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Il comune di Scanzano Jonico

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SCANZANO JONICO – Il ministero dell’Interno, non ritiene ancora conclusa la fase di “pulizia” del municipio di Scanzano Jonico, dalle presunte ingerenze e connivenze mafiose.

Per questa ragione, il ministro Luciana Lamorgese, che un anno e mezzo fa ritenne opportuno chiedere al presidente della Repubblica, lo scioglimento del consiglio comunale, ieri ha stabilito una proroga di altri sei mesi di gestione commissariale, ipotizzando probabilmente un ritorno alle urne, dunque a un’amministrazione democraticamente eletta, tra l’autunno di quest’anno e la primavera 2022.

Una decisione maturata a norma dell’articolo 143 del decreto legislativo del 18 agosto 2000, numero 267.

Intanto è fissata per il prossimo 12 maggio, l’udienza davanti al Tar del Lazio, a cui l’ex sindaco Raffaello Ripoli e una manciata di ex consiglieri comunali, hanno presentato ricorso avverso il provvedimento di scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose.

Alla vigilia di Natale 2020, il giudice del Tar ha riscritto la causa al ruolo, per carenza di prove documentali in capo al ministero dell’Interno ed alla Prefettura di Matera, in qualità di enti resistenti.

Ministero e prefettura non avrebbero ottemperato alle richieste del Tar rispetto alla documentazione esplicativa dei motivi, che hanno indotto allo scioglimento.

Quindi, il giudice Antonio Savo Amodio (Ivo Correale consigliere e estensore Roberta Ravasio), ha fissato la nuova udienza, perché vuole andare evidentemente a fondo nella faccenda, valutando la reale sussistenza delle ragioni di scioglimento, scaturite dai sette mesi di lavoro della Commissione d’accesso, nominata dal prefetto di Matera.

Il ricorso contro la prefettura e il ministero dell’Interno, è stato presentato da Ripoli e sottoscritto dagli ex consiglieri Santolo Sabato, Sante Pantano, Donatella Puce, Rosanna Sisto e Silvio De Marco, tutti assistiti dall’avvocato Gianni Di Pierri.

L’atto è stato presentato “nei confronti” del Comune e dei consiglieri Sabino Rocco Giacco, Maria Giovanna Merlo, Claudio Scarnato, Rossana De Pascalis, Nunzio Musillo, Luise Loscalzo e Giancarlo Camossi, che non si sono costituiti in giudizio. Lo ha fatto, invece, l’attuale consigliere regionale Pasquale Cariello, assistito dall’avvocato Vittorio Faraone. I ricorrenti chiedono l’annullamento del decreto del presidente della Repubblica.

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