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Il sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri

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Intervista al sindaco De Ruggieri: «Non distruggiamo il Carro, ma portiamolo in piazza, difendiamo la città, non il sindaco, da chi vorrebbe riportarla nell’ombra»

MATERA – «Matera non è una meteora perché le meteore non hanno ottomila anni di storia». E’ un Raffaello De Ruggieri molto combattivo e convinto del percorso fatto e del ruolo della città quello che arriva all’ultima curva prima della cerimonia inaugurale di Matera 2019 e che stila un piccolo “bilancio” della situazione in cui la città arriverà, ciò che riuscirà a fare e ciò che rimarrà insoluto appellandosi ai materani. «il Carro portiamolo in piazza tutti insieme, difendiamo Matera e non il suo sindaco».

 Ad un mese dalla cerimonia inaugurale a che punto è la città sotto il profilo delle infrastrutture, dei cantieri, degli interventi?

 «Mi sento di dire che la città è pronta ad affrontare la cerimonia di inaugurazione dell’anno di Matera Capitale. Il nodo intermodale di Serra Rifusa sarà disponibile e lo sarà anche il parcheggio temporaneo che stiamo realizzando nell’area della stazione ferroviaria Rfi di La Martella. A Porta Pistola, il cantiere sarà ultimato nella parte soprastante. Dopo il 20 gennaio, si continuerà a lavorare per consolidare il muro di contenimento ed entro la primavera del 2019, quindi nel periodo che si stima essere di maggior afflusso turistico, si potrà utilizzare anche il cosiddetto ponte tibetano. Sono queste le opere che riteniamo importanti per la logistica e per il piano di mobilità e di sicurezza che stiamo elaborando per l’inaugurazione del 19 gennaio.  Sempre dopo il 20 gennaio, approfittando del periodo in cui si prevede un afflusso meno consistente di visitatori, provvederemo alla riqualificazione del percorso pedonale che va da Piazza Sedile a Via Ridola e che comprende anche via Volta e parte di via Casalnuovo. Completeremo, inoltre, prima della primavera, la riqualificazione della villa Comunale, restituendo alla città un piccolo parco nel pieno centro urbano». 

 Parliamo degli altri interventi in previsione cominciando da piazza della Visitazione.

 «Su Piazza della Visitazione, contiamo di procedere per stralci funzionali dando priorità alla realizzazione del boulevard pedonale di collegamento tra Piazza Matteotti e Piazza Vittorio Veneto e alle opere connesse a questo ambito urbano. Per il resto credo che riusciremo ad essere pronti per la primavera prossima a realizzare il parcheggio di Lanera e a completare i lavori di riqualificazione della strada e di costruzione della rotatoria. Ma quello di cui mi preme parlare, e che sarà uno dei lasciti del 2019 alla città, sono i parchi tematici della storia dell’uomo. Si tratta della concretizzazione del progetto del museo demoantropologico rivisitato con l’occhio delle nuove tecnologie. Parco della preistoria, della civiltà rupestre, della civiltà contadina e delle stelle. Saranno aree museali interattive in cui sarà raccontata l’evoluzione dell’uomo attraverso la storia di una città che vive ininterrottamente da 8mila anni. Il primo tassello del parco della civiltà contadina, sarà aperto al pubblico già a marzo. Per gli altri esiste già la progettazione esecutiva e saranno realizzati tra la fine del 2019 e il 2020. Io credo che questi parchi della storia possano rappresentare per Matera, con le dovute differenze, quello che l’acquario di Genova ha rappresentato per la città ligure. E’ su questo che abbiamo lavorato in silenzio, lontano dai clamori delle critiche distruttive, perché vogliamo creare sviluppo stabile e duraturo per questa città, oltre il 2019. Il mio movimento, come lei sa, si chiama Matera 2020 e io sono sceso in campo per contribuire a mettere le basi per la città del futuro, non per osservare l’ombelico del 2019». 

 Su cosa invece è maggiormente preoccupato?

 «Non sono preoccupato di nulla perché credo che la nostra città sia in grado di accogliere dignitosamente tutti i visitatori che vorranno visitarla. Non mi faccio prendere dall’ansia di prestazione. Matera non ha nulla da dimostrare a nessuno, deve solo essere se stessa. Per Matera parla la sua storia, per i materani parla la loro capacità di risollevarsi dopo periodi difficili e di creare quello che vorremmo che diventasse un modello per tutto il Mezzogiorno d’Italia. Conosco i miei concittadini e l’amore che provano per la nostra città e quindi capisco le critiche, a volte giuste, a volte ingenerose, che ci sono piovute addosso in questi anni. Sono convinto però che in questo momento si debbano sospendere le ostilità, il che non vuol dire silenziare le critiche, che è giusto che ci siano, purché costruttive. Il carro è in strada e, ad assaltarlo adesso, si fa danno a Matera, non al Sindaco o alla Giunta o alla Fondazione Matera 2019. Portiamolo tutti insieme in piazza. Difendiamo Matera, non il suo Sindaco, da chi vorrebbe che tornasse nel cono d’ombra da cui è faticosamente uscita, da chi vorrebbe che il ‘sogno svanisca’ per poter dire che il Sud non ce la può fare. Ne abbiamo contezza ormai ogni giorno con articoli, l’ultimo dei quali sulle librerie della città, fatti ad arte per costruire l’idea che Matera sia una meteora. Ebbene deve essere chiaro a tutti che le meteore non durano 8mila anni. Poi verrà il momento del confronto in cui i nodi verranno al pettine e si valuteranno meriti e demeriti di questa straordinaria, comunque la si voglia vedere, pagina di storia della città. Noi continueremo a lavorare fino alla fine e, credeteci, Matera vincerà come ha sempre fatto da ottomila anni a questa parte».

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