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L'ospedale di MAtera

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MATERA – Attività chirurgica sospesa tranne le urgenze, le emergenze e la chirurgia oncologica e la possibilità di spostare alcuni interventi programmati a Policoro. E’ questo il senso di una comunicazione che giovedì scorso il direttore del dipartimento emergenza dell’Asm Francesco Di Mona ha inviato al direttore generale Annese, al direttore sanitario Santarsia e ai diversi primari dei reparti interessati da questo provvedimento che si renda necessario in virtù, così viene spiegato, dell’aggravarsi dell’emergenza Covid. A dar notizia di questa nota è il consigliere regionale Gianni Perrino che già nei giorni scorsi aveva sollevato preoccupazioni e chiesto risposte sul futuro dell’ospedale “Madonna delle Grazie”. Nella lettera firmata da Dimona nello specifico si legge: «Dal 22 ottobre è sospesa l’attività chirurgica elettiva, saranno garantite le urgenze e le emergenze (le fratture di femore rientreranno in questa categoria, sarà garantita una seduta operatoria giornaliera per pazienti oncologici, è in corso di valutazione la possibilità di deviare alcune attività chirurgiche programmate presso l’ospedale di Policoro». Un testo poco rassicurante per il futuro del nosocomio materano e su quello che è il destino dei pazienti non Covid in questo particolare momento.

«Posso capire che ci debbono essere contromisure per il contagio e per chi si ammala e può subire danni rilevanti dal Covid soprattutto anziani. In Basilicata le persone anziane nell’Rsa sono quelle decedute nelle ultime settimane, si dovrebbe agire in maniera specifica. Ma se a Matera c’è un Dea di primo livello può essere che tutto il resto oltre al Covid non esista più?» si chiede Perrino, «ci sono i tendoni che sono stati montati con delle spese senza apparecchiature e senza personale dopo questa donazione, che si vuole fare? C’era stato un investimento per approntare l’ospedale di Venosa per il Covid, ora cosa dobbiamo aspettarci non se ne farà più nulla? E come mai si sta andando in una direzione che guarda caso va a rafforzare un ospedale di un’area che guarda casa è quella di riferimento dell’assessore regionale? Bisogna dire chiaramente ai cittadini cosa vogliono fare, che chi ha una patologia sa che deve rivolgersi a Policoro oppure bisogna indicargli un’alternativa da poter seguire» conclude Perrino.

In serata la risposta di Leone: «L’ospedale Madonna delle Grazie di Matera non si tocca e lavoriamo per potenziarlo, come abbiamo avuto modo di sottolineare in più occasioni. In Basilicata la gerarchia dei presidi ospedalieri è definita, Matera è e resta Dea di I Livello. In questa fase emergenziale, tuttavia, non possiamo interrompere l’attività ordinaria perché ci sono tantissimi pazienti, con patologie gravi e con la necessità di sottoporsia interventi chirurgici, ai quali il nostro sistema sanitario deve dare in tempi brevi delle risposte. A Matera abbiamo 4 posti in rianimazione riservati ai pazienti covid, ecco perché stiamo sperimentando soluzioni che ci consentano di utilizzare, in unalogica integrata, tutte le strutture del territorio, salvaguardando al massimo la salute dei cittadini e mettendo i medici e il personale sanitario nella condizione di fare il proprio lavoro. E dal momento che nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Policoro non ci sono casi di persone positive al covid, la struttura del metapontino in questa fase storica, nell’interesse esclusivo dei pazienti, può supportare l’ospedale della città di Matera.

In questo delicato momento, con la pandemia che avanza alle porte della nostra regione, non possiamo permetterci di alimentare polemiche pretestuoseche come unico risultato producono allarmismo tra i lucani. Serve responsabilità anche da parte delle forze di opposizione e di tutti i soggetti chiamati a rappresentare le istanze dei cittadini. L’emergenza sanitaria che stiamo gestendo non conosce colore politico e va fermata con ogni mezzo. Nel frattempo, non possiamo lasciar morire i pazienti che soffrono di altre patologie, per questo abbiamo il dovere di ottimizzare le risorse di cui disponiamo” conclude Leone.

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