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Un momento della cerimonia di ieri sera a Cava del Sole

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Il sindaco De Ruggieri: «No al tifo da stadio». Sassoli: «Qui il vero senso d’Europa»


MATERA – «Matera non si ferma qui». E’ il messaggio praticamente unanime che è arrivo ieri al termine del cda della Fondazione Matera Basilicata 2019 che si è svolto alla presenza dei ministri Dario Franceschini e Giuseppe Provenznao e del presidente del Parlamento europeo David Sassoli. L’idea condivisa nel corso del cda e che dovrà portare innanzitutto ad un festival della co-creazione per il 2020 è proprio quella di insistere sulla strada intrapresa e di confermare che Matera è un nuovo modello per il Sud.

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Le parole più sentite e importanti sono arrivate dal presidente del Parlamento europeo Sassoli che ha spiegato: «Matera rappresenta tutti quei valori che l’Europa vuole affermare e che mi hanno portato qualche giorno fa a dire ai capi dei governi europei che noi come Parlamento questo bilancio non lo votiamo. E non è la posizione di una maggioranza del Parlamento ma la posizione unanime di tutto il Parlamento perchè un bilancio che taglia del 20 per cento la cultura non può essere votato». Parole che vengono poi confermate a Cava del Sole dove Sassoli aggiunge: «L’Europa non è un’entità astratta, sono i suoi cittadini, la vivacità letteraria, la poesia. Chi dice che è stata costruita contro i cittadini non fa lo sforzo di ricordare da dove siamo partiti. Questo patrimonio raggiunto quest’anno da Matera non disperdetelo. Pasolini disse di aver trovato qui il sole, oggi non troverebbe solo il sole ma una città conosciuta in tutto il mondo e che ha rappresentato in modo straordinario l’Italia e i più autentici valori dell’Europa».
E di non pensare ad alcun passo indietro parla chiaramente anche il ministro dei beni Culturali Dario Franceschini che dice di ricordare e di aver rivisto l’emozione e la gioia della piazza di Matera nel momento in cui proprio lui aveva dato la notizia che la città era stata nominata Capitale della cultura. Matera «ha i titoli per restare Capitale per sempre» perché nel 2019, anno da Capitale europea della Cultura, ha «dimostrato all’Italia e al mondo di essere davvero una Capitale». La Città dei Sassi «ha saputo investire tanto – ha aggiunto – in patrimonio, in attività culturali e nel rilancio di turismo, colto e intelligente e ha mostrato il riscatto dei Sassi». La Città dei Sassi «ha dimostrato a tutto il Mezzogiorno d’Italia che – ha continuato Franceschini – investendo in cultura, turismo, riqualificazione e rigenerazione urbana si può davvero creare nuovi attrattori turistici internazionali: solo il 20% di turisti internazionali viene sotto Roma, dove ci sono Napoli, la bellezza della Campania, Pompei la Sicilia, i Bronzi di Riace, Matera, Bari. Davvero al Sud c’è la bellezza dappertutto e – ha concluso – bisogna utilizzarla».  

«Dalla miseria in cui versava fino all’immediato secondo dopo guerra al riscatto che l’ha portata a essere una città piena di turisti e di iniziative culturali, la vicenda di quella che ormai in molti chiamano la Basilicon Valley è un modello esemplare – dichiara il ministro – Nei Sassi ci sono start up, hotel diffusi, iniziative artigianali che parlano di una città che è cambiata.  Una prova di quanto investire in cultura e in turismo nel Mezzogiorno è una grande opportunità di crescita per un territorio che è pieno di meraviglie.  Oggi Matera è cresciuta ancora di più: la Capitale Europea della Cultura 2019 ha goduto di un palinsesto straordinario di eventi che per dodici mesi la hanno resa protagonista nel mondo”.  “Centinaia di migliaia di visitatori sono divenuti cittadini temporanei della città sito Unesco, vivendone la magia.  Ora il testimone passa a Rjeka e Galway in un percorso ideale che lega le città del nostro continente nel nome della cultura.  La sfida vinta nel 2014 è stata portata a compimento con successo e ha avviato un cammino di crescita sostenibile del territorio sul quale sono certo si proseguirà con determinazione”.

E anche il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano ha sottolineato il ruolo che la città può svolgere sotto più aspetti. «E’ una grande scommessa vinta questa del 2019, Matera ha dimostrato all’Italia e all’Europa che il Sud non è una causa persa ma un posto bellissimo su cui si può investire e si può puntare. E la nostra scommessa inizia adesso quando  tutto questo deve tornare ai cittadini sotto forma di sviluppo e ci sono molte possibilità soprattutto grazie a questo nome di Matera che è cresciuto quest’anno nel mondo in una misura straordinaria e abbiamo un contratto istituzionale di sviluppo a cui vorremo dare con il sindaco una nuova accelerazione. Inoltre c’è la strada che Matera ha già deciso di seguire con l’innovazione  ele nuove tecnologie che può portare certamente degli effetti positivi per la città».  Le parole di Franceschini e Provenzano hanno confermato una volontà espressa a chiare lettere a non voler chiudere il capitolo di Matera con la fine dell’anno da Capitale europea della cultura.
 All’appuntamento di ieri a Matera presente anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Parma sarà la capitale italiana della cultura nel 2020.
«Eravamo qui per l’inaugurazione, abbiamo sempre seguito, anche con tanti tecnici che hanno lavorato all’installazione delle mostre, per capire qual è stato il modello culturale, proprio per prendere le buone pratiche» ha detto Pizzarotti. 
Nei giorni scorsi Pesaro-Urbino aveva ufficializzato la propria candidatura a capitale europea della cultura nel 2033 quando il titolo tornerà nuovamente in Italia a quattordici anni di distanza dall’evento chiuso ieri a Matera. Un passaggio di testimone in corso che permetterà però alla città dei Sassi di potersi ancora fregiare di questo risultato e di poter dunque costruire il proprio percorso futuro continuando ancora a puntare sul risultato raggiunto quest’anno.

I FISCHI AL GOVERNATORE – Fischi a Cava del Sole per il presidente della Regione Vito Bardi. Fischi che hanno reso difficile l’intervento di saluto di Bardi nella fase istituzionale della serata conclusiva di Matera 2019. Bardi ha provato a superare la situazione ma i fischi sono continuati andando scemando ma poi a tratti anche riprendendo. Una critica aperta ed evidentemente che probabilmente il presidente della Regione non aveva messo in conto in questa circostanza e alla chiusura di Matera 2019. Un episodio comunque evidente a tutti e che ha portato anche ad una difesa “ufficiale” del primo cittadino De Ruggieri che ha parlato di “tifo da stadio e cultura della tifoseria”che non servono in contesti come quello di ieri.
Le parole di Bardi sono state quasi coperte dai fischi tanto che lo stesso presidente della Regione è stato costretto ad iniziare il suo intervento dicendo:  «Saluto anche coloro che fischiano».
Poi Bardi ha provato senza riuscirci a superare il momento di difficoltà aggiungendo: «Stasera sono orgoglioso di essere lucano e in questo momento la città di Matera ha dimostrato di essere all’avanguardia e di aver portato la regione ad essere conosciuta a livello e questo porterà il popolo lucano lontano. Matera non si ferma qui, la Fondazione è solo all’inizio, continuerà quest’avventura per far sì che Matera e l’intera Basilicata possa essere attrattiva».
Un impegno quest’ultimo che costituisce di fatto l’intero leit motiv della giornata conclusiva di Matera 2019 con gli occhi decisamente puntati sul futuro.
Ma i fischi arrivati dagli oltre cinquemila assiepati a Cava del Sole ha testimoniato anche un sentire che ha reso evidentemente necessaria una presa di distanza del sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri.
Per il sindaco si è trattato di “una cultura da tifoseria e non di una città culturale”.
«La posizione critica tradotta in fischi e mormorii, da parte di una minoranza di partecipanti alla cerimonia conclusiva dell’anno di Matera Capitale, mentre parlava il Presidente della Regione Basilicata, sono espressione di una cultura da tifoseria e non di una città culturale.  Il tifo da stadio, in questi contesti, è fuori da ogni ragione perché è frutto di un’esplosione istintiva» ha sottolineato il primo cittadino criticando quanto avvenuto.  «La cultura è, invece, meditazione, riflessione e sforzo di pacificazione.
E’ solo attraverso la pacificazione che possiamo raggiungere insieme i traguardi.
Esprimere umori negativi in una serata di festa, non serve a nulla, non paga nessun risultato e non raggiunge gli obiettivi, che sono comuni, e che devono portare ad un salto in avanti della intera regione Basilicata e del Mezzogiorno d’Italia» sono state le parole conclusive di De Ruggieri in una serata che ha mostrato questo aspetto di critica e di distanza nei confronti dei vertici regionali che si caratterizza al di là dei colori politici.

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