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La Cava del Sole

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MATERA – «Ben venga l’idea d’uso dello spazio più grande e più bello di Cava del sole, ma non chiusi nelle lamiere di un’auto, bensì con la sola formula “drive-in”, o meglio “Modalità Cava del sole”, con tavolini e sedie distanziati ed allestiti nella Grande Cavea, come in una grande terrazza, immersi nel silenzio e negli odori, senza le auto e senza i gas di scarico, con accesso regolamentato».

È l’idea dell’architetto, Tonio Acito, autore del progetto di arredamento funzionale nel prestigioso contenitore culturale materano, che accoglie lo spunto dato ieri sulle colonne del Quotidiano dal direttore del Conservatorio Saverio Vizziello. E lo fa, emendando la proposta in una visione più realistica e rispettosa del luogo. Non un drive-in comunemente inteso, ma una modalità di fruizione compatibile con le restrizioni sociali, imposte dall’emergenza Covid-19.

«Il progetto realizzato per Matera 2019 -spiega Acito- ha voluto evidenziare la delicatezza dei luoghi e valorizzare, “il vuoto” non solo all’ascolto ma anche alla vista e al godimento “dell’anima”. È bello e giusto oggi porsi il problema del suo possibile uso ai tempi del Coronavirus. “Nulla sarà come prima”, ormai tutti amano dire. Probabilmente per molto tempo non potremo vedere migliaia di persone ascoltare un concerto, vedere un’Opera, o un balletto in tanti assiepati, ma di cultura ne abbiamo bisogno e, di conseguenza, di luoghi e modi per goderne. Certo Rutelli (il presidente dell’Anica che ha parlato per primo del concetto generale di drive-in ndr), non pensa di far entrare le auto nella Terme di Caracalla, o nell’Arena di Verona: la parola inglese “Drive in”, identifica un luogo dove si entra con le auto, si sta chiusi all’interno, fermi in stalli-parcheggio, garantiti nei flussi carrabili di entrata e uscita. Mi permetto di indicare, a titolo di esempio, un luogo che ha tutte le caratteristiche e costo zero per essere destinato a Drive in: la grande area di parcheggio della stazione de La Martella. L’abbiamo utilizzata solo una volta nel 2019, per vedere uno spettacolo teatrale. È enorme, con fondo asfaltato, illuminata, lontana da centri abitati. Aggiungo in proposito una considerazione tecnica: le auto devono circolare o fermarsi su aree asfaltate che devono poter assorbire carichi, olio e tracce dei pneumatici. Lo speciale pavimento drenante della Cava del sole non è classificato carrabile. Sostenere, come dice Rutelli, la “modalità drive in” è ben altra cosa: poter stare all’aperto con godimento dello spettacolo comodamente seduti, con le distanze sociali rispettate, e non già due per ogni auto chiusi nelle lamiere.

La città di Matera, i cittadini hanno dimostrato di apprezzare la civiltà di raggiungere questo luogo con i mezzi pubblici, di fare la passeggiata sulla via dei cavamonti, aggiungendo alla godibilità dello spettacolo la visione esclusiva di luoghi insoliti, trasformando un evento “subìto”, in un evento “partecipato”. -conclude Acito- Il nuovo, che tutti auspichiamo verrà dopo questa tremenda pandemia, dovrà parlare più al nostro cuore, dovrà essere più attento all’ambiente e alle persone. La cultura deve aiutare a migliorarci, a rendere l’uomo più attento. Io la musica la voglio sentire e godere, non già in un’auto, bensì all’aperto seduto a un tavolino, nel cuore della storia della mia città».

Favorevole al nuovo approccio suggerito da Vizziello, anche l’onorevole Gianluca Rospi, secondo cui «la fruizione di questo suggestivo contenitore all’aperto, potrebbe giovare in modo determinante alle tante imprese e associazioni culturali e di conseguenza a tutti gli operatori legati lavorativamente al settore che, dopo aver investito ingenti risorse per l’anno da Capitale europea della cultura, ora rischiano il tracollo. La Cava del sole, infatti, utilizzata appunto come drive-in, sarebbe già dotata di un ampio parcheggio e ben si presterebbe dunque a spettacoli di ogni genere. In tempi di Coronavirus, predisponiamo un contenitore dal potenziale davvero rilevante, motivo per cui spero si possa istituire quanto prima un tavolo operativo, utile per coordinare la ripresa del settore culturale e che miri a fornire ai diretti interessati una struttura valida per il rilancio delle proprie attività e a dir poco unica nel suo genere».

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