», oltre che tra i principali referenti politici del circolo democratico della cittadina ionica. Tra le possibili conseguenze del “flop” policorese, infatti, c’è anche un riequilibrio psicologico dei rapporti di forza usciti dal congresso regionale di dicembre. Congresso che aveva premiato in maniera significativa proprio Cifarelli, e i franceschiniani materani del gruppo guidato dall’ex senatore Carlo Chiurazzi e dal segretario provinciale Claudio Scarnato, che sono stati i principali sponsor dell’amministrazione comunale uscente guidata da Enrico Mascia. A scapito dei franceschiniani potentini alleati con Lacorazza.

Tra le ipotesi in circolazione, quindi, c’è anche quella di un commissariamento del circolo guidato dal 2016 da Adele D’Agostino. Tanto più che negli ultimi tempi la stessa D’Agostino avrebbe già delegato molte delle incombenze del ruolo a causa del trasferimento a Potenza col marito, Antonio Anatrone, ex sindaco di Acerenza, poi consigliere di amministrazione di Acquedotto lucano spa, segretario dell’Autorità di bacino della Basilicata, e da gennaio consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza, per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Da sciogliere, d’altronde, c’è anche il dilemma sull’indicazione di voto che il Pd sarebbe chiamato a fornire ad elettori e simpatizzanti policoresi rispetto agli aspiranti sindaci in corsa: Enrico Bianco, il candidato ufficiale del centrodestra; l’ex primo cittadino Nicolino Lopatriello, forzista ma appoggiato anche da renziani e un pezzo del Pd defilatosi mesi orsono, guidato dall’ex consigliere regionale nonché collaboratore dell’ex governatore Marcello Pittella, Antonio Di Sanza; infine lo speranziano Gianluca Marrese, già vicesindaco di Mascia rimasto fuori dalla giunta proprio in seguito a una richiesta di rimpasto aperta dal Pd. Quale sia l’orientamento si capirà, con ogni probabilità, sabato prossimo, in occasione dell’assemblea regionale del Partito democratico.

Contattato dal Quotidiano del Sud il segretario regionale del Pd, Raffaele La Regina, ha rinviato alle prossime ore il suo commento sull’accaduto.

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