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Cava del Sole, così il cantiere si presentava ieri 10 gennaio

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L’architetto Tonio Acito: «Sarà pronta per il 19 gennaio, malgrado neve e ghiaccio»

MATERA – «Con Cava del Sole sarà fatto un miracolo, è una corsa contro il tempo ma malgrado la neve, il ghiaccio si è continuato a lavorare e arriveremo pronti alla cerimonia inaugurale». L’architetto Tonio Acito progettista dell’opera ci accompagna a scoprire a che punto sono i lavori della Cava iniziati solo nel luglio scorso e dopo un percorso alquanto accidentato [GUARDA LA FOTOGALLERY].
«Ma di fatto questi lavori sono partiti a settembre e in poco più di tre mesi siamo quasi pronti. Stanno lavorando tutti i giorni fino a sera tardi, potrebbe mancare qualche piccolo dettaglio ma di fatto arriveremo alla cerimonia inaugurale come da programma».
La Cava sarà uno dei momenti più importanti, essenziali nella mattinata inaugurale del 19 di gennaio (LEGGI IL PROGRAMMA).
Ad oggi alcuni elementi vanno ancora definiti a cominciare dal Villaggio le cui strutture sono state appena apposte ma il lavoro da fare è ancora molto. Si vedono però i locali che ospiteranno dalla Biglietteria ai bagni alle aree ospitalità e ristorazione che ci saranno nella parte iniziale della Cava, vicina al suo stesso ingresso. «Ci vorrà ancora qualche giorno per sistemare queste strutture che sembrano di legno ma sono completamente amovibili in ogni momento secondo un modello che si è cercato di rispettare e che riguarda la salvaguardia dell’origine dei luoghi e la possibilità di ripristino. Un modello completamente originale ma che non ha una sua esclusività per cui potrebbe anche essere sportabile altrove magari adeguandolo ad altro tipo di caratteristiche» spiega Tonio Acito.
Mentre gli operai intervengono per assemblare al meglio le strutture, il lavoro da fare non pare poco e il tempo evidentemente stringe ma la convinzione di farcela è una certezza assoluta.
Nell’entrare nel cuore della Cava si apre all’area più ampia quella che potrà ospitare fino a quasi 8000 persone in piedi e quasi 4000 sedute. «Non c’è un filo di cemento, abbiamo utilizzato dappertutto il tufo proprio per rispettare al meglio ed attraverso tecniche all’avanguardia la realtà della Cava stessa e il suo senso stesso». E’ questa l’area nella quale verranno appostate, probabilmente le 14 bande 7 europee e 7 lucane nel corso della cerimonia inaugurale del 19 di gennaio. In fondo un palco ancora in fase di costruzione di dimensioni importanti che mostra anche i segni del ghiaccio e del tempo che hanno condizionato e complicato non poco il lavoro in questi ultimissimi giorni.
L’unica zona ancora intatta è quella della grotta dei Cavamonti, «ma quella tocca al Comune attrezzarla non fa parte di quest’opera, è comunque importante e permetterebbe tra l’altro di collegare a piedi in 5 minuti la Cava a Piccianello».
Superata l’area più ampia, l’altra zona oltre al Villaggio nella quale il lavoro è decisamente più intenso è quella della cosiddetta “Serra”, l’area coperta, anche questa amovibile che potrebbe ospitare fino a 800 persone che saranno, evidentemente, qualcosa in meno in occasione della cerimonia inaugurale.
«Una struttura con un particolare materiale assolutamente innovativo come l’’Etfe che consente una resistenza alle diverse temperature».
Nella parte alta della serra un’aria per le proiezioni, le riprese televisive al di sopra dell’intera sala. Alle spalle del palco che è ancora in fase di assemblamento una grande vetrata che mostra uno scorcio della Cava che c’è all’esterno e che collega direttamente alla realtà che si vive.
«Fino ad un centinaio le persone che hanno lavorato e stanno lavorando per la Cava del Sole. Se si riuscirà a completarla in tempo, e si riuscirà, sarà stato fatto un vero e proprio miracolo in poco più di tre mesi di lavoro».

 

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