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La sede del comune di Matera

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Niente da fare. E’ stato un no unanime quello che è emerso tra i vari partiti della maggioranza sulla questione del patto di lealtà. La proposta avanzata nei giorni scorsi dal Movimento 5 stelle per evitare cambi di casacca e che di fatto impegnava le parti «a non accettare l’ingresso nel proprio gruppo consiliare di consiglieri comunali che dovessere abbandonare la lista nella quale sono risultati eletti». La proposta già in prima battuta non aveva incontrato particolari consensi.

La consigliera della civica Matera 3.0 Cinzia Scarciolla aveva immediatamente scartato l’ipotesi di poter accettare una simile opzione che era considerata illiberale e non democratica.Gli altri gruppi pur mantenendo uguali perplessità avevano accettato però di discutere l’ipotesi anche se i singoli consiglieri comunali avevano scartato l’eventualità di sottoscrivere il patto. Mercoledì sera poi la riunione risolutiva che ha di fatto chiuso del tutto la discussione con il no dei gruppi di Socialisti, Verdi e Volt ad accettare una simile ipotesi di patto e lasciando dunque al Movimento 5 stelle portare avanti questo tipo di proposta.

Un’idea che i 5 stelle materani hanno già provato a salvaguardare attraverso i vincoli posti all’interno del proprio regolamento di gruppo e che di fatto limitano anche qualsiasi uscita al di fuori del gruppo di appartenenza. Un regolamento votato da 10 consiglieri comunali su 11 totali. Ora il no al patto di lealtà definisce certamente una diversa visione di alcuni rapporti interni alla maggioranza e rischia di essere nel medio periodo anche un primo vulnus che si è venuto a creare tra i 5 stelle e il resto della coalizione che ha ritenuto però assolutamente inattuabile la richiesta che è stata fatta.

Una richiesta che oltretutto non avrebbe potuto avere alcun tipo di vincolo di mandato rispetto al comportamento dei singoli consiglieri comunali ma solo una prova di coesione e di fiducia all’interno della maggioranza.

L’autonomia dei consiglieri comunali infatti non sarebbe stata definibile in alcun confine di carattere politico anche di fronte ad una sottoscrizione di quel patto che evidentemente serviva per rafforzare soprattutto i rapporti di forza all’interno della maggioranza e evitare il rischio di cambi di casacca che sono sempre pericolosi perchè possono cambiare equilibri politici consolidati.

In questo senso la scelta dei 5 stelle tendeva a stabilire in maniera definitiva gli equilibri interni e non correre il rischio di aggiustamenti futuri rafforzando anche la propria leadership all’interno della coalizione.

Dal resto della maggioranza è arrivata però la frenata per certi versi inevitabile e per altri versi forse anche inattesa.

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