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Il nuovo logo di Matera 2019, firmato Ettore Concetti, sul profilo del Sassi

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Molti rimangono i nodi ancora da sciogliere: ritardi non solo su opere pubbliche ma anche navette, servizi, accoglienza

MATERA – Ci siamo. Matera 2019 è dietro l’angolo. Qualcosa si vede, molto meno è ancora avvolto nel mistero e molto altro non si vedrà. Almeno per il 2019. Le idee cominciano ad essere sostanzialmente più chiare di quello che dovrebbe essere e di ciò che sarà. Il punto di partenza maturato nelle ultime settimane è senza dubbio il programma culturale che la Fondazione ha messo a punto. Le novità stanno nell’accompagnamento garantito dal Mibact con iniziative ad hoc che accompagneranno questo programma. La novità, o la conferma, sta nei ritardi acclarati su alcune opere e in quelli oramai irrecuperabili rispetto ad altri. Su piazza della Visitazione ad esempio diventa sempre più probabile malgrado polemiche e pressioni che tutto sia rimandato a dopo il 2019. La stazione centrale della Fal sarà pronta, probabilmente, per i primi mesi del 2019. Per il resto visto il percorso di condivisione da avviare, i tempi per buttar giù un progetto esecutivo si arriverà inevitabilmente a dopo il 2019. Non ci sono ancora molti parcheggi da Lanera a La Martella (area stazione ferroviaria), non c’è un bando e una modalità di gestione di quelli blu per il quale si sta ritornando a ragionare.. Nel 2019 si procederà ancora in proroga.
Non ci sono indirizzi chiari ma solo volontà espresse rispetto al traffico nel centro della città e anche alle limitazioni alla presenza di auto. Su Ztl nel centro storico e nei Sassi grandi manovre in corso ma soluzione delicata e difficile in tempi brevissimi. C’è poi un problema di viabilità. Chiudere via Lucana rispolverando quella parte del piano Ciurnelli rimane una volontà dichiarata ma ancora nel cassetto.
L’accoglienza rischia di risentire di queste mancanze. In attesa che almeno il terminal bus di Serra Rifusa tra fine anno e marzo 2019 veda la luce. Così come solo nelle ultime giornate, lunedì è previsto un nuovo incontro, si è cominciato a parlare delle navette per Palese senza che ci sarà il tempo di sperimentare le diverse esigenze e dunque fare scelte ponderate. Molti dubbi restano ancora sui contenitori culturali con Cava del Sole che procede spedita ma ha sempre la spada di Damocle di un ricorso al Tar da discutere a dicembre.
Infine il caos eventi comunali che avrebbero dovuto accompagnarsi al programma del dossier di Matera 2019. Su questo fronte tutto tace a pochi mesi dal 2019 non si sa ancora cosa succederà a Natale 2018 nella Capitale europea della cultura. Se ci saranno degli eventi, ci sarà il classico Presepe oppure no. Dovrebbe ma ancora non vi è nessuna certezza e si naviga a vista.

Accoglienza ancora in ritardo. I passi in avanti in tema di servizi per i turisti in arrivo, le informazioni, il trasporto, i parcheggi non ci sono stati negli ultimi cento giorni. Sarà corsa contro il tempo senza riuscire a sperimentare soluzioni ma avendo la necessità di sbagliare il meno possibile in corso d’opera. Sono venuti meno anche alcuni progetti come quelli legati al bando delle periferie che servivano inevitabilmente per migliorare e adeguare le aree verdi della città. Matera arranca e prova a rincorrere ma il 2019 non è più un obiettivo lontano, è dietro l’angolo.

Bonisoli. Il ministro per i Beni culturali si è fatto apprezzare per un approccio diverso, dovuto probabilmente anche al ruolo, rispetto alla collega Lezzi. Proposte per integrare il programma, iniziative come quella di lavoro con la Scala di Milano per una versione ridotta, mini, delle opere in grado di avvicinare anche “i bambinI” o comunque i non appassionati. Altre iniziative e partnership di questo tipo per “integrare” il programma, alzare l’offerta culturale e provare a sopperire ad eventuali disfunzioni o mancanze in tema di infrastrutture. Perchè sotto il profilo della programmazione, degli eventi e della partnership si può ancora intervenire, per le opere pubbliche recuperare il tempo perduto risulterà praticamente impossibile.

Cava del Sole. E’ il luogo simbolo dei contenitori culturali di cui la città ha bisogno. Il lavoro in corso lascia pensare che si potrebbe arrivare alla fine in tempo utile. Ma il ricorso al Tar che si discuterà a dicembre risulta una spada di Damocle inevitabile ma prevedibile quando si arriva con tempi così ridotti all’evento. Sul tema dei contenitori culturali non mancano altri interrogativi sul completamento dei lavori all’Auditorium, su quelli in corso con non poche difficoltà al Cinema Comunale e su quelli sospesi quasi irrimediabilmente al cinema Kennedy. In più c’è la questione Duni che andrà all’asta a gennaio, il Comune proverà a prenderlo ma difficilmente sarà utilizzabile per il 2019.
E c’è poi la prospettiva di un teatro tenda. Un progetto privato su cui serve il via libera del pubblico con una variante urbanistico. Due mesi per la costruzione dell’opera ma molto di più per la variante e se l’accordo politico tarderà ad arrivare ciò che oggi sembra semplice diventerà molto complicato.

De Ruggieri. Il primo cittadino di Matera resta sempre nell’occhio del ciclone. Non sono le bacchettate e i “dissapori” istituzionali con il ministro Lezzi ma l’immagine di una città che malgrado i cambi di casacca politica in maggioranza non accenna a fare il classico salto di qualità. Il 2019 alle porte risulta inevitabilmente un grande punto interrogativo.

Eventi. Di quelli ad oggi ancora non c’è traccia. Nè per la fine del 2018, nè per la programmazione del 2019. Rimangono una grande incompiuta che in tema di programmazione manca e rischia di mancare anche dopo non riuscendo a sfruttare con un programma da difendere nel tempo la promozione di una Capitale europea della cultura.

Ferrovie. I lavori in questo senso vanno a corrente alternata. Da un lato quelli delle Fal che sembrano procedere per quanto riguarda la stazione centrale e anche il terminal bus di Serra Rifusa, avanzano anche verso il raddoppio di parte della rete tra Matera e Bari ma che, evidentemente così come previsto, non riusciranno a ridurre di molto il tempo di percorrenza tra Matera e Bari e che già adesso assorbe molte delle critiche dei pendolari. In più c’è la questione Matera-Ferrandina, una prospettiva da chiudere entro il 2022. Le notizie ufficiali dicono che i lavori procedono ma per il momento, sembra trattarsi, di poca cosa.

Il programma del 2019. E’ stato presentato nel dettaglio solo pochi giorni fa. “Fatto tutto quello che era previsto” ha detto il direttore Paolo Verri. Rimangono i numeri, le mostre, gli appuntamenti e gli eventi che costituiranno il punto di partenza di un lavoro più ampio che resta tutto da fare. Per la Fondazione “fatto tutto quanto si poteva fare” ma di certo la pagella a Matera per il 2019 sarà unica e non conteranno promossi o bocciati ma il voto complessivoalla città.

Lezzi. Il ministro per il Sud tornerà tra circa 20 giorni. Non ha risparmiato critiche su nessun fronte da piazza Visitazione al Duni, fino a Lanera. Un cambio di passo evidente rispetto al passato e ad una situazione “sotto controllo” e senza problemi. I ritardi, mai finora ammessi nel dettaglio, sono diventati evidenti anche se è mancata una vera e propria svolta. Di certo la Lezzi potrebbe essere il “dardo politico” del M5S con le Regionali alle porte ma dall’altra parte ci si è consegnati, quasi senza ribattere, alle sue accuse.

Matera-Bari. La strada statale 96 potrebbe essere uno dei risultati più importanti del percorso verso il 2019. Per appalti ma dovrebbe essere pronta per intero tra la fine dell’anno e la primavera 2019. Uno dei pochi elementi concreti sotto il profilo infrastrutturale.

Navette. Di collegamenti con l’aeroporto di Bari Palese si è solo iniziato a parlare da qualche giorno. L’appalto del servizio è passato a Invitalia. I tempi sono ristrettissimi. E poco sarà lo spazio per le scelte con tutti i rischi che questo comporta.

Opere pubbliche. E’ una definizione ampia che punta a tener dentro quello che si riuscirà a fare e ciò che invece non si farà. Si va verso un maquillage della città che però non cambierà volto in nessun maniera. Opere in sospeso da tempo e altre in ritardo difficilmente avranno uno scatto in avanti. Oggi c’è un cantiere anche in piazza Vittorio Veneto, almeno quello nel cuore della città dovrebbe sparire.

Parcheggi. Sono la vera emergenza. Innanzitutto sono pochi, tanto che si prevede quello di Lanera, l’aiuto del terminal bus di Serra Rifusa e un altro mega parcheggio dai tempi indefiniti a La Martella. C’è poi la questione gestione e anche su quello ci sono dei punti interrogativi su cosa riservare ai residenti, cosa ai turisti e cosa alle attività commerciali. Dubbi e interrogativi che confermano, in prossimità del centro un fabbisogno insufficiente.

Rifiuti. Gestire la situazione nel breve periodo e nel medio non sarà semplice. Perchè l’appalto del nuovo bando non si è ancora sbloccato (potrebbe succedere a breve) e sulla procedura di infrazione solo ora Regione e Comune sembrano, con la nomina di un commissione aver trovato una sintesi. Ma l’obiettivo dei rifiuti zero rimane lontanissimo.

Sicurezza. Il 2019 sarà da affrontare anche sotto questo profilo. Molti i testi positivi che sono stati passati, alcuni numeri che non permettono eccessive concentrazioni. C’è poi la questione personale e dislocazione di alcuni corpi, dai vigili urbani ai vigili del fuoco, che nei Sassi e nel centro dovranno aumentare di molto rispetto ad ora che riescono, nei numeri, a fare a stento ciò che è la necessità odierna.

Traffico. La città rischia sempre più, in proporzione anche al bisogno di parcheggio di congestionarsi verso il centro richiedendo scelte nuove e cambiamenti che andrebbero sperimentati. Ma non c’è più tempo.

Unità. E’ quel clima che si sperava di ritrovare e che invece non si riesce più a respirare.  Quel clima che la nomina a Capitale della cultura aveva creato e che oggi vede invece una città ancora divisa e in difficoltà.

Visitazione. E’ la piazza della disputa. Se il progetto della stazione Fal andrà in porto nei tempi, più o meno, stabiliti. Quello del parco intergenerazionale del Comune è in alto mare, si lavorerà per un progetto definitivo entro alcuni mesi. I lavori forse solo nel 2020. Anche se il ministro Lezzi questo pare non saperlo.

 

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